In cella quattro agenti antiracket di Fulvio Milone

In cella quattro agenti antiracket Scandalo nella polizia a Napoli dopo la denuncia di un commerciante taglieggiato In cella quattro agenti antiracket Sòldi in tamMòìièl silmzt&sulle irregolarifà è l tb Ì6 bitoJltOi H \ M 8Ct6L? I "' ì" OffllO i \ I ( M Ui'iMfiiV NAPOLI. Una telefonata anonima/una denuncia in questura, e alla fine la trappola è scattata: questa volta a finire con le mani nella tagliola sono stati quattro poliziotti, tutti in servizio alla squadra mobile, tutti esperti in operazioni contro il crimine organizzato. Sono finiti in carcere con un'accusa grave: concussione. Proprio coloro che avrebbero dovuto difendere commercianti e cittadini dai soprusi e dalla violenza, estorcevano soldi e mercanzia a un negoziante di Secondigliano, un quartiere di Napoli. Il questore Vito Matterà non ha difficoltà ad ammettere la gravità del fatto: «Certo, è un episodio triste e avvilente, ma non basta certo ad offuscare l'immagine di un corpo sostanzialmente sano come quello della polizia. In questa provincia vi sono cinquemila agenti che rischiano la vita ogni giorno. Abbiamo individuato quattro mele marce, e ce ne siamo sbarazzati senza perder tempo». Neanche il vicequestore Giu¬ seppe Palumbo, capo della squadra mobile, minimizza l'accaduto: «Gli agenti sono stati arrestati in base alle nostre indagini: è giusto che paghino per i loro errori. Attenzione, però, a non generalizzare. Quattro disonesti non valgono i 350 uomini che dirigo, e che svolgono il loro lavoro in modo eccellente». I poliziotti arrestati erano tutti componenti di un'autopattuglia della sesta sezione, specializzata in indagini su furti e truffe. Ora sono rinchiusi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, per ordine del sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Giuseppe Lucantonio. I loro nomi: Ciro Paduano, Ciro Saviano, Franco Mazzaro, Salvatore Iadacicco. Brutta storia, quella che ha portato in galera i quattro detective della mobile. E' cominciata ai primi di marzo, con una misteriosa telefonata anonima. La «gola profonda» era informatissima: conosceva nomi e cognomi degli agenti corrotti, e sapeva tutto sui loro af- fari poco puliti, n capo della squadra mobile ha cominciato subito le indagini. Ha inviato i suoi uomini migliori a Secondigliano, una sorta di «Bronx» in versione napoletana, Non è stato facile convincere la vittima dell'estorsione a fare la denuncia. L'uomo, proprietario di un negozio di videocassette, in un primo momento ha fatto finta di cascare dalle nuvole. «Mai ricevuto minacce, né richieste di soldi. Tantomeno dalla polizia», ha detto. Ma alla fine la verità è venuta a galla. «E' vero - ha ammesso il commerciante -: mi hanno chiesto danaro in cambio del silenzio. Ho pagato per non essere denunciato». Il negoziante aveva solidi motivi per avere paura: neanche lui è uno stinco di santo, tra le registrazioni in vendita ve ne erano molte di contrabbando. Secóndo l'accusa, gli agenti disonesti avrebbero colto al volo l'occasione per arrotondare lo stipendio. «Queste videocassette andrebbero sequestrate, a meno che...». A meno che? La richiesta non era neanche tanto esosa: un milione più un bel po' di film da vedére gratis. Al commerciante non è rimasto altro da fare che fare buon viso a cattiva sorte: ha pagato in cambio della tranquillità e dell'autorevole protezione di quattro poliziotti. Una volta portata in questura, la vittima dei taglieggiatoli in divisa ha dovuto firmare una denuncia. A questo punto è scattata la fase più imbarazzante dell'indagine. Ciro Saviano, Franco Mazzaro, Ciro Paduano e Salvatore Iadacicco sono stati trasferiti nelle questure di Potenza, Firenze, Cosenza e Reggio Calabria, in attesa delle decisioni del magistrato che ha coordinato l'inchiesta: una pura formalità, visto che le prove della colpevolezza dei quattro erano schiaccianti. Due giorni fa, gli arresti, eseguiti da alcuni funzionari che hanno notificato ai quattro gli ordini di custodia cautelare firmati dal sostituto procuratore Lucantonio. Fulvio Milone

Persone citate: Ciro Paduano, Ciro Saviano, Franco Mazzaro, Salvatore Iadacicco

Luoghi citati: Cosenza, Firenze, Napoli, Potenza, Reggio Calabria, Santa Maria Capua Vetere