Dodici panzer centrano il governo Kohl di Emanuele Novazio

Dodici panzer centrano il governo Kohl Scandalo delle armi usate contro i curdi: Stoltenberg sostituito dal segretario Cdu Dodici panzer centrano il governo Kohl // ministro della Difesa si dimette per i tank a Ankara BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si dimette il ministro della Difesa Gerhard Stoltenberg, democristiano, travolto dallo scandalo dei quindici panzer d'occasione «Leopard I» venduti alla Turchia nonostante il veto del Parlamento federale, dopo le incursioni dell'esercito di Ankara contro i villaggi curdi. Il ministro - considerato negli Anni Ottanta il delfino di Helmut Kohl, quando guidava le Finanze e tanto successo otteneva nella lotta all'inflazione cade per aver perduto il controllo di un dicastero scosso dalla confusione, e da una sovrapposizione di responsabilità che ha già provocato miniscandali e un serio allarme. L'opposizione socialdemocratica aveva reclamato le sue dimissioni lo scorso ottobre, quando si era scoperto un traffico verso Israele di carri armati provenienti dal dissolto esercito della Ddr. I dodici Panzer, camuffati da mezzi agricoli, erano stati bloccati dalla polizia di frontiera nel porto di Amburgo, a bordo di un cargo israeliano: in quell'occasione Kohl aveva cacciato il responsabile dei servizi segreti nella Cancelleria, Stavenhagen, ma lo scandalo aveva scosso anche Hardhoehe, il ministero della Difesa sulle colline di Bonn. A Stoltenberg - un rispettato intellettuale di 63 anni, al governo ininterrottamente dal 1982 e da tre anni responsabile della Difesa, dove ha gestito l'unificazione di due eserciti «nemici» - succede uno degli uomini più fedeli al Cancelliere, Volker Ruehe, 49 anni, attualmente segretario generale della Cdu e dunque numero due di Kohl nel partito (dove ancora non è stato sostituito). E' considerato un «falco liberale»: ha guidato con buona grinta la difficile riunificazione fra la branca occidentale e quella orientale dell'Unione cristianodemocratica, ma si è distinto per alcune prese di posizione poco diplomatiche nei confronti degli immigrati. Sarebbe dovuto entrare nel governo soltanto dopo le elezioni del 1994, se il Cancelliere le avesse vinte per la quarta volta, ma lo scandalo dei Panzer ha accorciato i tempi dell'attesa. Tutto è precipitato nelle ultime ore: ancora lunedì, Stoltenberg aveva confermato che non si sarebbe dimesso, sostenendo di essere all'oscuro dell'invio dei Leopard a Ankara: il minitro si era assunto la «responsabilità politica» della vicenda ma aveva rimosso un alto funzionario del ministero, Wolfgang Ruppert, responsabile della divisione armamenti del ministero. L'opinione pubblica aveva reagito con fastidio: un sondaggio compiuto lo stesso giorno dall'Istituto «Wickert» aveva mostrato che il 77 per cento dei tedeschi era favorevole alle sue dimissioni. Solo il 13 per cento continuava a difendere Stoltenberg, e tanto è bastato per convincerlo: «Voglio evitare che questa vicenda danneggi il governo e il mio partito», ha detto ieri annunciando le dimissioni. Alla vigilia di una importante scadenza elettorale (domenica si voterà per il rinnovo del Parlamento in due regioni), una difesa a oltranza sarebbe stata a rischio per il Cancelliere, che ieri si è presentato davanti ai giornalisti insieme al suo ex delfino. «Quella di Stoltenberg è una decisione personale: avrei accettato che rimanesse al governo», ha detto Kohl con un ultimo omaggio all'uomo che per anni lo ha servito fedelmente. Ma le ricadute politiche potranno essere serie per la Cdu, nonostante la rapida conclusione della crisi: come vogliono le regole tedesche, con Stoltenberg se ne vanno infatti anche i suoi vice, e fra loro c'è il segretario di Stato Ottfried Hennig. Alle elezioni regionali di domenica nello SchleswigHolstein è capolista democristiano, e suo rivale diretto sarà il presidente dell'Spd, Bjoern Engholm. Emanuele Novazio Un gruppo di guerriglieri curdi. I panzer tedeschi inviati alle truppe turche sono stati impiegati contro i ribelli

Luoghi citati: Amburgo, Ankara, Bonn, Ddr, Israele, Turchia