Per Formigoni l'urlo dei 7000

Per Formigoni l'urlo dei 7000 Happening al Palatrussardi di Milano per i 45 anni del leader ciellino. E Gocciarne intona: tanti auguri a te Per Formigoni l'urlo dei 7000 CI quasi come la curva dei tifosi di S. Siro MILANO. Riccardo Cocciante al pianoforte, il presentatore Cesare Cadeo al microfono, l'entusiasmo di settemila tifosi che scende dalle gradinate del Palatrussardi. «Silenzio e ascoltate! - intima il berlusconiano Cadeo -. Di una scena così sono capaci solo due categorie di persone: i tifosi del Milan e i giovani di Cielle!». Cori. E allora siete pronti? Siiì? «Tanti auguri a te...», intona Cocciante. Candeline, ancora cori, torta e tanti voti (in arrivo). E altrettanti auguri al divino Roberto Formigoni, 45 anni compiuti in questa sera del 30 marzo. Proprio come Warren Beatty. Da un Formigoni in abito da comizio notturno, giacca di cammello e cravatta che quasi luccica, mai compleanno fu tanto benedetto. Vuoi mettere l'occasione, a pochi giorni dal voto? E così hanno organizzato un happening che sta tra il rito pagano della manifestazione elettorale e la spensieratezza dell'incontro in oratorio. A presentare il tutto, con Cadeo, Marco Zimbardi, 25 anni, laureando in lettere alla Cattolica, il Pippobaudo di CI. Passa il microfono a Cadeo, che si confessa: «Non è stato facile per me stare nel mondo dello spettacolo, essere de e votare per Roberto». Ma Cadeo, qui, senza Maurizio Mosca e neppure un orolo- gino da promuovere, non funziona. La diretta vera lo frega quando presenta con finto grande pathos «i graditi ospiti». Li chiama per nome, confidenzialmente. E sul palco fa il suo ingresso anche «l'Attilio», che poi sarebbe uno spaesato Attilio Ventura, il presidente della Borsa di Milano nientemeno, candidato indipendente al Senato, qui per la sponsorizzazione ciellina. «Avranno anche eccessi di determinazione e di assolutismo - sarà il suo commento - ma il loro impegno nel sociale è impagabile». Stringere, Cadeo, stringere, che Formigoni è qui con i minuti contati: deve correre in discoteca, al « Rolli ng Stone», dall'altra parte di Milano, per un altro comizietto e il premio «Partita a scacchi». E quando torna porterà anche Red Ronnie, altro berlusconiano (della musica), che ha il difetto di candidarsi per il psi in Emilia «però è un nostro caro amico». Ci siamo quasi. Romano Zardi, un chimico con l'hobby della buona cucina, dà gli ultimi ritocchi alla torta. «E' un'urna di croccante - la magnifica - dentro c'è la sorpresa con la scritta: cento di questi giorni, un milione di questi voti». E adesso ci siamo davvero. «Roberto!». E Formigoni, oplà, è sul palco con quel saltello che ai meno giovani ricorda Joe Sentieri. Un «Grazie Cesare», a Cadeo, un paio di domandine per le risposte comizio. Si scopre un Formigoni unico candidato democristiano ottimista. Lui i suoi voti li ha e li avrà, punta a riessere il primo degli eletti a Milano, più del capolista Virginio Rognoni, magari più di Bettino Craxi e di Umberto Bossi. «Ci stiamo dando dentro da pazzi, tutti pancia a terra - dice -. La vostra generosità è fantastica! Grazie amici per la speranza che mi date!». Arriva Cocciante e Formigoni sparisce sull'Alfa Romeo che lo porterà al «Rolling Stone» e ritorno. Alle elezioni dell'87 aveva preso 133 mila preferenze. «Ma questa volta, con la preferenza unica - spiega - faccio campagna solo per me». E i suoi, un esercito di 5 mila volontari che battono il collegio Milano-Pavia, solo per lui. Non più di 150 milioni il costo della campagna elettorale: volantini, manifesti e la bolletta del telefonino cellulare. Almeno un elettore su 10, è il calcolo, vota Formigoni. «Ci andrebbero bene 42 mila preferenze», dice Giorgio Cioni, responsabile della sua segreteria politica. Alla festa di compleanno non può mancare Giancarlo Cesana, il medico barbuto e schivo che da cinque anni è presidente del Movimento Popolare («braccio politico di CI», tengono sempre a precisare). E Cesana già pensa a lunedì pomeriggio, quando si conosceranno i risultati milanesi, quando - è la previsione - si vedrà che la de è in calo, ma CI sarà il paracadute. «I conti li faremo - anticipa - contando e pesando i nostri voti. La nostra è una massa di consenso importante». Forse, da lunedì, lo sarà ancora di più. E CI, Cesana conferma, tornerà a riproporre il «governissimo» con più voce. Cocciante sta cantando «Per un amico». E' il segnale, Formigoni è di ritorno. «Venti, trenta incontri al giorno. E sono l'unico candidato che non organizza cene, ma viene invitato». Campagna elettorale iniziata il 21 marzo, con il telefonino. Quel giorno aveva chia¬ mato il ciclista Fabrizio Convalle, della squadra ciellina «Amore e Vita», mandato in fuga per ben 200 chilometri durante la Milano-Sanremo. «Tieni duro», era stato il messaggio via cellulare. Convelle si era ritirato qualche chilometro più avanti: pazienza, ma era iniziata la campagna elettorale. Dove non arriva di persona, Formigoni arriva con la voce: uffici, piazze, mercati rionali, dialoga via telefonino con gruppi riuniti dai suoi 5 mila. E anche lui, lombardo di Lecco, teme la Lega. «Ricordate conclude adesso dal palco, un pezzo d'urna croccante in mano - più voti avrà la Lega e meno spazio avrà la Lombardia. So che siete tutti d'accordo con me, ma continuate a dirlo. E fino a lunedì pancia a terrai». Poi sarà il momento dei conti, dei voti che pesano e che Roberto Formigoni il Salvatore farà pesare nella de. Cadeo non si perde l'ultima scena: «E' un momento che non dimenticherò». Giovanni Cerniti Una serata a metà tra rito elettorale e un'allegra festa da oratorio con il presentatore Cesare Cadeo Riccardo Cocciante (a lato) ha fornito la colonna sonora della festa. Formigoni si esibito nel rituale spegnimento delle candeline. Sopra: Francesco Cesana