L'ITALIANA IN ALGERI di Armando Caruso

L'ITALIANA IN ALGERI LIRICA L'ITALIANA IN ALGERI Regio, da martedì 31 marzo il dramma giocoso di Rossini CHE fortunata coincidenza: se Isabella non fosse lì, tra i naufraghi del vascello italiano, sulle coste algerine, Iindoro non l'avrebbe mai trovata e Rossini chissà a qual altra diavoleria avrebbe dovuto far ricorso. Così «L'italiana in Algeri» entra in scena e si annuncia di gran qualità, anche perché naufraghi, il Bey Mustafà, Taddeo, la moglie Elvira, lo schiavo Lindoro, sono personaggi che hanno gran confidenza con l'opera di Rossini ed anche l'orchestra guidata dal direttore stabile Bruno Campanella suona con gioia e si sente. Gioia anche fra i cantanti che, nella prima prova d'assieme ali 'italiana, si sono divertiti a far musica con levità e assoluta padronanza della vicenda. Il dramma giocoso di Rossini va in scena il 31 marzo alle 20,30. Regia, scene e costumi sono di Pierluigi Pizzi, l'allestimento è dell'Opera di Montecarlo, il maestro del coro è Massimo Peiretti. Isabella è il mezzosoprano Lucia Valentini Terrani; Lindoro il tenore americano Rockwell Blake; Zulma è Alessandra Palomba; Mustafà il bassobaritono Simone Alaimo; sua moglie Elvira è il soprano Fernanda Costa; Haly capitano dei corsari algerini è il basso-baritono Pietro Spagnoli, L'innamorato Taddeo, il basso buffo Enzo Darà. (Repliche: 3-5-7-10-1215-21-24-26 aprile). La scena è popolata di eunuchi, del serraglio, corsari, schiavi italiani, pappataci. Naturalmente si svolge ad Algeri. Questa proposta al Regio è l'edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro curata da Azio Corghi. I cantanti appaiono in forma, l'orchestra suona bene di prim'acchito, dimostra entusiasmo, si sente che con Bruno Campanella c'è feeling. Se dal mattino si vede il buon giorno, la «prima» dovrebbe filar liscia. Facciamo quindi gli scongiuri di rito, nella speranza che anche la caviglia sinistra dolente di Simo- ne Alaimo guarisca in tempo per consentirgli movimenti scenici adeguati. Tra un intrigo e l'altro, tra una storia d'amore ed un tradimento così perfettamente ridotti a libretto da Angelo Anelli, lo spettatore assisterà alle acrobazie vocali di Lindoro e Isabella, che, senza rete, in una tessitura sco- perta, gorgheggiano con cadenze al cardiopalmo, trilli e acuti che dicono nella continuità delle note, la bellezza delle invenzioni rossiniane, mentre il buon Taddeo (Enzo Darà) s'incunea in duetti e quintetti come un furetto alla ricerca della preda. La sillabazione nella struttura dell'epoca rende nel primo atto mo- zartiane alcune battute, riprese nel quintetto con ironia da Lindoro-Blake. Tra i protagonisti dell'opera c'è Mustafà, qui felicemente impersonato da Simone Alaimo, ormai «Ha sua ennesima prova d'artista. «Le ho cantate un po' tutte le edizioni rossiniane, da quella di Ponnelle e Savary, a questa di Pierluigi Pizzi. E' una parte classica per basso-baritono, tant'è che Rossini la scrisse proprio per il grande Filippo Galli. Se canto con assoluta tranquillità, lo devo ai sacrifici e agli studi intensi con Rodolfo Celletti. Mustafà è personaggio che amo molto, ma ho affrontato anche i due ruoli seri per eccellenza di Rossini: Maometto II e Assur della Semiramide, in cui oltre alle agilità ci vuol potenza vocale. Con Campanella stiamo lavorando magnificamente. Conosce bene la vocalità, segue i cantanti con affetto, capisce i loro problemi. Tutto sta andando bene, sarà una bella "Italiana"». E il direttore, che nella prova sollecitava gli archi a quella leggerezza rossiniana a cui tanto tiene, al termine confidava: «Sono contento, è la prima prova e l'orchestra risponde già con entusiasmo alle mie sollecitazioni. L"'Italiana in Algeri", come tutto Rossini del resto, deve essere trattata con estrema cura, far risaltare i particolari, la sillabazione fondamentale, la scansione del tempo, rendere l'ironia che Rossini mette nella sua musica. Il cast è interessantissimo. Blake è un campione della vocalità rossiniana, la Valentini Terrani ha riscosso l'applauso affettuoso dei colleghi, Darà e Alaimo fanno a gara per dimostrare la loro bravura, Fernanda Costa e Alessandra Palomba sono in ottima forma. Con un regista come Pierluigi Pizzi, poi, gli artisti lavorano in assoluta tranquillità, Incrociamo le dita, e speriamo che tutto vada bene». Armando Caruso «L'Italiana in Algeri» del Teatro dell'Opera di Montecarlo. Sotto: Lucia Valentini Terroni.

Luoghi citati: Algeri, Montecarlo, Pesaro