L'INGHILTERRA TORNA ROMANTICA di Masolino D'amico

L'INGHILTERRA TORNA ROMANTICA «Possessione», bestseller di Antonia S. Byatt L'INGHILTERRA TORNA ROMANTICA M^À HE gli scrittori, anche ■ quelli di narrativa, flj 1 scrivano di lett.erat.u- H | ra, è fatale, specie nei I Paesi in cui gli scrittori amano la letteraH I tura, e i lettori fanno Hi! I altrettanto (perché, è V J possibile che i lettori non amino la letteratura? E' possibile, controllate l'elenco dei libri più venduti in fondo a questo o a qualsiasi altro numero di Tuttolibri). E anche se i Paesi di lingua inglese, che sono quelli ai quali alludo, hanno prodotto tanti narratori poco libreschi, lì lo scrittore nutrito di carta stampata è frequente e rispettato, e il romanzo in cui scrittori veri o immaginari figurano come personaggi è una costante del panorama di ogni stagione. Le storie sulla ricerca degli inediti o delle notizie biografiche di un autore scomparso costituiscono poi addirittura un genere a sé, che non ha più smesso di essere frequentato dal tempo del Carteggio Aspern di Henry James o del Ritratto di Mr W.H. di Osi,ar Wilde. Possessione di Antonia S. Byatt, gran successo inglese dell'annata 1990, ora tradotto in Italia da Einaudi, è dunque soltanto l'ultimo frutto di una tradizione lunga e illustre. Una sintesi molto asciutta della sua trama potrebbe persino esporlo ad accuse di scarsa originalità. Abbiamo infatti un ricercatore il quale scopre per caso che il celebre poeta di cui è specialista potrebbe avere avuto una relazione segreta con una poetessa sua contemporanea, studiata a sua volta da una certa ricercatrice; i due uniscono le indagini, e malgrado la concorrenza di colleghi avidi di scavalcarli, arrivano a scoprire l'epistolario che documenta la storia d'amore, e quindi a viverne una anche loro. Ma se tale traccia sembra scontata è perché non ho ancora detto nulla del brillante talento mimetico con cui l'autrice la sviluppa, sostenuta da quell'amore per la letteratura di cui sopra. La Byatt infatti rende appetitosissimo il suo pastiche contraffacendo ingegnosamente, anzi, diciamolo, superbamente, il materiale sul quale i due segugi fondano le loro scoperte: ossia non soltanto le missive dei due innamorati vittoriani, ma anche ampi brani della loro produ- zione letteraria (nonché talvolta analisi erudite dei medesimi, redatte da accademici altrettanto di fantasia), stralci di diari di testimoni, ecc., ecc. Le figure che emergono pian piano da questi documenti sono più solide e senza dubbio più interessanti di quelle odierne, ridotte a vivere vampirescamente sui resti dei giganti d'antan, vedi in primo luogo il poeta Randolph Henry Ash, un po' cantore di saghe nordiche alla William Morris, un po' profeta alla Carlyle, un po' naturalista alla Darwin, e la oscura poetessa Christobel La Motte, autrice di fiabe e di poemetti, esploratrice di miti sull'autosufficienza muliebre (la sirena), e ora recuperata e salutata come un'antesignana dalle femministe. Dello sfondo fanno parte la convivente di costei, una pittrice lesbica le cui opere non sono sopravvissute, e suicida per cause ignote (la sua lettera è fra i «documenti» più commoventi); una cugina bretone presso cui la La Motte si rifugiò in un periodo oscuro della sua esistenza; la paziente e tutt'altro che sciocca moglie di Ash. Nel gruppo degli esegeti di costoro sono, oltre alla coppia un po' sbiadita dei ricercatori, un vorace biografo e collezio¬ nista americano di Ash; un professore scozzese curatore dell'epistolario del medesimo; una turpiloquente, disinibita officiante del recente culto della La Motte, statunitense anche lei; la grassa, assennata curatrice dei diari della moglie di Ash. Nel contorno spiccano la scorbutica moglie del ricercatore; un di lei datore di lavoro avvocato e proprietario di cavalli da corsa; uno scorbutico aristocratico di campagna marito dell'ultima discendente della La Motte, che minaccia con lo schioppo chi cerca notizie sulla poetessa. Il contrasto fra la dignità forse ingenua di una volta e il cinismo odierno emerge senza bisogno di sottolineature particolari, dalla semplice giustapposizione delle caricature degli accademici e dei ritratti incompleti ma potenti dei vittoriani schietti e appassionati, e loro sì capaci di vivere il sesso fino in fondo. Così ad avvincerci più della suspense legata all'indagine è la vicenda stessa di Ash e della La Motte, via via che veniamo messi in grado di ricostruirla; e il nostro ingresso nel mondo dei sentimenti puri, senza vergogna, di quell'epoca concreta e tramontata per sempre, è celebrato in un trascinante Poscriptum (il mo¬ mento migliore di tutto il libro), in cui l'autrice ci rivela qualcosa che neanche i ricercatori scopriranno mai. Tradurre è sempre difficile, ma il caso di questo romanzo tutto contraffazioni e imitazioni è estremo; Anna Nadotti e Fausto Galuzzi se la sono cavata in modo egregio, anche se forse dei testi poetici, da loro resi in verso libero, senza le rime e con un inevitabile appiattimento della lingua, si sarebbero potuti dare gli originali in nota. D'altro canto il volume presentava già una mole cospicua, del tutto in carattere con la verbosità ottocentesca di tanti suoi personaggi dalle vene piene di inchiostro. Apprezziamo dunque la fatica dei traduttori, che l'hanno corredata di utili note dalle quali emerge la loro erudizione in tutto tranne che nelle Sacre Scritture: così almeno mi fa dire il sospetto che non abbiano riconosciuto la sorella di Lazzaro nella «Mary» (!) di «Bethany» (!) di pagina 191. Masolino d'Amico Antonia S. Byatt Possessione - Una storia romantica Einaudi, pp. 514. L. 36.000

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