STRISCIA IL ROMANZO

STRISCIA IL ROMANZO IMILANO L fumetto diventa letteratura e cura il romanzo in crisi di idee, di talenti. Fino a poco tempo fa era il sogno delle fanzines. Ora ci credono anche critici e studiosi: la Feltrinelli apre alla narrativa a strisce la collana I Canguri con il «romanzo disegnato» di Lorenzo Mattotti e Lilia Ambrosi, L'uomo alia finestra (pp. 166, L. 20.000), una storia interiore sulla scia di Wenders e Handke. Il prossimo titolo sarà Mauretania del gallese Chris Reynolds. Nell'epoca di Blob, dei generi rimescolati, il fumetto diventa letteratura? Goffredo Fofi, grande ammiratore di Mattotti, è stato un po' il mentore dell'operazione feltrinelliana. «Tra i fumetti - dice - ci sono libri importanti che meriterebbero di essere studiati a scuola. Viviamo in un'epoca di stupidità massmediologica, siamo asfissiati da immagini e parole che alludono, intontiscono, ammiccano. Si esalta la trasversalità dei generi, ma spesso c'è solo confusione di stili. E' venuto il momento di guardare in campi periferici come il fumetto. Qui ci sono grandi talenti, superiori a molti scrittori». All'estero il romanzo a fumetti ha già una piccola tradizione. «Maus» (l'Olocausto a strisce) è un classico. Le storie di Sinkiewicz e Miller, Munoz e Sampayo, Bilal, i manga giapponesi, possiedono una grande forza narrativa. In Italia sta emergendo la generazione che ha lavorato a cavallo tra il '68 e il '77, quella che faceva riferimento a riviste come Frigidaire, Dolce vita, Valvoline, che si richiama agli ambienti bolognesi, da Tondelli a Antoni. «Questi artisti - continua Fofi - si sono espressi meglio nel fumetto, nella fotografia, nel video, che nel cinema o nel romanzo». Gli stiU scompaiono, si mescolano. In America Paul Auster vuole scrivere a fumetti. I fumettari, dal canto loro, corteggiano gli scrittori. Antonio Faeti è d'accordo con Fofi. «Il libro di Mattotti - dice - è un piccolo capolavoro. Lo paragono a momenti altissimi della letteratura novecentesca, alle ricerche di Perec o di Calvino. Non so se esistono altri disegnatori in grado di seguire questa strada, certo è che ci troviamo ad una grande svolta narrativa». Oreste del Buono è un vecchio alchimista dei generi. Da sempre cerca di miscelarli. «Con Vittorini portai Bc tra i narratori. Mi piace il segno di Mattotti. Volevo che diventasse un autore Einaudi. Appartiene alla categoria del fumetto colto. Il libro che ha realizzato in coppia con Ambrosi dovrebbe essere giudicato da due punti di vista, come testo e come sequenza di disegni. C'è un'accuratissima ricerca delle parole. Il primo a muoversi in questa direzione, credo sia stato Altan. I suoi fumetti pieni di errori di ortografia preordinati, richiamavqno l'attenzione sul linguaggio. La grande novità dei nostri giorni è che il fumetto si è conquistato uno statuto culturale indiscusso». In una trasmissione televisiva curata da Mollica, molti vip culturali hanno fatto un peana del STRISCIA IL ROMANZO ìtjumetk)fa lelteraUira? fumetto. Woody Alien divora Li'l Abner. Attilio Bertolucci ama Mandrake, Flash Gordon. Ray Bradbury ha detto che i fumetti «sono meglio dei romanzi. Aiutano ad affrontare le cose serie della vita». Fellini disegna i suoi sogni e civetta con i fumetti. «Io leggo fumetti da sempre, senza vergognarmene - dice Federico Zeri -. I romanzi a fumetti sono vecchi come il cucco, ho un volumetto del '32 disegnato da Alex Raymond scritto da Dashiell Hammett, per me è prezioso come un classico. Non sono come Togliatti che accusava Vittorini di ospitare fumetti, testi reazionari, sul Politecnico. Verouska, Barbarella, Mandrake, Asterix, i Peanuts, sono opere letterarie. Non ho mai fatto differenza, fumetti e letteratura sono due forme di espressione diversa per dire la stessa cosa». Hugo Pratt ha dimostrato benissimo che romanzo e fumetto convivono. Le sue stòrie per immagini appartengono alla stessa tradizione di Stevenson, Conrad, Dumas. Ha venduto cinque milioni di libri. «Finalmente se ne accorgono - dice sorridendo, in partenza per i mari del Sud. L'ho sempre sostenuto che noi fumettari facevamo letteratura. Anche nei tempi bui, quando ci si doveva vergognare. Lang, l'unico vero ministro della Cultura europeo - in Italia non ne abbiamo più dai tempi di Bottai - l'ha capito e ha fatto entrare il fumetto al Grand Palais. Gli editori si sono finalmente accorti che è il fumetto la vera lettura. Asterix si vende più della Bibbia. Il fumetto è molto espressivo, è immediato. Richiede una cura maggiore. In un romanzo mi basta accennare con una frase. Nel fumetto devo essere preciso, documentarmi. Per mostrare una giubba rossa del 1901, devo sapere com'era fatta. Noi siamo stati l'avanguardia. Ora le strisce arrivano dappertutto. Mancano solo nei giornali». «Il fumetto italiano, purtroppo, ha pagato la sua promozione culturale perdendo in diffusione - sottolinea Del Buono. - Solo le "bonellanze" resistono su tirature alte. Le altre riviste sono ristrette a una tribù che non supera le 20 mila anime. Gente selezionata, distinta, in grado di spendere anche cifre .notevoli, perché il prezzo di copertina è sempre più caro». La serie dei «Graphic Novel» feltrinelliana propone un fatto compiuto. Il romanzo a fumetti è una realtà. Segue la stessa evoluzione del romanzo occidentale, passando dal feuilleton, dall'avventura, al flusso di coscienza. Ma esiste un lettore adeguato? Diverso da quello che continua ad amare l'evasione pura di Dylan Dog e dei supereroi Marvel? «I libri alla Mattotti - dice Faeti - possono riunire il meglio dei due pubblici, quello che compra solo libri e quello che compra solo fumetti. Oggi le due tribù si detestano. Lo so sulla mia pelle. I critici «neo-starace» delle fanzines mi attaccano sempre, dicendo che faccio il professore di fumetti, che scrivo libri alla camomilla. Credo sia venuto il momento di far incontrare Perec e Tex. E' assurdo che il patrimonio immenso dei fumetti sia lasciato ai fanzinari sconsiderati». Riusciranno i nuovi «romanzifumetto» a surclassare quelli tradizionali? «Io amo molto i fumetti - dice lo scrittore Andrea De Carlo -. In alcuni periodi le strisce mi hanno arricchito molto più di tanti romanzi inconcludenti. Per ersempio, le storie di Ugo Pratt sono assai più significative di tanta narrativa contemporanea. Però, se accompagnare le immagini alla parola scritta è un espediente per rendere più accessibile e più 'facile' il romanzo, allora sono contrario». Perché? «Il fascino della parola scritta è che ogni lettore può costruire nella sua testa il proprio romanzo con l'immaginazione. Non è un caso che gli stessi personaggi a volte appaiano così diversi agli occhi di ciascun lettore. Non precludiamoci le vie della fantasia». Bruno Ventavoii Feltrinelli pubblica storie a disegni nella sua collana di narrativa ìtjumetk)fa lelteraUira? STRISCIA IL ROMANZO

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