Futurismo russo a prezzi stellari

Futurismo russo a prezzi stellari Futurismo russo a prezzi stellari A rivincita se la stanno prendendo, un settantina di anni dopo, nelle sale d'asta, negli scaffali dei librai, nelle bacheche di collezionisti e studiosi. Lacerato all'epoca dal furibondo scontro tra le «fazioni» rivali, snobbato da Marinetti come sottoprodotto del movimento occidentale italiano nella sostanza -, perseguitato dopo il '28 da Stalin, il futurismo russo sta prosciugando le sostanze di bibliofili affascinati dall'avanguardia internazionale. Nei cataloghi dei più sofisticati antiquari italiani cominciano a fiorire libri-manifesto di Majakovskij e compagni. Per uno Schiaffo al gusto corrente in perfetto stato, i milioni non si contano: il prezzo va dai dieci in su. E si tratta di una concentrata raccolta di poesie composte da sei autori capeggiati da David Burljuk, un libretto stampato nel 1912 su carta da pacco e avvolto in una copertina di tela di sacco. Ma l'importanza di quel titolo sta nella veemente rottura con il «mostro» passatista. Del tutto latitante Il giardinetto dei giudici, ricercatissima antologia del 1910 realizzata su carta da parati, un'opera della fase impressionista del futurismo. Dal punto di vista estetico, capolavoro del periodo, pur avanti negli anni, è Dlja Golosa (Per la voce), raccolta di poesie nata dall'incontro, a Berlino, di Majakovskji con l'illustratore El Lissitzky che ha reinterpretato, in nero e rosso, i caratteri pescati in vecchi cassetti da tipografo. Stampata nel '23, organizzata come fosse una rubrica telefonica, Dlja Golosa sarà il pezzo forte di Andrea Tomaseting (libraio milanese tra i più preparati sull'argomento) alla terza mostra del libro e della stampa antichi di Milano. Costo: da otto milioni in su. E i prezzi sono destinati a lievitare, sia per la ridottissima tiratura dei libri sia per la fragilità della carta utilizzata. In agguato, poi, i falsari. Andrea Dal Lago (titolare della libreria Derbiljus di prossima apertura in via Piatti a Milano), specializzato in libri del '900, si trova sempre di fronte al solito problema quando cerca di far rifornimento nella Mosca post-comunista: copertine e varie parti rifatte. Comunque, «sperare di anda¬ re a disseppellire capolavori della tipografia russa dai resti dell'impero sovietico è pia illusione», avverte Giuseppe Zanasi, libraio antiquario di Bologna che nel suo ultimo catalogo presenta una selezione di libri russi illustrati per ragazzi. Quel che c'è si trova qui, tra Venezia, Roma, Parigi e Londra. Nella sua collezione ci sono opere illustrate da artisti del «Mir iskusstva» (Il mondo dell'arte) che rivoluzionarono la concezione del libro per l'infanzia non soltanto russo. Il volumetto Moi do dyr (Lava a fondo) interpretato da Jury Annenkov ('23) è venduto a 420 mila lire, Pesra' o vescem oleg (La canzone di Oleg), illustrato da Jury Vasnecov (1899), arriva alle 650. Ma in molti farebbero pazzie per un'opera di Ivan Bilibin che, emigrato all'estero, divenne il simbolo dell'esotismo russo. Questa recente passione è stata anche sancita da un recente volume: Erast Davidovic Kuznzcov L'illustrazione del libro per bambini e l'avanguardia russa (Cantini, L. 55.000). In Italia, la più importante collezione di libri russi è probabilmente quella di Stelio Villani, manager appassionato di letteratura russa, che i futuristi li coltiva da tempo a fianco di rarissime prime edizioni come quella di Guerra e pace. Unico suo peccato: scrive il russo con l'alfabeto semplificato nel '18. Alla sua collezione mancano, insomma, cinque caratteri cirillici. Pier Luigi Vercesi

Luoghi citati: Berlino, Bologna, Italia, Londra, Milano, Mosca, Parigi, Roma, Venezia