BIBLIOFILI D'ITALIA

BIBLIOFILI D'ITALIA BIBLIOFILI D'ITALIA Dal Vascello a Bourlot, da Palmaverde a Rovello una guida alle librerie antiquarie e dbccasione BIBLIOFILI e bibliomani d'Italia, il catalogo è questo. Le Edizioni del Vascello varano la terza edizione della Guida alle librerie antiquarie e d'occasione (a cura di Claudio Maria Messina, pp. 234, L. 20.000). Novanta città e paesi, trecentonovanta indirizzi, ma non aridi, tutti o quasi infiocchettati con notizie minime e caramellose. Firma la prefazione Umberto Eco, notoriamente in regola con le carte del passato (la Rosa germinò da un volumetto di Milo Temesvar scovato «sui banchi di un piccolo libraio antiquario in Corrientes», a Buenos Aires). Baricentro della Guida è la libreria romana Al Vascello (via Giuseppe Dezza 15/a). Ne è titolare Maria Gabriella Carbone, che ha fondato con Claudio Maria Messina le «Edizioni Biblioteca del Vascello». «La Guida spiega la signora - ha conosciuto un successo inatteso: undicimila copie vendute, fra prima e seconda edizione. Eccone ora altre cinquemila». Negli scaffali: arte, letteratura, scienze, storia. Novanta testi su cento venduti per corrispondenza. Fuori commercio, invece, le effigi di gufi e topi che affollano la bottega, inaugurata giusto dieci anni fa. L'opera più preziosa in catalogo? «Il Canzoniere di Saba, il primo, quello che editò la libreria del poeta avverte Maria Gabriella Carboni, nello sguardo "bagliori germanici", come assicura la Guida -. Prezzo? Un milione». C'è ancora la libreria Umberto Saba a Trieste (via S. Nicolò 30), ma non custodisce tesori, come lascerebbe intendere la ((bussola» del Vascello («... è sempre con emozione che si attende l'apertura di qualche altra tra le casse conservate dal Cai-letto nel deposito, ora in via di svuotamento»). Carletto (Cerne) venne dopo Saba. Morendo, cedette il testimone al figlio Mario, che sfata la leggenda: «Nessuna pepita in cantina. Al piano superiore offriamo stampe e carte geografiche. E un clima sabiano, che richiama visitatori di continuo. E' difficile, invece, alimentare l'albo dei fornitori. Le aste, no: occorrono cifre enormi per frequentarle con successo. E le biblioteche private sono sbarrate. Là dove ci sono, beninteso: non dimentichiamo che l'ambizione e la capacità di raccogliere libri latitano o quasi». Da Saba alla bolognese via de' Poeti. Al numero 4 è la Libreria Palmaverde di Roberto Roversi, poeta egli stesso, tra gli animatori negli Anni Cinquanta della rivista «Officina», con Pier Paolo Pasolini, Angelo Romano, Franco Fortini: ((Aprimmo i battenti nel '48 - ricorda Roversi -. Nel '49, in dicembre, il catalogo n. 1. Abbiamo raggiunto quota 210. Coltiviamo il Novecento e la seconda metà dell'Ottocento, riservando una speciale attenzione alle avanguardie artistiche e poetiche. L'ultimo titolo di valore che abbiamo acquisito? Un volumet¬ to che raccoglie poesie di Corazzini e di Tarchiani con dediche autografe. Lo pubblicarono gli autori a loro spese». Da Bologna a Firenze, via Martelli 35/r, libreria Giorni di Meva Montelatici, aureolata da Giovanni Spadolini. Qui il presidente del Senato, adolescente, scoprì Gobetti: «Quella specie di sottoscala, o di mezza cantina, era il rifugio preferito delle mie ore di riposo o di ricerche da bibliofilo in erba. Il primo libro (di Gobetti, ndr) che mi venne nelle mani (lo acquistai per sei o sette lire fra il '37 e il '38: a metà prezzo, era uscito nel '26 a dodici lire) fu il Paradosso dello spirito russo». «Il fondo Gobetti è esaurito da parecchio - avvisa il collaboratore della signora Montelatici, Cesare Bardare -. Ma Spadolini viene ugualmente a trovarci. E con lui melomani (abbondiamo di spartiti, prime edizioni: da Puccini a Mascagni), uomini di spettacolo (da Nureiev a Massimini, il re dell'operetta), scrittori (Manganelli capitò qui la vigilia della morte, compero un saggio su Leonardo da Vinci). Chicche? Un Petrarca del Settecento (400500 mila lire), "reliquie" di Landolfi, Papini, Palazzeschi (come le Bestie del 900 illustrate da Mino Maccari)». Gobetti, Torino. La città di un bibliofilo ostinato quale fu Luigi Einaudi. «Uscendo dal Cognetti de Marchis (il laboratorio di economia politica dell'Università, ndr) si affacciava nelle botteghe dei librai antiquari - rammenta il figlio Giulio, l'editore - e tornava a casa nascondendo nella sua borsa capace libri preziosi». Con Einaudi, sotto la Mole, «frugava» volentieri, «in gaio umore e calmi nervi», Benedetto Croce. Meta preferita del filosofo, Bourlot, dal 1848 in piazza San Carlo (al 183). Atlanti, carte e vedute, stampe, libri d'antan «austeramente disposti - recita la Guida su scaffali di legno a cui ci si avvicina con titubanza e rispetto». «Il cliente odierno? E' sempre meno attratto dall'oggetto in sé, a interessarlo è il suo valore commerciale» spiega il titolare, Cesare Birocco. Va imponendosi, dunque, la logica dell'investimento? «Non è dominante - precisa il successore di Bourlot -. Diciamo che pesa in ragione del quaranta per cento». A Napoli, dinanzi a Palazzo Filomarino, casa Croce, sono le librerie Mario Miliario e Arnaldo De Simone. Poco lontano (via S. Pietro e Maiella 32/33) s'incontra dal 1965 la libreria Colonnese di Gaetano e Maria (pure editori). In catalogo («Colophon»): letteratura tra Otto e Novecento, con un'ampia finestra spalancata sul futurismo (Marinetti trionfa), cartoline, figurati spesso d'intonazione «galante». Risalendo lo Stivale, sembra doveroso sostare a Siena, in omaggio a Tre croci di Tozzi, alla libreria dei fratelli Giulio e Nicolò ((tutta ingombra di vasi, di piatti e di pitture» dove il romanzo ha inizio. Un indirizzo per i cultori del mondo greco e latino: Il Bibliofilo di Giovanna Tabuso, via Roma 45 («Ma presto traslo- cheremo nei dintorni di piazza del Campo»). Capolinea del viaggio antiquario, Milano. La «Permanente» ospiterà (3-5 aprile) la «Mostra del Libro e della Stampa antichi», giunta alla terza edizione. Fra i suoi ideatori la rivista «L'Esopo», il trimestrale della libreria Rovello (via Rovello 1), davanti al «Piccolo». Mario Scognamiglio, il titolare, isola gli «ori» (alcuni) della prossima rassegna: «Il Póliphilo di Aldo Manuzio, Discorsi e Dimostrazioni Matematiche di Galileo Galilei, L'isola Eutopia di Tommaso Moro (tutte prime edizioni), Il Bestiaire di Apollinare illustrato da Dufy». Ma le pagine rare non aspettano solo in libreria. Da Fiorini (corso Siccardi, Torino) a Frezza (piazza Teatro di Pompeo 40, Roma), da Rizzo (piazza Missori angolo via Gonzaga, Milano) all'Anonimo di via Pacini (Catania) non sono poche le bancarelle segnalate nella Guida - dove può acquattarsi la felice sorpresa che talvolta orienta una vita. Come ben sapeva Luigi Firpo, che imboccò i sentieri dell'Utopia grazie a un bouquiniste: «... avevo trovato su una bancarella, attratto dal prezzo vile e da una fiammante legatura di pelle rossa e blu, due volumetti d'un poeta sconosciuto, arduo sino all'indecifrabilità (...). Era l'edizione, filologicamente infame ma per me benedetta, delle Poesie di Tommaso Campanella, curata da Giovanni Papini per il Carabba di Lanciano...». Brano Quaranta Dal 3 al 5 aprile in mostra a Milano diecimila volumi, il meglio di 5 secoli a Nella «Guida alle librerie antiquarie» 120 itinerari, 390 indirizzij