PAROLE DI LETTORI di 1. G.

PAROLE DI LETTORI PAROLE DI LETTORI Le prime 300 schede per il dizionario degli Anni 90 AAMORE è la più amata, ODIO la più odiata. Fino a ieri mattina sono arrivate in redazione, da Torino a Palermo, 300 risposte al referendum lanciato sabato scorso da Tuttolibri: 15 lettori hanno «promosso» l'amore. Perchè, scrive Giovanna Anselmo, casalinga torinese, «è ima parola magica tra uomo e donna, tra figlie madre, tra persone e animali». Oppure perchè, dice Vittorio Stella, pensionato celibe, «a 72 anni lo aspetto ancora dopo numerose delusioni». In 6 hanno «bocciato» l'odio, perchè «odiare è sempre tempo perso», dice Giovanni Donna. Ma lo spoglio delle schede indica una ampia gamma di scelte: sono già 250 le parole, belle e brutte, per il nostro dizionario di valori e misfatti, piaceri e malesseri, non solo linguistici, degli anni '90. Tra quelle amate ottengono più di un voto: LIBERTA' (4); VITA, MAMMA, SERENITÀ', SPERANZA (3); ALBA, DOMANI, ONESTA', CORAGGIO (2). Tra le più odiate: POLITICA (4); MAFIA (3); PERBENISMO (2); MORTE, OKAY, CIOÈ', VITTIMISMO, INDIFFERENZA, VIOLENZA (2). Nelle schede degli «amori», i nomi astratti prevalgono su quelli concreti, si preferiscono le parole che condensano una visione della vita, un valore forte: da IDEALE A DIO, da PENSIERO a STORIA, da GIUSTIZIA a ARMONIA. E' una lunga sequenza di aspirazioni e desideri, di parole chiave per vivere bene, come ad esempio: FANTASIA, DOLCEZZA, SERENITÀ, TRANQUILLITÀ', QUIETE, SOLIDARIETÀ', DIGNITÀ', TRASPARENZA, CREATIVITÀ'. Massimo Bonfantini, semiotico milanese, preferisce però INVENTIVA, perchè «non è la creatività, parola di stilisti e analisti». Natale Castellino insegnante di Campobasso sceglie ABDUZIONE, perchè «rimanda alla curiosità e alla ipotesi che attraversano tutta la conoscenza». Più semplicemente, Claudia Grasso, studentessa, ama la LUNA, «quella della mia infanzia, con gli occhi, la bocca, il naso, che ogni tanto mi strizza ancora l'occhio». Nella lista degli «odi» si manifesta una condanna etica: DROGA, ARROGANZA, PREPOTENZA, MENZOGNA, MALAFEDE, TRADIMENTO, VENDETTA, TANGENTE, RAMPANTE, CONSUMISMO, PROFITTO («é la cosa per la cosa», dichiara Vito Schiavone, insegnante milanese). Ma c'è anche chi fa il gioco del rovescio e ad esempio odia «amore» perchè: «la nonna - donna meravigliosa - mi raccontava le fiabe. Terminavano sempre con: '..e vissero a lungo felici e contenti'...Ci ho creduto!! (perdipiù sono recidiva) ». Oppure odia «solidarietà» perchè: «il suo abuso è il segnale dell'ipocrisia latente in chi vuole esibirsi, è un segno dei nostri tempi». Sempre tra le più odiate, ricorrono le brutte parole gergali, dalla burocrazia all'informaticar: TRIBUTARIA, SINERGIA («fra breve il minestrone diventerà una sinergia di verdure, ma ne perderà i profumi e gli odori», teme Francesca Mura), MONITORAGGIO, BONIFICO, INIZIALIZZAZIONE, IMPLEMENTO ( «ha il suono orribile dei neologismi coniati dai contropoeti del computer», sostiene Chiara Zumaglini). 0 le parole-tormentone usate per riempire il vuoto del discorso, come NIENTE, ECCO, ASPETTA, CAPITO. Non mancano le scelte ironiche. «Odio: VEGETARIANO». Perché? «No comment», scrive Enzo Viezzo Ramus, macellaio. Le proposte simpatiche: «Amo CAREZZIERE: accettatelo come neologismo usato dal mio elargitore di carezze», suggerisce Nicoletta Spalliti a, professoressa di lettere. O quelle, in apparenza, provocatorie: il lessicografo Carlo Molinaro ama e odia la stessa parola, PUTTANA. La ama perchè «è il simbolo della femminilità liberata dai lacci quotidiani del perbenismo sentimentale»; la odia perchè «contiene e riassume tutte le sanzioni crudeli e idiote contro la femminilità liberata». Con meno enfasi, Sonja Napoletano, studentessa diciottenne, spiega il suo amore per SESSO: «trovo piacevole il suono di quelle tre esse separate da una vocale». E Mauro Renato, 19 anni, consiglia più IRONIA, «l'unica 'droga' che permette davvero di dimenticare lo schifo che ci circonda». C'è anche chi, come Rodi Ajmone Marsan pensionato, sotto «la parola che amo» scrive NESSUNA, perchè: «chi usa le parole lo fa sui giornali, alla tv, in maniera incomprensibile. Meglio, molto meglio gli anafabeti». Per contro l'operaio Daniele Melano ama POETA, perchè «è una maniera di vivere, di soffrire, di amare, un tormento lungo che dura tutta la vita» e Carla M. sceglie LIBRO: «...garantisce a ogni persona in tutti i giorni dela vita, anche i più bui, il mondo intero ed un'autentica libertà di scelta». A proposito di scelta, la signora Carla osserva a ragione che la settimana scorsa mancava nel tagliando lo spazio per l'indirizzo, informazione essenziale per contattare gli autori delle dieci schede più interessanti del nostro referendum. Abbiamo rimediato. Il referendum prosegue fino al 9 maggio. Alla prossima settimana, con altri amori e odi dei nostri lettori. [1. g.]

Luoghi citati: Alba, Campobasso, Palermo, Rodi, Torino