IN SUD AFRICA SCRIVONO ANCHE I NERI: ASCOLTIAMOLI di Claudio Gorlier

IN SUD AFRICA SCRIVONO ANCHE I NERI: ASCOLTIAMOLI Parliamone IN SUD AFRICA SCRIVONO ANCHE I NERI: ASCOLTIAMOLI EE elezioni in Sud Africa hanno assestato un colpo decisivo all'apartheid. Benissimo. Gli organi di stampa europei si affrettano a intervistare personalità della politica e, giustamente, scrittori e intellettuali sudafricani per commentare la buona novella. Bene anche questo. Ma, con regolare frequenza, in questi casi il postino bussa alla porta di due destinatari: Breyten Breytenbach, esule a Parigi, e soprattutto Nadine Gordimer. Trovo, in questa consolidata abitudine, un residuo inconscio non tanto di apartheid, ma di eurocentrismo in qualche modo complice. La Gordimer è una notevole scrittrice di matrice culturalmente inglese, politicamente impegnata, il cui prestigio ha molto contato nella lotta contro la segregazione. Militante nell'African National Congress, amica di Mandela, ha comunque il privilegio - di cui nessuno le fa colpa - di appartenere alla grande e agiata borghesia bianca. Nei suoi personaggi neri si coglie spesso un certo impaccio, frutto inevitabilmente di una ottica solidale, ma esterna, laddove la rappresentazione delle nevrosi bianche tocca una persuasiva intensità,. Vogliamo, dunque, dare la parola agli scrittori neri del Sud Africa, molti dei quali ancora in esilio, e ricordare quelli che in esilio sono morti (Alex La Guma, romanziere e saggista, Bessie Head, scrittrice di straordinaria pregnanza, il grande poeta Arthur Nortje, suicida a Londra)? Pensiamo al poeta Dennis Brutus, esule negli Stati Uniti, voce epica di protesta e di rivendicazioni, a suo tempo incarcerato in Sud Africa con Mandela, ferito in un tentativo di evasione e poi espulso. Lo scorso anno mi aveva espresso la sua gioia e la sua preoccupazione. Ora potrà tornare. Lewis Nkosi, drammaturgo, saggista, romanziere (il suo Sabbie nere è stato pubblicato dalle Edizioni Lavoro), uno dei maggiori intellettuali africani, costretto a peregrinare da un Paese all'altro, lui personaggio scomodo eppure affascinante. Cecil Abrahams, critico e accademico, esule in Canada, che aveva pregato gli amici di attendere, di visitare il Sud Africa soltanto dopo un'autentica svolta politica: ora ci siamo. Ezekiel Mphalele, scrittore, critico, accademico, prima in esilio volontario e poi ritornato perché, mi scrisse, riteneva che pur tra mille difficoltà gli toccasse di testimoniare con la sua presenza in patria: L'intellettuale, insisteva Mphalele nella sua lettera, deve seguire sempre il consiglio di Camus, essere risolutamente révolté, rifiutare i dogmatismi e le definizioni sbrigative, non accamparsi sulle formule sbrigative; rifiutarsi di dichiarare che «nero è bello» quando si trova di fronte a prese di posizione che non condivide, ma battersi con assoluta intransigenza. Un grande scrittore sudafricano di origine boera ma egli pure assai impegnato, J. M. Coetzee, l'autore di Aspettando i barbari, ha brillantemente descritto lo sforzo di conquistare alla letteratura un «paesaggio duro, impenetrabile», di africanizzarsi. Ma gli scrittori neri del Sud Africa sono dentro quel paesaggio, geografico e umano, tra passato e presente, e -e lo hanno consegnato con una straordinaria varietà di voci. Vale davvero la pena di ascoltarle, ora che possono concedersi di parlare di un presente liberato e di un futuro diverso. Claudio Gorlier

Persone citate: African, Arthur Nortje, Bessie Head, Breyten Breytenbach, Camus, Cecil Abrahams, Gordimer, Lewis Nkosi, Nadine Gordimer