Giù le mani dal prete garibaldino

Giù le mani dal prete garibaldino L'Osservatore Romano riaccende la disputa su Pio IX, Bassi e il Risorgimento Giù le mani dal prete garibaldino «Petacco non è serio. Craxi, che svarioni» I—fi ROMA J OSSERVATORE Romano torna alla carica con la i polemica su Ugo Bassi, U Pio IX e il Risorgimento. Dalla guerriglia è passato alla guerra. «Craxi, scherza con i fanti, ma lascia stare i santi» ammoniva quattro giorni fa il giornale del Vaticano, in un articolo su quattro colonne al vetriolo. Ieri ha dedicato alla questione un'intera pagina dal titolo «Ma i partiti non fanno testo su Garibaldi. Una somma di sviste, inesattezze, errori, forzature interpretative». Al centro del bersaglio lo storico Arrigo Petacco per il suo libro sul barnabita garibaldino giustiziato a Bologna dagli austriaci nel 1849' e lo stesso Bettino Craxi autore della prefazione. Il primo «servizio» era puntato soprattutto sulla trasmissione, la scorsa settimana su Raidue, del film In nome del popolo sovrano, girato da Luigi Magni con Manfredi e Sordi e la consulenza di Petacco, nel quale larga parte hanno la storia del sacerdote e la sua querelle con il Papa, presentato come un nemico del Risorgimento. «La vicenda storica è stata falsata a scopi politici» si era tuonato da parte cattolica. Per dire, anche, che la rete Rai «socialista» si sarebbe prestata a una propaganda elettorale strisciante. Si facevano «le pulci» sia al film che alla biografia, segnalando errori che il regista e lo storico avevano subito confutato, come La Stampa ha riferito diffusamente. Ieri l'Osservatore ha dedicato tutta la sua attenzione proprio agli errori di Petacco, nonché a quelli dello stesso Craxi nei discorsi sul Risorgimento raccolti nel volume Pagine di storia della libertà, uscito nel '90. Bisogna dire che il giornale è stato «invitato» da Petacco medesimo, che in un fondo usrito'sùlf avanti.' sabato Scorso chiedeva all'organo vaticano di precisare, motivare i suoi rilievi: «Queste accuse vane, generiche dell'Osservatore che dice "migliaia di errori" mi sorprendono: me ne dicano uno, concreto però, non un errore di data...». Paolo Befani, autore della lunga «inchiesta» motiva. Eccome. Subito lo pizzica su errori veniali, l'aver sbagliato, sull'Avanti!, il titolo stesso del suo libro che non è Viva Gesù, Viva Maria, Viva l'Italia. Vita di Ugo Bassi, un prete garibaldino, ma W Gesù, W Maria, W l'Italia. Ugo Bassi, il cappellano di Garibaldi, e aver ricordato in modo imperfetto anche il nome del suo editore. Ma alla richiesta di Petacco: «Mi si dica se è vero o no, per esempio, che Ugo Bassi fu fucilato dagli austriaci con il consenso più o meno tacito della Curia...», la risposta è ampia. «Non ci fu alcun "processo nero" in cui mons. Bedini e i rappresentanti del clero bolognese avrebbero avallato la condanna a morte di Bassi pronunciata dagli austriaci - sostiene Befani -. Al riguardo Craxi (pag. 13 di Pagine dì storia della libertà) si rifugia dietro un "correva la voce"; Petacco (pag. 83) ritiene "improbabile" questo vertice ecclesiastico, ma due pagine dopo sostiene - senza fornire alcuna prova documentaria - che "è anche molto probabile" che il generale Gorzowski, governatore militare austriaco delle Legazioni, abbia chiesto e ottenuto da lui (mons. Bedini, ndr) il necessario nulla osta per sbarazzarsi del frate garibaldino". Ebbene, la migliore storiografia di parte laica esclude che le auto- rità ecclesiastiche fossero state preavvertite dagli austriaci o peggio ancora avessero dato il proprio consenso all'esecuzione di Bassi. Un maestro della storia del Risorgimento, Alberto Maria Ghisalberti, ha scritto (alla voce "Bassi Ugo" dell'Enciclopédia Cattolica) che il barnabita venne fucilato "ad insaputa delle superiori autorità ecclesiastiche e di quelle civili pontificie"». Altri errori Befani segnala a proposito delle vicende di Ciceruacchio (al secolo Angelo Brunetti), il tribuno della Repubblica Romama, che non era un «oste di viaRipetta», ma secondo la «voce» della Treccani redatta da Maria Luisa Trebiliani, «aveva cominciato come carrettiere a vino» per divenire in seguito un piccolo imprenditore nel ramo. Quanto alla fucilazio¬ ne del Brunetti e del figlio Lorenzo di 13 anni, insiste Befani, «il nostro autore dimentica che anche Luigi (l'altro figlio accusato di essere l'esecutore materiale dell'assassinio di Pellegrino Rossi), fu giustiziato con il padre e il fratello minore». «L'operazione Ugo Bassi"continua l'Osservatore - non è la prima disavventura storiografica che capita quando ci si vuole misurare con la leggenda di Garibaldi. Sul finire del 1986, in coincidenza con la trasmissione di un film tv di Luigi Magni (ancóra lui!) sul Nizzardo, il senatore Guido Gerosa pubblicò II generale. Vita di Giuseppe Garibaldi. Anche in questa biografia che reca la consueta prefazione di Bettino Craxi, gli errori sono di casa. Gerosa, come Petacco, è un giornalista scrittore tuttofare che sforna libri a getto continuo sui più disparati argomenti. Eppure nell'area politico-culturale socialista gravitano eccellenti storici (citiamo per tutti Giorgio Spini) le cui opere fanno testo in Italia e all'estero. Ripresentandosi l'occasione di occuparsi dell'universo garibaldino sarebbe indubbiamente cosa seria affidarsi ad uno studioso degno di questo nome». Neppure il segretario del psi esce indenne dalle «indagini» storiografiche del foglio vaticano. Prese di mira sono le sue Pagine di storia della libertà. «A pag. 5 Craxi incorre in un curioso infortunio quando afferma che "l'indipendenza dei popoli è, per Bassi, il primo anello della catena da infrangere perché l'uomo sia libero". A pag. 8 accennando al gen. Andrea Ferrati che guidò i volontari romani alla prima guerra d'indipendenza, si ricorda che era reduce dalle guerre "napoleonidi". L'aggettivo appropriato sarebbe stato napoleoniche». E ancora: l'autore dell'articolo punge Craxi su uno svarione probabilmente tipografico, come forse i precedenti, in cui le Procuratie veneziane diventano «Paratie». «Infine menzionando a pag. 13 Gaetano Bedini, il quale dopo la rivoluzione del '49 provvide a restaurare , l'amministrazione vaticana ih' Emilia-Romagna, Craxi lo definisce "Nunzio pontificio al seguito delle truppe austriache", quando invece rivestiva la carica di Commissario straordinario della quattro Legazioni (Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna)». Errori non gravissimi, questi ultimi, a quanto pare. Ma Paolo Befani si chiede «dove mai siano andati a documentarsi Craxi e soprattutto Petacco. La fonte principale (se non unica) da essi utilizzata è inequivocabilmente la ottocentesca Biografia di Ugo Bassi di Didaco Facchini, nella quale si rinvengono la maggior parte degli errori che abbiamo segnalato. (...) L'opera risale a un secolo fa; da allora gli studi sul cappellano garibaldino hanno fatto notevoli passi avanti». Mirella Appiotti Il giornale vaticano denuncia «migliaia di errori»: invitato a indicarli, raccoglie la sfida e sfodera una pagina intera Al centro, Serena Grandi e Alberto Sordi in una scena del film «In nome del popolo sovrano». A fianco. Pio IX e Mario Agnes, direttore dell'«Osservatore Romano»