La Francia boccia anche Fabius di Enrico Benedetto
La Francia boccia anche Fabius Il segretario del ps sconfìtto nella Lorena, i lepenisti votano il rivale La Francia boccia anche Fabius EDelors tradisce Mitterrand: resta alla Cee PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ancora un tonfo socialista. Il segretario Laurent Fabius brigava la presidenza dell'Alta Normandia, gettando nella battaglia il residuo prestigio ps. Dovrà rinunciare: al terzo turno, l'avversario Upf (il cartello gollista-giscardiano) ha finito con l'aggiudicarsi la poltrona. E non la mollerà. Anche detraendo gli 8 suffragi lepenisti che «inquinano» il suo exploit, vincerebbe d'un soffio su Fabius, che ne reclama invano le dimissioni. E, salvo ripensamenti, anche nella regione Nord-Pas de Calais, il quadro è sfavorevole alla Rosa: ieri notte le votazioni proseguivano a oltranza, tuttavia il ps sembra a corto di risorse per salvare l'ultimo grande bastione gauchiste. L'ennesima giornata nera registra inoltre il tardivo «obbedisco» del ministro Jean-Marie Rausch (Poste). Eletto venerdì presidente in Lorena grazie al Front National, da quasi 72 ore ignorava le autorevoli pressioni (Edith Cresson, Fabius medesimo) per ripetere lo scrutinio o lasciare il governo. Sabato il suo collega Jean-Pierre Soisson (Lavoro) sceglieva la prima ipotesi. Ieri Rausch ha invece gettato la spugna a livello locale. Controvoglia, si direbbe, e quasi fuori tempo massimo. Malgrado queste notizie, tut- t'altro che minori, i francesi sembrano ormai appassionarsi unicamente alla congettura, ovvero al toto-Matignon, sport che dilaga tra i media quanto per le strade. Plantu, il vignettista di «Le Monde», raffigura madame Cresson trafitta da frecce, pugnali e scuri quasi fosse il San Sebastiano della V Repubblica. Potrebbe essere lei la vittima sacrificale che oggi o domani Francois Mitterrand ucciderà per reincarnarsi in un nuovo premier. Ieri il suo annunciato giustiziere, Jacques Delors, è sembrato però concederle qualche speranza. Da Bruxelles spiega che non intende lasciare anzitempo le sue re¬ sponsabilità europee. Se ne riparlerebbe quindi a inizio estate, non prima. L'annuncio implica forse un cortese rifiuto della proposta mitterrandiana, che lo voleva premier - dicono le voci - senza condizioni. Nell'ultimo colloquio con l'Eliseo, giovedì, Delors avrebbe invece suggerito una serie di manovre - in particolare sul calendario di Legislative e Presidenziali che trovano Mitterrand ancora perplesso. Ma il Commissario Cee può togliere la riserva quando lo desideri, incluso oggi o domani, e presentarsi a Matignon' quale salvatore. Edith Cresson resta insomma nel braccio della morte. Ieri il premier ha trascorso 35 minuti all'Eliseo, rifiutando ogni dichiarazione. Quindi è partita verso Chàtellerault, la cittadina che domenica stava per regalarle brutte sorprese nel secondo turno cantonale. Poi Mitterrand ha visto il ministro e portavoce governativo Jack Lang - una lunga promenade insieme per le vie cittadine - e il presidente del Consiglio Costituzionale Badinter. Attività intensa, straordinaria, alla quale però corrisponde mutismo totale. I francesi chiedono un «Je vous ai comprisi», il «Vi ho capiti» gollista sull'Algeria in versione ps. Ma finora il segno manca. Lasciando crescere l'aspettativa, l'Eliseo gioca d'astuzia e da virtuale perdente si eleva ad arbitro. Non si può escludere che lasci in campo molti ministri attuali, incluso il primo, ma spiazzi i critici offrendo un programma o scadenze nuovi per uomini vecchi. Non ignora comunque che due cittadini su tre auspicano Edith Cresson venga licenziata. E Jacques Delors - affermano i sondaggi - raccoglie simpatia pure fra i non socialisti: nella corsa per l'Eliseo oggi batterebbe Chirac. Pierre Bérégovoy, il plenipotenziario dell'economia francese, arriva in seconda posizione. Dicono sia già da mesi un premier-ombra, il suo arrivo a Matignon non stupirebbe. Nei conteggi finali, il ps scopre intanto che solo 20 Dipartimenti su 76 hanno una maggioranza di sinistra. Erano 43 nel '79 e ancora 26 nelle ultime Cantonali. Il pcf arretra a sua volta (250 mila voti in meno) ma fa capire che non vi saranno più intese precostituite con rue Solferino. Quanto a Verdi e Generation Ecologie, sono tiepidi nell'appoggiare in loco la Rosa. Trionfa invece l'Upf, che grazie ai notabili di Cantone inverte la tendenza al logorio mostrata nelle Regionali. In altre parole, cresce l'isolamento socialista, oggi più che mai vera solitudine del potere. Enrico Benedetto Il premier francese Edith Cresson
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