Libia l'ultimo trucco non ammalia l'Onu
Libia, l'ultimo trucco non ammalia l'Onu «I due di Lockerbie liberi di auto-estradarsi» Libia, l'ultimo trucco non ammalia l'Onu WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Anche i mediatori arabi hanno perso tutte le speranze. L'ultima proposta di compromesso sul problema della consegna dei due presunti colpevoli dell'attentato di Lockerbie, lanciata ieri dal governo libico proprio mentre il Consiglio di Sicurezza dell'Orni si accinge a votare oggi la risoluzione che stabilisce l'embargo, non è neppure stata presa in considerazione. E perfino i dirigenti della Lega Araba e gli esponenti del governo egiziano, il più impegnato nel cercare di evitare che la situazione precipiti, non l'hanno giudicata tale da bloccare il meccanismo della condanna internazionale della Libia, che Usa, Gran Bretagna e Francia hanno innnescato all'Orni. In un lettera recapitata domenica al segretario generale della Lega, Esmat Abdel-Maguid, che l'ha subito girata all'Onu, il governo libico ha annunciato di «non avere nulla da obiettare su un'eventuale consegna sponta nea alla Lega» da parte dei due presunti attentatori. «La lettera del governo libico - spiegava una nota di accompagnamento della Lega - esprime la volontà della Libia di creare un meccanismo pratico che consenta l'adempimento alle richieste contenute nella risoluzione 731 nel contesto della legge internazionale e della sovranità nazionale della Jamahiriya». Ma «il meccanismo pratico» non è sufficiente. La risoluzione 731 imponeva alla Libia la «consegna immediata e senza condizioni» ai tribunali dei Paesi interessati di Ali Mohamed al-Megrahi e di Ali Amin Fhimah, i due agenti dei servizi segreti libici, che Stati Uniti e Gran Bretagna ritengono colpevoli dell'attentato sul volo Pan-Am 103, sfociato nella morte di 270 persone. I libici si sono sempre opposti all'estradizione, sostenendo che il loro Paese non ha mai firmato con Usa e Gran Bretagna trattati che la riguardino e denunciando una violazione della loro sovranità nazionale. Dopo una mediazione della Lega Araba e del segretario generale dell'Onu, Boutros Ghali, sembrava che la Libia avesse cambiato idea la scorsa settimana, ma Muhammar Gheddafi in persona sconfessò il suo ambasciatore presso l'Onu che aveva annunciato la consegna dei due. La proposta di compromesso arrivata ieri sul tavolo di Ghali non solo continua ad avanzare condizioni, ma, soprattutto, non dice che cosa succederebbe se i due sospettati decidessero di non consegnarsi «spontaneamente». Inoltre la lettera non fa nessun accenno agli altri quattro sospettati libici di cui chiede la consegna la Francia, che li accusa di aver realizzato un attentato in Nord Africa su un aereo francese. In quel caso i morti furono 171. Il ministro degli Esteri egiziano, Amr Moussa, ha riconosciuto che ormai «le cose sono diventate difficili e non si intravede più alcuna iniziativa che possa fermare il corso degli eventi». «Vi saremmo davvero grati se ci suggeriste qualcosa che possiamo ancora fare», ha risposto sfiduciato il portavoce della Lega Araba a chi gli chiedeva se erano allo studio altre iniziative di mediazione. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha rinviato a oggi il voto sulla risoluzione che prevede l'embargo aereo e un iniziale isolamento diplomatico della Libia. Non si è votato ieri, come era previsto, per non turbare la festa musulmana del Leilat alKadr, almeno secondo la versione ufficiale. Ma sembra ormai scontato che il Consiglio di Sicurezza sia in grado di approvare la misura con largo margine. La nuova risoluzione approfondirà un contenzioso tra la comunità internazionale e la Libia che potrebbe portare a gravi conseguenze. Nel frattempo continuano le voci su contrasti al vertice del governo libico. Paolo Passarmi
Persone citate: Ali Amin Fhimah, Amr Moussa, Boutros Ghali, Ghali, Muhammar Gheddafi
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