LE TASCHE DEGLI ELETTORI

LE TASCHE DEGLI ELETTORI LE TASCHE DEGLI ELETTORI un'opinione. Ancora più deciso in quest'opera di minimizzazione si è dimostrato, in un ineffabile intervento a Bari, il ministro delle Finanze. Rino Formica ha sostanzialmente detto che il «buco» nei conti pubblici non esiste: sarebbe una sorta di accidente che ci è capitato addosso perché l'economia è cresciuta meno del previsto. Tutto, quindi, deve continuare come prima, anche gli aumenti ai pubblici dipendenti; a mettere a posto le cose basterebbe la lotta all'evasione condotta dal suo ministero (che, però, finora si è rivelata fallimentare). Né Andreotti né Formica appaiono minimamente turbati dal fatto che economisti di ogni convinzione politica avessero duramente criticato le previsioni di crescita del governo già alcuni mesi fa, ritenendole troppo ottimistiche e quindi gravemente errate e arrivando a prevedere accuratamente le dimensioni del «buco»; e non mettono in alcun modo in relazione le difficoltà della Finanza pubblica con la politica governativa. Forse farebbero meglio a riconoscere francamente che il governo ha compiuto errori gravi ed evitabili. I partiti di maggioranza, e soprattutto i due principali, si sono però mossi al di là di queste reazioni viscerali: hanno, per lo meno, annunciato con vigore ciò che.intendono, non .fare,.anche se non ancora ciò che intendono fare. Sei voterete per noi, hanno detto in siatesi democristiani e socialisti; non congeleremo i Bot e non aumenteremo le imposte. Pur esprimendosi in negativo, la maggioranza indica così una via percorribile: non si prenderà alcun provvedimento sul debito e non aumenterà il carico fiscale. Si procederà, quindi, con la riduzione delle spese pubbliche. Ma quali spese e per quanti miliardi? Quali categorie di elettori ne sopporteranno le conseguenze? Che cosa succederà ai contratti del pubblico impiego? Su tutto questo mancano indicazioni chiare, anche se vengono fatte trapelare notizie di possibili riduzioni di prestazioni sanitarie, di slittamenti della scala mobile per le pensioni e di austerità per i contratti pubblici. Eppure, proprio su questi punti, l'elettore ha il massimo diritto di essere informato: è una persona responsabile che sa di dover prendere una medicina e che, con il suo voto di domenica, conferirà un mandato di cinque anni a qualche forza politica. Perché dovrebbe firmare una cambiale in bianco? II passaggio dallo sbandieramene dei principi a programmi dettagliati è proprio di una democrazia matura. Nella campagna elettorale inglese, che si svolge parallelamente a quella italiana, i partiti stanno chiedendo il voto in base a progetti precisi, con costi specificati, in particolare per la sanità e l'istruzione. I partiti italiani, ivi comprese le opposizioni, non stanno facendo nessuna di queste cose. Hanno ancora una settimana per esprimersi ed è auspicabile che facciano uno sforzo in questa direzione, almeno in via sommaria, anche se tutto questo mette a dura prova la cultura politica di un Paese abituato alla mozione degli affetti più che al calcolo dei soldi. Nel frattempo, un risultato almeno è stato raggiunto. Se è stata apparentemente respinta dalla maggioranza l'ipotesi di un governo di tecnici, la stessa maggioranza sembra accettare l'idea che il governo, e in particolare i ministeri economici, debba essere affidato a persone competenti. Il che può sembrare ovvio, ma rappresenta nv dubbiamente un, sia pur piccolo, passo avanti di fronte alla leggerezza con cui i «posti» nel governo sono stati finora largamente assegnati, in base a considerazioni squisitamente politiche. C'è da augurarsi che, dopo questi timidissimi inizi, il dibattito politico trovi in questi ultimi giorni la strada della concretezza. Mario Deagiio

Persone citate: Andreotti, Formica, Mario Deagiio, Rino Formica

Luoghi citati: Bari