Politecnico in allarme per la Torre di Pisa

Politecnico in allarme per la Torre di Pisa Aumenta la pendenza, si accelera l'intervento Politecnico in allarme per la Torre di Pisa Pisa lancia ì'«Sos» per la sua Torre, i docenti del Politecnico torinese accolgono il messaggio e si allertano per salvare il monumento. Che di salvataggio urgente si tratti lo confermano i risultati del monitoraggio negli ultimi sei mesi: la Torre aumenta la sua velocità di inclinazione e, se non si interviene subito con adeguate misure, c'è la fondata ipotesi che il peggio debba ancora venire. Il fenomeno registrato «è fonte di serissima preoccupazione». Lo scrivono i 14 super esperti del Comitato per la salvaguardia della Torre, l'organismo ministeriale presieduto dal prof. Michele Jamiolkowski, docente di Ingegneria strutturale al Politecnico di Torino. L'allarme è stato lanciato pochi giorni fa, dopo il preoccupante esito dell'ultimo monitoraggio, Ma gli scienziati non si sono limitati a denunciare il dato, hanno proposto una serie di interventi a lunga, media e breve scadenza. E' così, professor Jamiolkowski? «L'obiettivo immediato è quello di rallentare, se non di fermare, l'attuale velocità di inclinazione della Torre. Soltanto in un secondo momento e dopo una serie di analisi e studi sperimentali, si potrà in¬ tervenire sulla stabilizzazione definitiva del monumento». La prima misura per bloccare provvisoriamente l'ulteriore inclinazione è già stata presa dal Comitato: sul bordo Nord della fondazione sarà applicato un contrappeso formato da 500800 tonnellate di lingotti di piombo. Nel frattempo (a metà aprile) partiranno le opere di «rinforzo strutturale provvisorio», affidate alla società svizzera Vsl-Preco e saranno chiusi i 19 pozzi recentemente individuati nei pressi del monumento. La continua estrazione d'acqua causa la subsidenza del terreno circostante che, a sua volta, contribuisce al progressivo aumento della «pendenza» della Torre. Quando si potrà arrivare alla stabilizzazione definitiva? «Il progetto è in fase avanzata di stesura - dice il prof. Jamiolkowski - e prevede la sistemazione del monumento mediante il ricorso ad ancoraggi profondi». Sui tempi, il docente non si sbilancia. Per eseguire tali coni plesse opere, saranno necessari una serie di studi e analisi in la boratorio che vedono il Politecnico torinese impegnato mediante un contratto di ricerca firmato di recente dal rettore Rodolfo Zich e dal presidente del Consorzio Torre di Pisa, Davide Trevisani. In particolare il dipartimento di Ingegneria strutturale, sotto la direzione del prof. Renato Lancellotta dovrà analizzare composizione, caratteristiche meccaniche e resistenza dei campioni di terreno, estratti fino alla profondità di quaranta cinquanta metri nelle immediate vicinanze del monumento. Sono prove complesse che richiedono laboratori speciali: l'ateneo torinese è uno dei pochi in Italia a disporre di queste particolari attrezzature. E' un contratto di ricerca da 250 milioni quello che vedrà impegnati per sei mesi una decina di ricercatori del settore geotecnico. Questi dovranno creare in laboratorio un modello del sottosuolo pisano, simulando il comportamento meccanico del terreno sotto il peso di una torre pendente in miniatura. Dall'esito di queste prove e simulazioni dipenderanno tempi e tipo di interventi di consolidamento definitivo del gioiello architettonico ora in pericolo. Guido J. Paglia Per bloccare l'inclinazione sarà simulato in laboratorio un modello del sottosuolo Negli ultimi sei mesi la Torre ha aumentato la sua velocità di inclinazione. Per bloccare il preoccupante fenomeno gli esperti propongono come misura immediata di applicare un contrappeso di 500-800 tonnellate di piombo

Persone citate: Davide Trevisani, Jamiolkowski, Michele Jamiolkowski, Renato Lancellotta, Rodolfo Zich

Luoghi citati: Italia, Pisa, Torino