Tredici anni di sfacelo di Angelo Conti

Tredici anni di sfacelo Di fronte alla vecchia Anagrafe: un isolato attende «lavori urgenti» Tredici anni di sfacelo Il cantiere aperto troppo tardi: ora il proprietario rivuole l'edificio che gli era stato espropriato C'è un altro isolato San Liborio, nel cuore della città. E' rappresentato dalla fatiscente costruzione che sorge nell'area fra vicolo Santa Maria, via Barbaroux, via Stampatori e piazza Antichi Minusieri. Proprio di fronte alla vecchia sede dell'anagrafe. Da 13 anni cade in rovina ed il piano di recupero, votato ed approvato dal Comune, è clamorosamente naufragato, dando l'avvio ad una complessa azione legale che promette solo la perdita di altri anni. Con il pericolo, sempre più concreto, di un crollo generale. A contendersi lo stabile sono ora il Comune, la Tpro Assicurazioni ed il vecchio proprietario Franco Tricerri. Tutto comincia nel '79 quando, in seguito ad una dichiarazione di pubblica utilità, parte il procedimento di esproprio. Il proprietario, valutata la situazione, accetta un'offerta del Comune (circa 200 milioni) che gli viene liquidata con una delibera del maggio '82. Per altri sette anni, però, l'amministrazione comunale non provvede a far eseguire le opere di cui, nel '79, aveva dichiarato «la pubblica utilità, l'indifferibilità e l'urgenza». Si arriva al 27 dicembre '89, quando la Giunta constata che «non è stato sinora possibile procedere alla ristrutturazione con mezzi pubblici» e che si tratta di «un complesso edilizio in condizioni di grave degrado strutturale con rischio di immanente pericolo di crolli». Decide così di stipulare una convenzione con la società Toro Assicurazioni alla quale cede per 99 anni il diritto di superficie sull'area e sugli edifici in cambio di 2 miliardi 200 milioni di lire più Iva (in totale 2618 milioni) e la proprietà di otto alloggi (per 600 mq) da mettere a disposizione delle famiglie indicate del Comune e da reperire nel centro storico. Qualche mese fa sono partiti i lavori della Toro. Ma quasi subito si sono fermati, perchè l'ex proprietario, Franco Tricerri, con l'aw. Luigi Mazzù, ha iniziato un'azione legale per ottenere dal Comune il reintegro nel possesso del bene, considerato che gli elementi che erano alla base dell'esproprio non hanno trovato riscontri nell'azione dell'amministrazione comunale. Nei giorni scorsi c'è stata la prima udienza civile, ancora interlocutoria. Ma il Tricerri è ottimista: a suo favore vi sono alcune pronunce della Cassazione. Il fatto è stato denunciato ieri dal consigliere comunale della Lega Nord Mario Borghezio che ha inviato un'interpellanza urgente al Comune ed agli assessori competenti «per conoscere in che modo la civica amministrazione ritenga di poter uscire da questa incredibile situazione, che ha di fatto consegnato quell'isolato all'abbandono ed al degrado per 13 anni, oltre a quelli a venire». Intanto il fatiscente e pericolante stabile sta subendo una naturale opera di distruzione: nel piccolo cortile sono nati numerosi arbusti, che hanno già fatto in tempo a diventare alberi. C'è persino un fico selvatico alto 15 metri. Angelo Conti Così è ridotto l'edificio espropriato nel 79 dal Comune. L'isolato sorge tra vicolo Santa Maria, via Barbaroux, via Stampatori e piazza Antichi Minusieri

Persone citate: Franco Tricerri, Luigi Mazzù, Mario Borghezio, Tricerri