Trapottoni e la solita legge «Condannati a fare 2 punti»

Trapottoni e la solita legge «Condannati a fare 2 punti» La Roma e la Lazio arbitrano per un giorno la lotta-scudetto tra il Milan e la Juventus Trapottoni e la solita legge «Condannati a fare 2 punti» TORINO. Dopo sette giorni di vacanza, Juventus e Milan si riprendono a cannonate. A distanza oggi pomeriggio in campionato, faccia a faccia martedì sera a San Siro, in Coppa Italia. Trapattoni spera di staccare qualche pezzo della corazzata rossonera, Capello vuole mantenere a distanza la nave avversaria o addirittura affondarla. Ma i colpi di obice non si limitano ai soliti obiettivi tecnici, fra i bersagli preferiti c'è pure il mercato, che come tutte le cose fiorisce a primavera. Il discorso chiama in causa alcuni «oggetti» di mercato, i quali talvolta si dichiarano turbati dalle voci e altre volte si lamentano per il trattamento riservato dal club di appartenenza. Ma i cannoni continuano a tuonare, le voci di mercato sono un tamtam che non si ferma e, ad ogni voce, si registra un contraccolpo. Ci sono ad esempio bianconeri che reagiscono con il silenzio, come Julio Cesar, altri con doloroso dissenso, come Schillaci, Di Canio e Corini: «Restiamo a patto di avere un posto assicurato da titolari». Ma esiste un tecnico disposto ad offrire una simile garanzia? No, neppure setacciando in lungo e in largo i cinque continenti. Il tecnico bianconero non ha difficoltà ad esporre il proprio punto di vista. E una strigliata, con tanto di destinatario, gli fa comodo alla vigilia di una partita importante come quella con la Lazio di Zoff. «Capisco che qualcuno abbia voglia di lasciarci per andare a giocare. Per quanto concerne Schillaci c'è un contratto. Ma senza estrarre numeri e nomi dall'urna, stiamo sulle generali. Qui è questione di solidità psicologica. Tutti noi abbiamo il dovere di pensare al presente, senza guardare con nostalgia al passato e senza proiettarci nel futuro. L'anno scorso sapevo di lasciare l'Inter, ma ho continuato a strizzare i miei uomini fino in fondo perché tirassero fuori il miglior succo. E abbiamo conquistato la Coppa Uefa. Non cerchiamo dunque attenuanti oppure alibi, dobbiamo essere professionisti veri. Solamente così si matura. Adesso abbiamo di fronte la Lazio e bisogna darci dentro, altro che storie!». E' una vigilia assolata. Alle spalle di Trapattoni c'è Tacconi. La squadra è in attesa di salire sul pullman che la porta nel ritiro di Villar. Il tecnico se ne accorge e, con aria scherzosa, aggiunge: «Che cosa volete che mi interessi se Stefano va al Peru¬ gia?». Il portiere sbuca alle spalle e, con tono altrettanto sdrammatizzante, ribatte: «Allora lei ha finito di vincere». Si sorride. Fra l'altro, nella puntata di stasera di «Scherzi a parte», Tacconi ne combinerà una delle sue a Di Canio e Schillaci. Tutto da vedere in tiwù. Juventus-Lazio, dunque. All'andata la squadra bianconera si guardava allo specchio alla ricerca dell'identità di se stessa. All'Olimpico ci riuscì per 60' e poi, nonostante la superiorità numerica, si smarrì sotto l'insi¬ stente pressione laziale. E subì il pari su colpo di testa di Riedle. Roba da sdraiarsi sul lettino e lasciarsi analizzare da uno spichiatra. Il Milan, intanto, si trovava e prendeva il largo. «Il passato non mi interessa - conclude Trapattoni, che deve rinunciare a Marocchi e Kohler e che ha Julio Cesar in dubbio -. Noi a volte difettiamo al momento di concretizzare. Ma oggi ciò che mi preoccupa un po' è la legge dei grandi numeri: in casa abbiamo perso un solo punto, poi abbiamo sempre vinto, non vorrei... Quella di Zoff è una squadra pericolosa in trasferta, e anche se mancherà di Doli febbricitante, ha Sosa e Riedle, insidiosi in contropiede. Mi auguro che la sosta non comporti un nostro calo di tensione. Loro sono tranquilli, non hanno nulla da perdere. Noi invece dovremo vincere se esistono possibilità di agganciare il Milan». E il Trap si allontana rivolgendo un pensiero a Julio Cesar, dolorante ad una caviglia, che stamane si sottoporrà ad un provino decisivo. Zoff a Torino, un mare di ricordi bellissimi per il monumento. «Sì, ma non parlatemi di rivincite - spiega -. Il Trap mi ha insegnato molto e anche ora è bravissimo a tenere il discorso aperto con il Milan. Noi non abbiamo l'obbligo dei due punti, ma non siamo tagliati fuori dall'Europa». Angelo Caroli or Vocerò, c°n %nael,a decorna cèia Pre*igi0 assito 'Sso ^nlfPm/^ Basti plori SS!*** delo( Saf»P vuoi 'Po// 3u :^a,pì7 c°ner, che <*<SS3I Lazi ^oilK^trasft è 'io Per Bari. } Morie j*,. L°io. pfir y e chi „ w" ha rìtr* *"e/7? "forbì '«dito l . e Quella di Zoff è una squadra pericolosa icilis. che stamane si sottoporrà ad un provino decisivo. 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