La gioia per Liszt e Gozzano di Ar. Ca.

La gioia per Liszt e Gozzano In Conservatorio La gioia per Liszt e Gozzano TORINO. «Non amo che lè rose che non colsi...», GuidolGozzano ha la voce dell'attore Mario Cei, Ettore Borri al piano interpreta le musiche di Adelchi Amisano. E' la «Cocotte». Comincia così «Il Melologo» nella soirée del Circolo della stampa in Conservatorio, sapiente intrecciarsi di melodia e parola: scrittura musicale e testo letterario hanno il medesimo significato, la stessa cifra di lettura, ironia graffiante, satira salottiera al costume dell'epoca. Così, mentre Cei si muove agile in pasticceria tra le «Golose»1 di creme e cioccolata, risplende il fraseggio della garbata musica di Amisano. Cei recita i versi di' Folgore «La pioggia sul cappello» ed Ettore Borri fa scrosciare sulla tastiera le cascate d'acqua dai «tubi sfasciati dell'acquedótto del cielo...». Un duo affiatatissimo, filtrato da una ricerca che avvince sia sul piano musicale che letterario. L'euforia è in agguato e raggiunge il pubblico con «Divertissements et sports» testo e musica di Giacomo Cavo (presente in sala insieme con il figlio di Salvatore Quasimodo), ispirato a Satie di cui ricorre il 125° della nascita. Tredici pezzi «turistici»: l'alpinismo, il calcio, l'associazione culturale, e via dicendo; una passeggiata romana, tra Colosseo e Sant'Angelo con citazione pucciniana, uno scioglilingua che fa scattare l'applauso per il bravissimo Cei. Nella seconda parte D'Annunzio si sovrappone con «Poema Paradisiaco» alla pagina «Sopra un Erotik» di Grieg, mentre Schumann si abbina a Shelley, Strauss a Uhland e Liszt scrive le sue musiche di scena per la straordinaria Lenore di Bùrger. E' il successo assicurato per Borri-Cei, costretti a concedere due bis. [ar. ca.]

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