EUROPA TORRE DI BABELE di Enzo Bettiza

EUROPA TORRE DI BABELE EVENTO DELL'EST EUROPA TORRE DI BABELE UNA cattiva abitudine, che non risponde più ai nuovi ritmi accelerati e dirompenti della storia mondiale, è quella di seguitare a scrutare le cose a noi vicine con occhio ravvicinato, provinciale, avaro. Nulla è oggi più micidiale della pigrizia di sguardo. Restringendo e immiserendo la loro ottica gli italiani, per esempio, sono spesso portati a credere che l'Italia è quasi un cumulo di rovine, mentre tanti francesi vedono già la Francia alle soglie di un nuovo fascismo più volgare e intellettualmente meno blasonato di quello della mai defunta Action Francaise di Daudet e di Maurras. Sfuggono in tale visione come deformata da una lente d'ingrandimento nazionale, la globalità e l'interconnessione dei problemi contemporanei e ora in particolare, paneuropei. Certo, non è così facile spiegare all'italiano o al francese medio che dietro la crescita delle nuove destre latine, lepeniste e leghiste, dietro l'eruzione velleitaria delle microculture regionalistiche, dietro la preoccupante avanzata politica di formazioni tribali e talora addirittura criminali, c'è fra le altre anche una causa a prima vista paradossale: il crollo del comunismo orientale. I miasmi sprigionati dal cadavere comunista in putrefazione hanno, toccato molto.ptù in profondità di quanto còmu^ nemente si pensi anche l'universo occidentale europeo. Una volta l'Est totalitario incuteva all'Ovest paura politica je terrore nucleare; oggi la dissoluzione dei dispotismi orientali contagia l'Ovest con la confusione e i pessimi esempi. Nazionalismi feroci, poujadismi petulanti, populismi e peronismi guerrieri, mescolati ai ruderi e alle schegge impazzite dei vecchi apparati comunisti scardinati o semplicemente trasformati (Serbia, Romania, Bulgaria, Caucaso, parzialmente la Russia e l'Ucraina), conferiscono ormai a una parte vastissima del continente l'aspetto di una Torre di Babele in cui una fragile democrazia, appena nata, si sia messa a parlare confusamente troppi idiomi e anzi troppi dialetti. Soprattutto in Enzo Bettiza CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Daudet, Maurras

Luoghi citati: Bulgaria, Caucaso, Europa, Francia, Italia, Romania, Russia, Serbia, Ucraina