Grande libreria Lingotto

Grande libreria Lingotto Torino, presentata la quinta edizione. Si apre il 21 maggio Grande libreria Lingotto // Salone indaga sul «genio» ~f*\ TORINO 1 ' HI ha paura dei luoghi I comuni? Non il Salone del 1 i libro, che affronta di pet- \AIto quelli che circolano nell'ambiente editoriale per farne una delle due manifestazioni culturali «portanti» della quinta edizione, dal 21 al 26 maggio al Lingotto. Quest'anno nella grande fabbrica che si sta trasformando su progetto di Renzo Piano, non mancano gli spazi. Ci saranno più stand, disposti con maggiore libertà in un unico, vasto ambiente: una città del libro dove non ci dovrebbero essere differenze fra gli abitanti, grandi o piccoli editori. Ma se grazie al Lingotto la macchina propriamente «commerciale» promette di girare a un ritmo più veloce, senza intoppi e strettoie, il Salone non dimentica la sua anima culturale, la vocazione alla proposta. Ne ha parlato con qualche orgoglio, ieri alla conferenza stampa di presentazione nel palazzo dell'Accademia delle Scienze, il presidente Guido Accornero. «Le altre fiere europee hanno cominciato dopo di noi a produrre manifestazioni culturali importanti. Ora è una tendenza generale, ed è stata inaugurata proprio qui a Torino». Francoforte escluso, naturalmente. Ma il paragone con la Buchmesse, che si fa a volte, non ha senso: quella è la più grande fiera europea, e ha come fine principale le trattative fra editori, il commercio dei diritti. A Torino, ma anche a Londra e Parigi, è il pubblico dei lettori che si incontra con la macchina editoriale e gli scrittori: e l'incontro chiede una segnaletica fatta di proposte. Quest'anno, le idee base sono due: una è stata anticipata ieri dalla Stampa, ed è certamente la più spettacolare. Sotto il titolo di Genio e regolatezza, otto protagonisti della vita culturale raccontano il loro «laboratorio», misurano il percorso fra intuizione e regole, fra talento e mestiere. Fra loro c'è il premio Nobel per la letteratura, la sudafricana Na¬ dine Gordimer, e il progettista del Lingotto, Renzo Piano. Ci sono un giornalista come il direttore della Stampa, Paolo Mieli, e il poeta Attilio Bertolucci, il critico letterario e teatrale Cesare Garboli, lo scrittore americano Richard Ford, l'astronomo John Barrow e il compositore Salvatore Sciarrino. Resta in sospeso la presenza di Mikhail Gorbaciov, che è stato invitato e, come ha detto Accornero, ha promesso di fare il possibile. Se verrà a Torino a parlare di «genio e regolatezza», parteciperà anche al grande convegno organizzato dal premio Grinzane Cavour sulle letterature dell'Est, con Gùnter Grass, Gustav Herling, Ismai'l Kadaré, Predrag Matvejevic e molti altri. Sui luoghi comuni indagherà invece Roberto Cotroneo, il critico corrosivo e divertente delVEspresso che qualche anno fa si era fatto una reputazione come stroncatore sul Sole-24 Ore con lo pseudonimo di Mamurio Lancillotto. Il «cattivo» per definizione delle patrie lettere affronterà Gian Arturo Ferrari, direttore della Mondadori, sul tema L'ossessione dei best-seller, Gianni Riotta e Furio Colombo (A scuola dagli americani?), Aldo Grasso e Angelo Guglielmi (Libri e televisione: il binomio impossibile) e Giulio Einaudi (Il mito dell'editore di cultura). Era previsto anche un incontro con Grazia Cherchi dal titolo curioso (La società letteraria: demimonde o élite senza potere?), ma sembra destinato a saltare. Incompatibilità fra due penne affilate o improvvisa pietà per il demi-monde? La politica del Salone è organizzare direttamente poche ma¬ nifestazioni culturali di prestigio e i convegni tecnici, per lasciare il resto agli editori. Anche quest'anno saranno molte le iniziative autonome: si parlerà di editoria cattolica (con Raffaele Crovi), di cultura classica (con Beniamino Placido), di biblioteche, di teatro. Verrà ricostruita l'avventura editoriale di Carlo Frassi- nelli, a sessantanni dalla nascita della casa editrice a Torino; ci saranno mostre sui primi stampatori del Nuovo Mondò (che erano italiani), sulla tradizione artigiana che continua, e sulla tipografia informatica. L'Indice prepara un incontro sul boom delle collane d'attualità, sempre più presenti nella programmazione di editori grandi e piccoli, la «Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri» propone le ultime novità sull'editoria elettronica; l'associazione italiana studi di marketing e il club dei dirigenti del settore organizzano un dibattito coordinato da Gianluigi Montresor su come la libreria attrae i lettori e co1 mimica con loro. La Siae invita a discute- re sul ruolo dei traduttori, una figura chiave e tuttavia in crisi proprio mentre cadono in Europa le frontiere commerciali. La traduzione è uno dei temi importanti di questo Salone: che ha ormai avviato insieme alla Regione una scuola per traduttori letterari. Rappresenta una novità interessante nel panorama italiano, dove questa figura è ingiustamente messa ai margini; conta la quantità più che la qualità, mal pagata. Ci sono poi traduttori straordinari, maestri come Ettore Capriolo: ma un Paese dove si pubbli- si fa : comuni dei media cano libri giapponesi o turchi tradotti dal francese o dall'inglese ha ancora molta strada da fare. Proprio a proposito di Capriolo, ferito a coltellate da un fanatico islamico che lo voleva «punire» per aver tradotto i Versi satanici di Salman Rushdie, il Pen club italiano approfitterà del Salone per ricordare gli scrittori perseguitati a causa delle loro opinioni. A nome del Pen (la sigla significa «poets, essaysts, novelists, e cioè poeti, saggisti, narratori) parleranno Giorgio Calcagno, Ferdinando Camon, Manlio Cancogni e il presidente Mario Luzi. Le parole, nonostante la caduta dei muri ideologici, continuano a essere uno strumento rischioso. E in altri casi, a essere violentate e uccise dai nuovi linguaggi basati sull'immagine. Tuttolibri, che ha lanciato il concorso sulla parola più amata e più odiata negli Anni Novanta, sarà al Lingotto con gli autori delle schede più originali: discuteranno con Giorgio Bàrberi Squarotti, Gian Luigi Beccaria, Giorgio Calcagno, Lorenzo Mondo e Nico Orango. E chissà che non si riesca à sfatare qualche altro radicato «luogo comune». Mario Baudino L'editoria si fa il check-up: dai luoghi comuni ai segreti dei media positore Salvaeso la presenza ciov, che è stame ha detto Acmesso di fare il rrà a Torino a e regolatezza», e al grande conto dal premio sulle letteratu Gùnter Grass, Ismai'l Kadaré, vic e molti altri. muni indagherà otroneo, il critiMondadori, sul e dei best-seller, Furio Colombo mericani?), Alngelo Guglielmi one: il binomio ulio Einaudi (Il di cultura). Era un incontro con al titolo curioso teraria: deminza potere?), ma o a saltare. In due penne affia pietà per il de Salone è orgaente poche ma¬ teatro. Verrà ricostruita l'avventura editoriale di Carlo Frassi- sul boom delle collane d'attualità, sempre più presenti nella nato da Gianluigi Montresor su come la libreria attrae i lettori e co1 mimica con loro. La Siae invita a discute- L'editoriail check-updai luoghai segreti Cesare Garboli e, sopra, Renzo Piano: fra gli ospiti di «Genio e regolatezza», 1 il ciclo di interviste dedicato al «laboratorio delle idee» L'ingresso del Lingotto. Il salone lascia «Torino-Esposizioni» e si trasferisce da quest'anno nell'ex fabbrica: servono spazi sempre maggiori Cesare Garboli e, sopra, Renzo Piano: fra gli ospiti di «Genio e regolatezza», 1 il ciclo di interviste dedicato al «laboratorio delle idee»