Zedda «scippato» a Genova: va alla Scala

Zedda «scippato» a Genova: va alla Scala Lunedì prossimo la proposta ufficiale. Lascia la direzione del Carlo Felice dopo soli due mesi Zedda «scippato» a Genova: va alla Scala Filologo musicale, cognato di Abbado, lavorerà con Muti 7^71 MILANO L ' ARA' Alberto Zedda il m nuovo direttore artistico il della Scala. Lunedì il suo KJ I nome sarà proposto al consiglio di amministrazione dal sovrintendente Carlo Fontana in accordo con il direttore musicale Riccardo Muti; fino a quella data la nomina non è ufficiale, ma è certa, visto che la conferma è venuta proprio da quel Teatro Carlo Felice del quale, nel gennaio scorso, Zedda fu nominato direttore artistico. «Se ce lo hanno portato via, significa che avevamo scelto bene», ha affermato il sovrintendente Emani, con una battuta un po' amara. Era stato lui stesso, con il vicepresidente Nicola Costa, a sostenere lino in fondo il nome di Zedda. L'impe- gno doveva avere la durata di due anni: «Un'avventura elettrizzante che affronto con determinazione ed entusiasmo», dichiarò allora il neodirettore. Aggiunse di essere particolarmente fiero di non dovere niente a nessun patrocinio politico. In genere simili contratti prevedono la possibilità di rescissio¬ ne, con un certo preavviso. In questi giorni Zedda è a Madrid; la settimana prossima conferirà con Emani e gli altri responsabili del Carlo Felice, e non dovrebbero esserci problemi. Alla Scala prenderà servizio infatti soltanto a fine stagione, cioè nel giugno-luglio prossimo. Contemporaneamente, il diret¬ tore artistico dimissionario scaligero Cesare Mazzonis passerà al Maggio Musicale Fiorentino, dove è stato nominato qualche mese fa. L'incarico a Genova era il primo che vedesse Zedda impegnato in tali mansioni all'interno di un teatro. Fino all'inverno scorso, il sessantatreenne direttore d'orchestra e filologo musicale aveva avuto esperienza nel «Rossini Opera Festival», del quale fu fondatore e, per due anni, direttore. Milanese, studi all'università e al conservatorio, Zedda è appassionato specialmente di musiche del '700 e '800 ed è noto pure per il rigore delle sue edizioni critiche, che hanno interessato gli autori più diversi, da Verdi a Haendel. Ma il filone che ha soprattutto approfondito riguar- da Rossini, del quale Zedda ha curato edizioni del Barbiere di Siviglia, della Cenerentola, della Gazza ladra, di Semiramide, di Adelaide di Borgogna. Dei suoi studi si è avvalso anche Claudio Abbado, tra l'altro proprio per il Barbiere. Altra ragione di intesa fra il maestro e Zedda viene dalla comune passione per Monteverdi. Oltre che profonda stima reciproca e lunga consuetudine di lavoro, Zedda, con Abbado, ha anche legami familiari: la moglie Bianca è sorella del maestro. Adesso c'è chi si chiede quale particolare significato abbia la sua presenza alla Scala e quali ripercussioni essa avrà sui rapporti fra i due grandi rivali Muti e Abbado. Direttore anche dell'Orchestra Filarmonica, Riccardo Muti entrò nel teatro nel 1986, do¬ po che Claudio Abbado lo aveva lasciato, assumendo la guida della Staatsoper di Vienna. Della Scala, Abbado era stato direttore musicale dal '68 e, per il biennio '77-'79, anche direttore artistico. Giunto a Milano con il sovrintendente Badini, nel 1980, Cesare Mazzonis, in precedenza assistente di Siciliani alla Rai di Roma, ha a lungo collaborato sia con Abbado sia con Muti. Cinquantacinque anni, di origine torinese, Mazzonis è appassionato di letteratura e, in questi dodici anni, ha anche pubblicato, da Einaudi, due libri di narrativa. Il suo contratto sarebbe dovuto scadere nel 1994, ma la nomina a Firenze ha fatto scattare la clausola che prevede la possibilità di anticiparne lo scioglimento. Dal punto di vista organizzativo, adesso i problemi maggiori sono forse quelli del Carlo Felice. Certamente non sono tali da spaventare Emani, temprato com'è dall'esperienza all'Arena, ma sostituire Zedda non sarà molto facile. Tornano a riproporsi pressioni politiche e gli stessi candidati che, nell'invero scorso, Zedda superò. Sono Aldo Rocchi, che all'inizio degli Anni 80 svolse la medesima mansione in questo teatro (con risultati valutati in modo discordante), il critico musicale fiorentino Cesare Orselli, Piero Rattalino, che prima di andare a Torino ha avuto modo di conoscere bene Genova, il critico musicale milanese Lorenzo Arroga. Omelia Rota & Da sinistra, Riccardo Muti, Claudio Abbado e Alberto Zedda: il nuovo direttore artistico della Scala è il marito di Bianca Abbado E il fondatore a Pesaro del «Rossini Opera Festival»