Tangenti, blitz a Pavia e Belluno di Amedeo Lugaro

Tangente blitz a Pavia e Belluno Scandali per l'assegnazione di appalti miliardari, coinvolti politici di de, psi e pds Tangente blitz a Pavia e Belluno In carcere amministratori, funzionari e mafiosi MILANO. Ancora due scandali. Altre tangenti per appalti miliardari. Nel doppio blitz fra Pavia e Belluno sono finiti in carcere una ventina fra amministratori, funzionari e mafiosi. Il primo blitz della Finanza in Lombardia: due amministratori del Policlinico San Matteo di Pavia, un democristiano e un esponente del pds, sono finiti in manette per corruzione. I due, Giuseppe Girani, 54 anni, sindaco de di Torrazza Coste, presidente dell'Ente provinciale per il turismo e consigliere d'amministrazione dell'ospedale e Giuseppe Inzaghi, 47 anni, consigliere del San Matteo ed ex presidente dell'Usi, sono stati sorpresi nella tarda mattinata pochi minuti dopo aver intascato una bustarella di 30 milioni pagata dall'amministratore di un'impresa di costruzioni. La tangente era un acconto su una cifra globale di 300 milioni per l'appalto dei lavori (15 miliardi) di ristrutturazione del Policlinico. Nel tardo pomeriggio la federazione provinciale del pds, riunitasi in seduta straordinaria, ha espulso all'unanimità Giuseppe Inzaghi. E intanto il presidente del Policlinico, il de Virginio Trespi, spiegava: «Sarà la magistratura ad accertare tutto. Per il momento non posso dire niente di più di quello che si sa già. Una cosa è certa. Chi commette reati del genere ed è colpevole non può invocare attenuanti: gli errori si pagano e qui si tratta di un reato molto grave». Belluno invece due anni fa era considerata dalle statistiche la provincia più vivibile d'Italia. Ora si scopre che la mafia ha messo radici anche lì. Quindici persone in manette, per cinque l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso legata a una complessa vicenda di appalti e estorsioni. In carcere un ex confinato, Angelo Calatafimi, residente a Trichiana, e il suo braccio destro Giuseppe Liuzzo, calabrese come lui, preso a Reggio Calabria; con lo stesso sospetto di associazione mafiosa sono finiti in manette il vicesindaco di Lentiai, Roberto Zuliani, psi, e il segretario di sezione de Francesco Cecchella; e poi Giovanni Tieppo, titolare di un'impresa appaltatrice, la Tieppo di Vas e Valdobbiadene. Gli appalti, per diverse decine di miliardi, per lo più assegnati dall'Anas, sarebbero stati con¬ quistati a suon di bustarelle o, in alternativa, di minacce e violenze. Quelli accertati finora sono una decina. Associazione per delinquere viene contestata a dieci altre persone: due sono i calabresi, Andrea Giffanti e Vittorio Nasti, arrestati a Bergamo; ci sono poi quattro funzionari dell'Anas, Francesco Frasson arrestato a Mestre, Enrico Gumiero ed Elio Feliciani, direttore ammimstrativo della sede di Venezia, preso la notte scorsa a Torino, dov'era per esercitare le sue funzioni di sindaco della società che gestisce la Torino-Milano; Giovanni Spadea, di Belluno; e ancora, tre imprenditori, Mario Fontana, della Fontana Costruzioni di Ponte nelle Alpi, e i coniugi Luciano Serafin e Maristella De Marchi, titolari della Ocv di Vi- godarzere; più uh commercialista. La polizia ha svolto indagini per un anno, partendo da alcuni episodi poco chiari, messi in atto dai calabresi di Trichiana. In passato si erano avuti incendi a fabbriche e minacce per avere pagamenti: così le indagini sulla criminalità organizzata erano andate avanti. E si era scoperto che appalti vinti dalle imprese Tieppo e Fontana per realizzare strade, ponti, fognature, sistemazione di letti di fiume su incarico dell'Anas non erano «puliti». I due politici arrestati si sarebbero prodigati per ottenere quegli appalti alle due imprese, cui sono legati anche professionalmente. A Lentiai sono loro che dal '90 hanno dato vita a una nuova giunta, molto più «dinamica» della precedente in fatto di opere pubbliche. L'impresa di Vigodarzere, che produce componenti per depuratori, avrebbe ottenuto l'incarico di subforniture alle due imprese appaltatrici. Il rapporto fra la Tieppo e i calabresi di Bergamo riguarderebbe invece macchine per la movimentazione di terra: sarebbero girati macchinari di origine sospetta, venduti dalla Tieppo nella Val Belluna per «pulirli». I giudici Raffaele Massaro e Fabio Saracini hanno contestato a vario titolo dieci diversi reati. Gli arresti sono stati eseguiti ieri in contemporanea da polizia, carabinieri e Guardia di Finanza. Mario Lollo Amedeo Lugaro