Chrysler, lo sbarco in Italia di Michele Fenu

Chrysler, lo sbarco in Italia Luigi Koelliker spiega l'accordo di importazione con la Casa di Detroit Chrysler, lo sbarco in Italia «Jeep, Voyager e vetture di alta qualità» MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Sì, sono veramente contento. E' un accordo interessante e una nuova sfida per la Bepi Koelliker». Luigi Koelliker, 39 anni, presidente della società, commenta con piacere il matrimonio con la Chrysler firmato in questi giorni. In base all'accordo la Bepi Koelliker Automobili, che già importa e distribuisce i veicoli Mitsubishi e si occupa della commercializzazione in grandi ceneri del Nord Italia di marchi come la Jaguar, la Rover, la Land Rover e la Seat, diventa importatrice esclusiva per il nostro Paese dei modelli della Casa di Detroit. La Chrysler, che ha da tempo avviato una aggressiva politica di espansione in Europa (100 mila vetture vendute l'anno scorso), era da anni assente dallo scenario italiano. Nella Cee era rientrata nel 1988, diventando rapidamente il primo esportatore Usa. Nel '91 aveva aperto in Belgio un moderno centro ricambi. «L'Italia - dice Koelliker, che prima di spiccare il volo per conto suo è maturato all'ombra del padre Bepi, uno dei personaggi più abili e intelligenti nel mondo dell'auto degli Anni Sessanta e Settanta - era l'unico importante mercato europeo in cui la Chrysler non fosse attiva. Loro tenevano moltissimo a tornarci e i primi contatti sono avvenuti nel marzo 1991 in occasione del Salone di Ginevra». Le trattative sono state lunghe e intense, Koelliker ha parlato a Detroit con Iacocca e, a poco a poco, il fidanzamento è giunto alla logica conclusione. «Le famiglie si piacevano», scherza Koelliker. Patrick R. Smorra, vicepresidente della Chrysler e responsabile delle operazioni internazionali, non ha lesinato i complimenti alla società italiana: «Conosce bene il settore delle importazioni auto e il mercato, qualità essenziali per realizzare e coordinare una valida rete di vendita». E' un campo in cui la Koelliker ha maturato in questi anni una notevole esperienza. Basti ricordare la scommessa (vincente).'con l'importazione della Seat, ora assorbita dal «padrone»1 naturale, il Gruppo Volkswagen. «Questa - afferma con un sospiro Koelliker - è un'altra scommessa. Dobbiamo partire da zero e offrire un'immagine opportuna dei prodotti Chrysler. Ma il nome Jeep è già conosciuto e gli altri modelli che importeremo hanno le carte in regola per essere apprezzati dal pubblico». Anche se la Chrysler e gli altri grandi di Detroit stanno attraversando momenti difficili, Koelliker non ha dubbi sulla validità dei prodotti made in Usa. «Gli americani - spiega hanno ripreso a lavorare in modo eccellente, vi posso garantire che oggi i loro prodòtti sono, per qualità, a livello di quelli giapponesi. E la tìhrysler sta per immettere sul mercato una raffica di novità che dovrebbero contribuire al suo risana- mento. Inoltre, il nuovo capo, Bob Eaton, è uno del manager più in gamba dell'auto. E lo ha dimostrato alla GM Europa». Il contratto tra la Bepi Koelliker Automobili e la Chrysler è settennale. «Il tempo giusto afferma Luigi Koelliker - per realizzare i nostri comuni piani. Nel giro di qualche settimana nascerà una nostra nuova società indipendente, la Chrysler Jeep Italia, con uno staff iniziale di 25 persone, che pensiamo si raddoppi nel giro di tre anni. Partiremo con una rete di vendita e di assistenza di una sessantina di concessionari, che [potrebbe poi toccare quota cento. Il giro di affari si aggirerà intorno ai 150-200 miliardi». La nuova società sarà tenuta a battesimo al Salone di Torino. Le vendite avranno inizio tra l'estate e l'autunno. Circa 1200 pezzi per cominciare, poi nel '93 cinquemila. Il nerbo sarà costituito dalle Jeep (importate una volta dalla Renault) e dalla monovolume Voyager, che adotterà un nuovo motore Diesel sovralimentato ed ecologico della società emiliana VM e che sarà costruita in Austria (le prime unità verranno prodotte a fine aprile). «Pensiamo di vendere circa 3000 Voyager e 2000 Jeep Cherokee e Wrangler- spiega Koel¬ liker -. A Parigi la Chrysler senterà una nuova versione Cherokee, un'arma in più per noi. Inoltre, importeremo un pizzico di berline e sportive come il cabriolet LeBarojn spider ad alte prestazioni visto in gennaio a Detrojt in futuro arriveranno berline di classe mediò che riteniamo molto adatte mercato italiano». «Dedicheremo i prossiiùi si - conclude Luigi Koelliker all'organizzazione della nuova società. Non vogliamo far sbagli». Un'altra scommessa da vincere, appunto. Michele Fenu predei anche e lo Viper Ma anche -alta, al . me- La Chrysler Voyager sarà presto prodotta anche In Austria Sopra, Luigi Koelliker, 39 anni presidente della società BK