GLI AZZURRI IMPARANO LA LEZIONE

GLI AZZURRI IMPARANO LA LEZIONE GLI AZZURRI IMPARANO LA LEZIONE ATORINO L di là del risultato, persino degli uomini scelti (doveva esserci Vialli, espulso da Matarrese) e dello spettacolo arrivato solo a fiammate contro un avversario votato soprattutto a non prendere gol, Arrigo Sacchi ha vinto la sua prima partita da et, proprio nella sera del match più vero della nuova gestione azzurra. La Nazionale ha mostrato cuore e coraggio contro rivali che hanno forse perso qualità ma non grinta e potenza fisica. Abbiamo visto una squadra azzurra corta, come se i nostri avessero addosso le maghe del Milan. E' stata la Nazionale più «unita» della storia, offensiva nella mentalità più che nelle qualità dei singoli. Poco spazio per gli avversari, qualche difficoltà anche per il gioco proprio (il Milan ha lavorato anni per trovare gli automatismi) ma Eranio largo sulla destra è sembrato fare già le prove generali per la prossima stagione... I nostri han trovato pochi spazi per il tiro, si dirà. Ma in questi primi passi di una vita nuova, quello che più conta è l'adesione del gruppo alle idee del tecnico. Anche da parte di vecchi cardini come Dè'Napoli, il quale - spesso criticato - resta lì nel ruolo della maggior fatica. Donadoni in cabina di regia (già lo sta trasformando Capello nel Milan, magari per necessità) una novità piacevole, il relativo peso atletico - ma bisogna tener conto della già rilevata potenza dell'avversario - è il lato che ha sollevato qualche dubbio. Ma si è visto Baggio saltare di testa nel vivo dell'area avversaria malgrado avesse addosso i denti di Buchwald, mentre su Casiraghi mordeva Binz, il sostituto di Kohler. Nessuno dei nostri ha tirato indietro il piede, ed è quanto conta in una fase ancora di piena ricostruzione di schemi, di idee e quando il campionato impegna tutti al massimo stress. La dottrina dei tedeschi d'Italia ha messo in prima fila per un tempo proprio il più discusso, quel Haessler che quando trova i suoi connazionali attorno rinasce. Persino Brehme, che l'Inter avrebbe messo volentieri in pensione (al Verona) già la scorsa estate, ha fatto la sua parte per 45'. Nella ripresa dei cambi, da parte dei panzer qualche voglia in più di spingere, ma sul piano della lotta gli azzurri hannp risposto colpo su colpo. Una partita vinta con un rigore che è sembrato un cadeau può lasciare dell'amaro in bocca, ma la gente ha capito l'impegno della squadra, soprattutto di chi non è di scuola milanista e non conosce a memoria la lezione. Partite malissimo, nel clima di una penosa faida verbale, le curve bianconera e granata hanno trovato lunghi momenti di tifo comune e quésto sodalizio in azzurro è stato un premio per il lavoro del et, soprattutto. Che magari ha concesso qualcosa alla geopolitica aderendo alla chiamata di Lentini sul palcoscenico. Un peccato veniale. E' stata una gara speciale, da studio di un copione che comincia a piacere agli attori. E' stata la cosa più importante, per ora. Bruno Perucca

Luoghi citati: Italia, Lentini