Aziende in rosso, Borsa in nero di Zeni

Aziende in rosso, Borsa in nero Rapporto Centrale dei bilanci: crolla la redditività, crescono i debiti Aziende in rosso, Borsa in nero Ventura sfiduciato: «Si smobilizza dove si può» La Consob sospende un altro promotore finanziario MILANO. La Borsa insiste, di nuovo uno scivolone dell' 1,23% con tutti i titoli guida al ribasso: Fiat -2,48%, Montedison -2,59%, Generali -1,15%, Comit -4,30%, Snia -6,20%, Olivetti -1,94%, Mediobanca -1,73%. Ma cos'altro potrebbe succedere? «Sul mercato i problemi e le incertezze sono tali e tante che si smobilizza dove si può», è l'amara considerazione di Attilio Ventura, presidente degli agenti di cambio milanesi. Pessimista come poche altre volte, Ventura, quasi allibito di fronte a un mercoledì grigio che in piazza Affari ha portato nuove voci di difficoltà per un paio di operatori, la notizia della sospensione da parte della Consob di un promotore finanziario genovese, Aurelio Bruzzone, e una sola buona nuova: la conferma che, scioperi o non scioperi in Bankitalia, la liquidazione di fine mese si svolgerà. «Sono avvilito», confessa Ven- tura. Avvilito per un mercato che non c'è. E per gli stop in terra di Francia di operazioni come quella di Silvio Berlusconi sulla Cinq e di Ifint su Perrier. Precisa: «Evidentemente fuori dall'Italia esistono concetti di difesa del Paese che qui non sono concepibili ed è velleitario spingersi all'estero sperando di infrangere queste difese». Borsa frenata dalla speculazione e dall'incerto clima preelettorale. Ma anche dai fatturati in calo, gli utili a picco, i dividendi in contrazione delle società. Un quadro poco entusiasmante, come ha documentato ieri la Centrale bilanci, presentando il rapporto 1990. Un rapporto che segnala un cattivo stato di salute delle imprese italiane nel '90 che i successivi dati '91 (quelli sul crollo degli investimenti, per esempio) danno in drammatico aggravamento. Poche le illusioni lasciate dal presidente di Centrale bilanci, Paolo Gnes. Nel 1990 la galassia delle 12.500 aziende considerate (qualcosa come 658 mila miliardi di ricavi aggregati, 177 mila miliardi di valore aggiunto, oltre 2,2 milioni di dipendenti) ha visto tre punti di malessere. Un netto deterioramento dei risultati economici registrabile nei bilanci dalla discesa (dal 36% al 32,5%) del rapporto tra il margine operativo lordo (Mol) e il valore aggiunto. Un consistente aumento dell'indebitamento documentato dal peso (dal 25,5% dell'89 al 33,2% del '90) degli oneri finanziari sul Mol. Una decisa caduta della redditività netta, passata dall'8,1% al 5,2%. Ma c'è di peggio. Considerando solo il comparto della trasformazione industriale (8.500 aziende su 12.500), il fatturato aggregato cresce, tra l'89 e il '90, solo dello 0,84% (contro il 5,8% dell'anno prima) con un calo del 27,5% degli utili. Il tutto con un sacrificio, in termini d'occupazione, di 8.400 posti tagliati nel '90 bruciando in un colpo due terzi dell'occupazione creata nei due anni precedenti. Tutti dati negativi, hanno spiegato Gnes e il vicepresidente Enrico Filippi, controbilanciati da pochi dati positivi: una struttura patrimoniale ancora robusta, una buona capacità di ripresa dimostrata dalle aziende medie e da quelle che operano in settori tradizionali come l'alimentare e l'abbigliamento. Armando Zeni Nella foto a sinistra Attillo Ventura presidente della Borsa di Milano

Persone citate: Attilio Ventura, Aurelio Bruzzone, Enrico Filippi, Gnes, Paolo Gnes, Silvio Berlusconi, Ventura

Luoghi citati: Francia, Ifint, Italia, Milano