Carbone scettico sui rimedi
Carbone scettico sui rimedi Carbone scettico sui rimedi Le dismissioni al rallentatore nel mirino della Corte dei conti ROMA. Conti pubblici e ritardi nelle privatizzazioni sono i bersagli di Giuseppe Carbone, presidente della Corte dei conti.' «Sulla Finanziaria '92 il dato più preoccupante - dice Carbone - è che il grave squilibrio dei conti pubblici viene fronteggiato con strumenti contingenti e straordinari, senza soluzioni di carattere strutturale. Si rincorre l'emergenza, fuori da ogni plausibile programmazione delle risorse, scaricando sui bilanci degli anni futuri una serie di oneri che, in mancanza di scelte coraggiose sulla distribuzione delle risorse, vengono comunque accollati alla finanza pubblica». Critico anche sulle privatizzazioni, dove l'Italia «giunge tra gli ultimi». L'operazione è appena avviata e «la sua riuscita condiziona buona parte della manovra di bilancio per il 1992. Anche per questo - dice Carbone le privatizzazioni sono un passaggio obbligato, per quanto vi Giuseppe Carbone presidente della Corte dei conti sia il timore che la legge si presti ad essere usata come un'operazione di maquillage delle Partecipazioni statali. Ritengo essenziale che la Corte sia chiamata ad esercitare il controllo sulle S.p.A. che risulteranno dalle privatizzazioni degli enti. Ciò sia perché queste società rimarranno ancora a lungo in mano pubblica, sia per garantire i risparmiatori in ordine alla corretta e proficua gestione degli enti privatizzati e, quindi, per invogliare l'investimento in azioni delle nuove società». (Asca)
Persone citate: Carbone, Giuseppe Carbone
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