E gli enti Spa annegano nell'urna
E gli enti Spa annegano nell'urna E gli enti Spa annegano nell'urna // Cipe ha deciso: prima si vota e poi si vedrà ROMA. Il governo decide. Anzi rinvia. Proprio così: per le privatizzazioni è riuscito a fare entrambe le cose in un colpo solo. Ieri il comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato la delibera che prevede la trasformazione di enti pubblici e aziende di Stato in società per azioni. Ma ha anche stabilito che per ora non se ne fa niente. Lo stesso Cipe ha infatto concesso un mese di tempo a enti e aziende per proporre i meccanismi attraverso i quali nasceranno le spa. Risultato: se ne riparla dopo le elezioni del 5 aprile. Toccherà al prossimo governo dire se e come intervenire: il Cipe avrà dieci giorni di tempo per vagliare le indicazioni dei diretti interessati e dovrà riunirsi di nuovo per creare le società per azioni. Da tempo alcuni ministri consideravano inevitabile che il governo in carica, giunto alla fine del suo cammino, non pregiudicasse le scelte della coalizione che verrà formata dopo le elezioni. Ma il de Paolo Cirino Pomicino, ministro del Bilancio, ha voluto ugualmente lasciare il segno della volontà della compagine presieduta da Giulio Andreotti. Contrastata dai socialisti, la delibera è diventata così una dichiarazione di principi. Questa riguarda «tutti gli enti di gestione delle partecipazioni statali» (cioè Iri, Eni, Efìrn), «le aziende autonome statali, gli enti portuali, fieristici, nonché l'Enel, l'Ente Ferrovie dello Stato, l'Ice, l'Ina, la Sace» come precisa Pomicino. Non è stata accolta l'idea, cara al ministro del Bilancio, di indicare esplicitamente nell'Eni il primo organismo pubblico che diventerà spa. Su questo punto, i socialisti si sono opposti. Racconta Corrado Fiaccavento, segretario generale della programmazione: «Nella delibera del Cipe c'era la proposta di far partire subito la tra¬ sformazione in società per azioni per l'Eni. Invece, su proposta del ministro Formica, l'ente è stato incluso nella procedura di carattere generale». Anche sull'Enel, da tempo sotto osservazione per una rapida trasformazione in spa, ci sono molti dubbi. Fiaccavento spiega che questo ente «ha in concessione in esclusiva il rifornimento di energia elettrica, che sarebbe un problema dare a una spa; bisognerà perciò prevedere un'altra forma giuridica». Lo stesso Pomicino ha riferito che il collega dell'Industria Guido Bodrato, anche lui de, «ha sottolineato alcuni aspetti che dovranno richiedere un intervento legislativo» per l'Enel. Nonostante tutto, Pomicino resta fiducioso. Considera sempre «realistico» raccimolare 15 mila miliardi con le privatizzazioni. Nel frattempo la Stet, per bocca del direttore generale Miro Allione, ha fatto sapere che non ha nessuno intenzione di lasciare il settore manifatturiero, vendendo l'Italtel. [r. ipp.l
Persone citate: Corrado Fiaccavento, Fiaccavento, Formica, Giulio Andreotti, Guido Bodrato, Miro Allione, Paolo Cirino Pomicino
Luoghi citati: Roma
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