Spaghetti RAP

Spaghetti RAP Trucchi e provocazioni della nuova musica che conquista l'Italia Spaghetti RAP Eallora, zitti». Non era un precetto dell'abate Dinouart, era un ordine, e il pubblico del Teatro Ariston si adeguò disciplinatamente, senza capire. Sul palco, improvvisamente e provocatoriamente ammutoliti) erano gli Aeroplanltaliani, nella seconda serata del festival di Sanremo (=rime sfondastivale, nell'esatto anagramma di Gianni Mura). Così la città dei fiori ha preso atto dell'esistenza di una musica giovanile mutante. Musica buona anche per ballare, perché no: ma senza mamme d'intralcio e buoni sentimenti in agguato. Per chi li voleva registrare, segnali se ne erano già avuti parecchi. Nello spazio musicale di Avanzi («Sciccheria, fantasia, allegria...»), per esempio. Lì si erano visti i Fitura Freska e il Sud Sound System, il grande Frankie HI Nrg Me e i casalinghi Rokko e i suoi fratelli (di cui è appena uscito il disco che celebra il successo della trasmissione di Raitre). I testi di questi brani - difficile chiamarli ancora canzoni non sono paragonabili, neppure da lontano, alle tenere poesiole della canzone italiana. Per eludere ogni tentazione elegiaca, vengono praticati due generi apparentemente contrapposti: o la filastrocca a rime baciate, o il discorso affermativo, intessuto di assonanze, rime interne, giochi di parole. L'esempio più chiaro viene dal già citato Frankie HI Nrg Me, e dal suo brano Fight da faida, che già nel titolo propone un bisticcio virtuosistico e bilingue; traducibile come: «Combatti la faida». Qui troviamo «uomini con anime sottili come lamine» e «Napoli e Palermo, succursali dell'inferno, divorate dall'interno, in eterno». Se i temi sono, per farla corta, sociali (in appoggio ai centri giovanili, contro la diffusione delle droghe pesanti, per la depenalizzazione delle leggere), la filosofia è l'hip hop nero-americano, e i generi musicali si chiamano rap e ragamuffin. Così la musica italiana ha scoperto la prosa, il discorso che si frammenta fino a giocare contro l'andamento ritmico del brano, alle soglie del parlato. E così, mentre i poeti italiani {Tuttolibri del 22/2) si interrogano sull'attuale senso di una poesia «civile», una generazione di nuovi musicisti si riunisce in gruppi nomadi e poco strutturati (si chiamano «posse») e canta verità cattive, senza preventivo imprimatur dagli arcadi. Il risultato è inedito: musica da ballo, su modelli stranieri, ma cantata in lingua italiana e senza l'effetto comico involontario che risultava micidiale per ogni altro trapianto precedente. In lingua italiana, si è detto: ma anche in vari dialetti e lingue minoritarie. I Pitura Freska usano il dialetto veneziano su basi reggae (il loro primo lp veleggia felicemente verso le centomila copie vendute, quasi senza promozione). In dialetto salentino sono i testi del Sud Sound System, e poi lingua sarda per Sa Razza Posse e piemontese stretto per i Mau Mau. L'operazione va intesa in senso violentemente anti-leghista: «slega la lega» è un brano di Frankie HI Nrg Me e, parodiando uno spot antidroga, i Pitura Freska affermano già dalla copertina che «chi "lega", ti spegne». Non si tratta, però, di un movimento unitario. Se la trasmissione Avanzi ha fatto molto per la diffusione della musica dei nuovi rappers italiani, i sardi di Sa Razza Posse accusano Pier Francesco Loche di aver confermato, nella stessa trasmissione, tutti i luoghi co- muni macchiettistici sulla cultura sarda (il che, poi, non è molto vero). Ma la realtà più dolorosa è che il primo italiano a fare del rap è stato l'odiatissimo (forse in via di riabilitazione, con un po' di buona volontà) Jovanot- ti. Operazioni rap dichiaratamente commerciali, ma spesso anche spiritose, sono frequenti. L'ultima è quella che ha coinvolto il Capo dello Stato, che si è visto montare frammenti dei suoi discorsi in un blob esternatorio, su base rap (President externation dance, di Franco Godi). E poi c'è Claudio Bisio: comico teatrale, usava parodiare le dolenti note dei cantautori con una sua canzone, una nenia informe per chitarra e voce, dal titolo: Senza fiato. Sottoposta alle cure di Sergio Conforti (il Confo Tanica di Elio e le Storie Tese), la canzone è diventata Rapput: tiratissimo best-seller della scorsa estate, ora raccolto nel disco Paté d'animo (il titolo è stato ripreso da un libro di Guido Quaranta sugli strafalcioni della classe politica). Anche qui rime, contorsioni logiche degne dei «nodi» dell'antipsichiatra Laing, basi elettroniche, citazioni da Lucio Battisti, realistico turpiloquio. Al cospetto di tutto ciò, non c'è da stupirsi se a Sanremo si è taciuto. Stefano Bartezzaghi Basi elettroniche e monologhi Trionfano i testi in dialetto // caso clamoroso di Cossiga diventato a Blob una star del rap 40D s Al ? 4 f z fi H AÌ$ l'i P < Spaghetti RAP Ludo Battisti e Paolo Conte. Sotto: jannacci e De André A sinistra: Aeroplanltaliani

Luoghi citati: Italia, Napoli, Palermo, Raitre, Sanremo