Gheddafi provoca Bush «C'è stato un equivoco»
Gheddafi provoca Bush «C'è stato un equivoco» Retromarcia sulla consegna dei terroristi, nuovo monito Usa Gheddafi provoca Bush «C'è stato un equivoco» washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Muhammar Gheddafì continua la sua politica dei colpi di teatro e ieri ha sconfessato l'ambasciatore libico all'Onu, dichiarando di non avere alcuna intenzione di consegnare alla Lega Araba i due agenti del suo governo ritenuti gli organizzatori dell'attentato di Lockerbie. Ma il gusto di stupire può costare caro a Gheddafi, poiché quest'ultimo episodio, prima l'apertura a una mediazione poi la marcia indietro, ha notevolmente rafforzato, all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la posizione di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, che, nei prossimi giorni, non incontreranno più resistenze nel far approvare la dura risoluzione contro la Libia che hanno messo a punto. La risoluzione, che prevede il blocco aereo e forme di isolamento dalla comunità internazionale, potrebbe essere votata in ogni giorno da domani in poi. «Non c'è nulla per cui abbia un senso aspettare ancora», ha continuato a ripetere un diplomatico americano alle Nazioni Unite da quando, ieri mattina, sono arrivate le prime voci sul rifiuto di Gheddafi. Le voci si sono sparse a New York, dopo che una delegazione della Lega Araba era tornata al Cairo da Tripoli, dove era andata per trattare i dettagli del compromesso. Il segretario della Lega, Esmat Abdel-Meguid, non ha voluto fare dichiarazioni ufficiali, per non essere poi accusato di aver innescato, sia pure senza colpa, il meccanismo che avrebbe inevitabilmente portato alle sanzioni. Ma un membro della delegazione appena rientrata in Egitto ha informato che Gheddafi in persona, e con lui il numero 2 Abdel-Salam Jalloud, hanno dichiarato in sua presenza che l'annuncio dato all'Onu era «sbagliato»: «Il nostro ambasciatore non è stato preciso». L'ambasciatore, Ali Ahmed Elhouderi, che certamente non sta vivendo il momento miglio¬ re della sua vita, aveva annunciato ufficialmente all'Onu che i due presunti terroristi sarebbero stati presto consegnati alla Lega Araba «senza condizioni». Al compromesso, che consentiva di evitare alla Libia l'umiliazione di un'estradizione diretta verso Stati Uniti e Gran Bretagna, aveva lavorato anche il Segretario generale dell'Orni, Boutros Ghali, nonostante una risoluzione approvata mesi fa dal Consiglio di Sicurezza avesse appoggiato con decisione la richiesta americana e inglese di processare i due agenti libici. A conferma dell'inversione di rotta del governo libico, l'agenzia governativa «Jana» ha so¬ stenuto ieri che «è di pessimo gusto» chiedere l'estradizione di due arabi «durante la festa religiosa del Ramadan». Secondo la Lega Araba, Gheddafi non esclude completamente la consegna dei due presunti terroristi, ma solo dopo la loro eventuale condanna da parte del Tribunale Internazionale, che comincia a discutere il caso a partire da oggi all'Aja. Ma il processo dell'Aja può durare un tempo indefinito e, comunque, la risoluzione 731 dell'Onu imponeva una consegna «immediata e senza condizioni». Le delegazioni di- Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia alle Nazioni Unite hanno cominciato da ieri mattina a preparare la riunione del Consiglio di Sicurezza nella quale sarà messa ai voti la loro risoluzione. «Gli Stati che appoggiano il terrorismo devono sapere - ha detto ieri la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Margaret Tutwiler - che la comunità internazionale non tollererà più minacce alla pace e alla sicurezza del mondo». Che il cerchio si stia stringendo è segnalato anche dalla decisione dell'Alta Corte del Middlesex, in Gran Bretagna, di richiedere alla «Abc» la consegna del nastro contenente un'intervista di Pierre Salinger ai due presunti terroristi libici. Paolo Passarmi
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