Atlantide ritrovata era Troia

Atlantide ritrovata, era Troia Dopo lunghe ricerche, un archeologo tedesco propone una teoria che si rifa a Platone Atlantide ritrovata, era Troia Fu distrutta da un terremoto e un'inondazione LONDRA TLANTIDE non è altro che Troia raccontata da Omero nell'Iliade. La cu I riosa teoria è in un volume che sarà nelle librerie inglesi nei prossimi giorni. L'autore, lo studioso Eberhard Zagger, ha dedicato dieci anni della sua vita alla ricerca del «continente perduto». Esibendo una grande quantità di reperti, mappe e toponimi confrontati tra loro, l'archeologo tedesco giunge alla conclusione che Troia corrisponde esattamente alle descrizioni fatte da un sacerdote egiziano a Solone nel 580 a. C. durante un viaggio nella città di Sais. Lo statista tenne per sé la storia, limitandosi a raccontarla alla famiglia. Solo un suo discendente, Clizia, si decise a rivelarla a Platone, che inserì in due dialoghi la descrizione di memorabili eventi, culminati nella scomparsa di Atlantide in un giorno e una notte per un cataclisma. Le prime tracce seguite dall'archeologo-detective sono nel nome dell'ipotetico mondo perduto: Atlantide significa figlia di Atlante. Secondo leggende proto-elleniche raccolte da Apollodoro, ricorda Zagger, il popolo di Troia discendeva da Elettra, appunto figlia del mitico gigante condannato da Zeus a reggere il mondo sulle spalle per aver aiutato i titani contro gli dei. Poi è la volta della descrizione del territorio che circondava la città: Atlantide era a Nord di una pianura stretta tra gole e flagellata da forti venti che soffiavano da settentrione. «Come Troia». Altra similitudine: Atlantide era circondata da stagni di acqua fredda e calda, stesso particolare fornito da Omero su Troia. Nel terzo passaggio, lo studioso sfata il mito delle colonne d'Ercole, abitualmente sinonimo dello stretto di Gibilterra. Colonne d'Ercole, spiega, sono anche quelle dei Dardanelli che separano il Mediterraneo dal Mar Nero. A riprova di ciò, Zagger esibisce un testo romano del 400 d. C, in cui si legge: «Passammo tra le colonne d'Ercole, sia quelle del Mar Nero sia quelle della Spagna». Il maniacale interesse per il continente scomparso - secondo lo studioso - non ha fatto altro che confondere le idee. E' infatti solo leggenda quella che descrive Atlantide sprofondare nelle acque. Si sa per certo, invece, che una delle grandi città della regione fu distrutta nel 1200 a. C. dalla fatale combinazione di un terremoto e di un'inondazione. Disgrazia che capitò, suggerisce l'archeologo, anche alla Troia-Atlantide. Sul continente perduto si sono sviluppate le più disparate teorie. Una decina di anni fa l'agenzia sovietica Tass diramò la notizia che una nave oceanografica dell'Urss aveva fotografato resti di pavimentazioni e di muri sulla cima di un monte sommerso nel bel mezzo dell'oceano, tra l'Africa e l'America. «Atlantide era stata ritrovata», e un accademico russo ammise che Mosca aveva intrapreso da anni «un'ordinata ricerca delle tracce di una civiltà scomparsa». Qualche anno dopo, nel 1984, un numismatico jugoslavo pubblicò sulla rivista di Belgrado Ilustrovana Pólsitika la conclusione di sue ricerche, anche queste basate sulle testimonianze di Platone: Atlantide era in Jugoslavia e le colonne d'Ercole non erano altro che le Bocche di Cattaro. Ma la tesi dello studioso tedesco sembra meno fantasiosa delle precedenti. Molti archeologi stanno analizzando con interesse le tesi di Zagger, non escludendo che la sua potrebbe essere la soluzione finale del più affascinante giallo della storia. Il professor Curtis Runnel, docente di archeologia alla Boston University, ha addirittura dichiarato, al quotidiano inglese The Independent, che la scoperta «potrebbe obbligare un'intera generazione di studiosi a riscrivere la storia del mondo antico nell'Egeo». Pier Luigi Varcasi Platone, che raccolse notizie e scrisse due dialoghi sulla fine del misterioso continente

Persone citate: Eberhard Zagger, Pier Luigi Varcasi Platone, Platone, Platone Atlantide, Sais, Zagger