Bari dietro il traffico di droga c'era la gang degli insospettabili

Bari, dietro il traffico di droga c'era la gang degli insospettabili In cella 41 persone, il capo preso in una villa miliardaria. Nella banda commercialisti e funzionari di banca Bari, dietro il traffico di droga c'era la gang degli insospettabili BARI. Malavitosi e commercianti, funzionari di banca e commeroialisti, tutti insieme in un'organizzazione che trafficava droga, ne riciclava i guadagni e truffava istituti di credito. Quarantuno persone in carcere, tre ancora ricercate, tre arresti eseguiti in Calabria: la retata è stata compiuta all'alba di ieri da 700 uomini della Guardia di finanza. Dopo nove mesi di intercettazioni telefoniche e di pedinamenti, le indagini hanno smascherato una banda in cui insospettabili collaboravano con pregiudicati. L'eroina veniva acquistata a San Luca, nella Laonde, e smerciata in Puglia dove i guadagni, decine di miliardi, venivano reinvestiti e riciclati nel commercio e in società immobiliari. Centro dell'organizzazione era Antonello Lazzarotto, 36 anni, messinese che nella sua maestosa villa di Bari conduceva una vita da sultano: piscina, muri di recinzione alti due metri, otto bagni, sofisticati sistemi di controllo collegati a tele¬ camere e, in garage, una Rolls Royce blindata. Non era un boss, Lazzarotto, almeno fino a ieri, e gli stessi investigatori si sono stupiti nello scoprire tanta grazia di Dio: un patrimonio di circa tre miliardi è stato sequestrato, Anche se le indagini sono ancora in corso (della banda farebbero parte complessivamente 53 persone tra cui altri insospettabili), il quadro che è già emerso denota l'efficienza di un'organizzazione bene assortita. L'eroina, proveniente dalla Turchia, partiva dalla Calabria, dal clan di cui fanno parte Sebastiano, Bruno e Vincenzo Giorgi, tutti arrestati. Acquirente era Antonello Lazzarotto che, in Puglia, affidava la droga alla famiglia Capriati, potente clan di Bari vecchia, per lo smercio. E la droga finiva anche nelle mani di Antonio Annibaldis, 65 anni, ex contrabbandiere convertito al traffico di stupefacenti, che nel giugno scorso venne arrestato con due chili di eroina. L'inchiesta è cominciata qui, e poi pian piano ha fatto scoprire intrecci inattesi. Si è scoperto per esempio che due commercialisti baresi, Francesco Dote e Rocco Saltino, di 37 e 44 anni, svolgevano un lavoro da consulenti per la banda, indicavano i sistemi per riciclare il danaro. La Italfin, immobiliare di cui Saltino è rappresentante legale, è risultata essere l'intestataria di tutti i beni di Lazzarotto. E un'altra immobiliare, la Acf di Andrea Carlo Fanelli, 50 anni, leccese, è sospettata di aver agevolato il riciclaggio di danaro sporco. Fanelli è stato arrestato a Cortina d'Ampezzo, dov'era in vacanza. Un ruolo non secondario giocavano - a quanto è emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Carlo Curione - tre funzionari di banca, Nicola Grassi e Cataldo Conforto, 45 e 51 anni (secondo indiscrezioni, dipendenti della filiale barese del Banco di Napoli) e Luigi Putignano, cinquantenne. La Guardia di finanza ha accertato che in alcuni istituti di credito della città venivano aperti, da prestanome incensurati, conti correnti con poche lire, ma poi decine di assegni, firmati, venivano venduti e incassati con sistemi su cui si sta ancora indagando. Centinaia di milioni. In carcere anche i fratelli Nicola e Giuseppe De Palma, 44 e 42 anni, titolari di un negozio di abbigliamento; Antonio Rutigliano, 48 anni, agente immobi¬ liare; e Ferdinando Pacella, 35 anni, titolare delle Messaggerie Musicali nel centro di Bari. Associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, al riciclaggio e alla ricettazione: questo c'è scritto nei fascicoli della magistratura. Ma l'inchiesta è ancora a metà strada. Tonio Aitino Bari, agenti del nucleo speciale antidroga irrompono nel bunker del boss Antonello Lazzarotto

Luoghi citati: Ampezzo, Bari, Calabria, Puglia, Turchia