Due re nemici per le capitali del Midi

Due re nemici per le capitali del Midi Due re nemici per le capitali del Midi Tapie trionfa a Marsiglia, Le Pen deve accontentarsi di Nizza LA BATTAGLIA DELLE CITTA' PARIGI illO ..A.ù.j DAL NOSTRO CORRISPONDENTE »onr>- l Bernard Tapie re di Marsiglia, Jean-Marie Le Pen principe triste a Nizza. I socialisti e il Front National hanno finito per spartirsi le due città-chiave, regalando la maggioranza relativa nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra al terzo incomodo, il neogollista JeanClaude Gaudin che già ne occupava la presidenza. Ma il vmcitore effettivo è lui, l'eclettico patron Adidas che solo qualche giorno fa i sondaggi davano sotto il 20 % mentre nel grande porto mediterraneo ottiene il 26 e sopravanza financo monsieur Gaudin. Bouches-du-Rhóne: la lista ps che guidava incrementa persino i consiglieri, un exploit prezioso, unico. Mentre la Rosa smarrisce ovunque i petali, Bernard Tapie le ridona profumo. Mitterrand saprà apprezzare. Domenica sera, quando le proiezioni iniziali tracciavano un punteggio ancora maggiore, i marsigliesi l'hanno visto comparire in pompa magna sulla Cannebière, il grande boulevard che raccoglie la vita e le emozioni cittadine. L'ha discesa tra folla e fans plaudenti, in stile hollywoodiano. «Il lavoro serio paga. Grazie, grazie. I miei avversari sono serviti». Parlava di Bruno Megret, il vice-Le Pen suo antagonista, che raccoglie il 22% quando confidava nel 30, ma allude anche al più o meno sotterraneo boicottaggio socialista riservatogli da molti apparatnik e dal sindaco medesimo, Robert Vigoroux. I notabili consideravano un intruso il senza-tessera Tapie, politico amatoriale, controverso manager, talent scout calcistico. «Traditori» sibila lui adesso, e presta la sua telegenia ai cameramen. Poi, enfatico, l'annuncio: «Da oggi sono in corsa per le PoUtiche '94». Ci prende gusto Bernard Tapie a fare l'outsider di lusso, che salta le federazioni scegliendo quale interlocutore 1 Eliseo. Nientemeno. «Voglio far arretrare il Fn, l'inchioderemo sotto il 10 %» aveva promesso. Ieri nessuno gli rimproverava questa claudicante profezia. E poi le urne umiliano Edith Cresson obbligandola al ballottaggio cantonale nella sua Chàtellerault: chi mai oserebbe attaccare l'I-0 in trasferta del parigino Tapie? «Non parlo con gli avventu¬ rieri» gli ha detto l'altra sera in tv Jean-Marie Le Pen. Ma forse oggi vorrebbe essere al suo posto. Illeader xenofobo espugna Nizza, quinta città francese e, ormai, unica roccaforte lepenista. Favoleggiava il 40 %, ha il 30. Inoltre già nel dipartimento - le Alpes Maritimes - i gollisti lo battono. Abito blu scuro, cravatta e pochette oro, nei saloni rococò dell'Hotel We- stminster invita i fedelissimi (50 mila lire il ticket) per assaporare insieme il trionfo. Per ore, mentre le figlie Yann e Marine lo coccolano, elude le proiezioni negative. «Sono menzogne aspettiamo i definitivi» dice. Poi, rassegnato: «Occupo il posto che il popolo m'accorda. Sono repubblicano, e democratico». Infine il volo pindarico: «Fissando obiettivi elevati ci si avvicina al cielo. Bisogna sempre levare gli occhi. Veniamo da lontano, una lunga marcia a pancia vuota». Nel restaurant «La Truffe Noire», il suo luogotenente marsigliese esibisce mesti sorrisi agli amici. «Il Front tiene le posizioni. Con Gaudin potremmo trovare l'accordo per gestire il Consiglio Regionàie. Non vuole saperne? Vedremo. Mica sarà capace di allearsi con i socialisti: sarebbe uno scandalo enorme». L'auspicata egemonia cede il posto al sottogoverno, i proclami diventano soffici autocandidature. Il sogno tricolore, per ora, deve tornare nel cassetto. [e.b.] I leader del Fronte nazionale Jean-Marie Le Pen [FOTOAfP]

Luoghi citati: Front, Marsiglia, Nizza, Parigi