Otto figli, cinquanta società
Otto figli, cinquanta società Otto figli, cinquanta società Un patrimonio da duemila miliardi MILANO. Con otto eredi diretti ed uno zio che si occupa a* sua volta di immobili, l'«impero» raccolto da Pino Cabassi in quarant'anni di lavoro nelle oltre 50 società che fanno capo alla holding Sintesi entra oggi, di colpo, nella delicatissima fase della «successione». Da una parte l'oggettivo effetto disgregante della scomparsa del leader indiscusso, uno di quei capi soliti a decidere tutto direttamente; dall'altra il collante di una «cultura» comune, agli eredi ma pare - anche ai manager, che è poi la cultura dell'imprenditoria cattolica milanese «vecchio stampo». Si chiama Luca il «jr» che in questo momento sta dividendosi tra il dolore per la perdita del padre e la necessità di prendere in mano le redini del gruppo. E' il quarto figlio, ha 29 anni, ed è quello che più direttamente ha seguito le orme paterne. Studia architettura ed è responsabile del servizio tecnico immobiliare. Lavora da cinque anni nel gruppo, è stimato, gli amici dicono che viene riconosciuto come l'«erede» del ruolo imprenditoriale paterno. Un fratello, Matteo, 26 anni, si occupa di questioni finanziarie dopo un anno di «gavetta» presso il gruppo Ferruzzi. Con loro lavorano pochi dirigenti: tra i più fidati e «organici» alla famiglia Cabassi ci sono Alfonso Amico, un ex Arthur Andersen, segue la parte contabile e amministrativa e Paolo Simonotti, che segue particolarmente le attività nel settore della logistica. Carlo Cabassi, anche lui immobiliarista, non è mai stato azionista della Sintesi. Chiusa la parentesi della sgradita celebrità legata al caso Terry Broome, Carlo si è defilato; con la morte del fratello, la situazione potrebbe cambiare. Patrimonialmente Cabassi lascia ai figli un gruppo che, dopo infinite traversie finanziarie e debitorie, è oggi molto solido. Una stima prudenziale del valore dei beni non è distante dai 2000 miliardi. Ma sono miliardi in mattoni, non si svalutano e se messi a reddito nel settore terziario, come per lo più accade - sono anche miliardi fruttuosi. La Sintesi opera prevalentemente nel settore immobiliare, con la capofila Brioschi, quotata in Borsa, da cui dipendono le varie società operative. L'altro grande filone è quello della logistica, in coerenza con l'impostazione tradizionale: attraverso la Logistica Seli, il gruppo Cabassi controlla l'Ausiliare, quotata in Borsa, (movimentazione merci ferroviarie) e la Merzario, che da sola fattura circa 500 miliardi. Nel settore dei servizi attraverso la Frigoriferi Milanesi il gruppo gestisce attività di stoccaggio specializzato e di intrattenimento: l'ultima realizzazione è quella del mega-palazzo dello Sport battezzato Forum, che sorge a ridosso di Milanofiori: una delle più grandi strutture sportive e di spettacolo d'Europa. Infine fanno capo al gruppo Cabassi una quota nella Uno Holding e una percentuale azionaria di riferimento nella Industrie Secco, una società quotata in Borsa che produce serramenti. La massima potenza Cabassi l'aveva conosciuta nella seconda metà degli Anni Settanta, allorché s'era trovato, tra l'altro, azionista di controllo della Rinascente (poi ceduta agli Agnelli) e di un gruppo assicurativo (venduto poi a Gemina) tra i primi dieci d'Italia. Poi la tentazione dell'editoria, con un progetto di scalata al Corriere della Sera e, anni dopo, l'acquisizione e la vendita di Ipsoa e Italia Oggi. Sergio Luciano
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