«Un boato, sembrava il Vesuvio»
«Un boato, sembrava il Vesuvio» Napoli, il sismografo è impazzito: molti danni, ma non ci sono statevittime «Un boato, sembrava il Vesuvio» Rogo nella fabbrica dei botti scatena il panico NAPOLI. Un boato tremendo, seguito da una serie di esplosioni. Per lunghi minuti la gente ha temuto addirittura un risveglio del Vesuvio. Centinaia le telefonate giunte all'Osservatorio che vigila sull'attività del vulcano addormentato. Lo scoppio in una fabbrica di fuochi d'artificio a Giugliano, nell'hinterland di Napoli, non ha provocato vittime: solo un gran caos e tanto panico. La violenza della deflagrazione è stata tale che i sismografi hanno registrato una «onda al suolo» pari a una magnitudo di 2,7: un vero e proprio terremoto. L'allarme è scattato alle 18,50, subito dopo il primo scoppio. Squadre di vigili del fuoco con decine di autobotti sono accorsi alla periferia di Giugliano, al confine tra le province di Napoli e Caserta. Un'impresa difficile per loro: gli automezzi, infatti, sono sta¬ ti bloccati da una barriera di fiamme, mentre le esplosioni continuavano a susseguirsi. La fabbrica avvolta dal rogo era lontana dal centro abitato, in una zona di campagna. Le case più vicine distano circa 300 metri: alcuni calcinacci sono piovuti dal soffitto di un appartamento, ferendo leggermente l'inquilino, Giuseppe Pizzo. «Uno spettacolo allucinante - raccontano i testimoni -: le fiamme erano così alte che sembrava giorno». Molti abitanti del paese, infatti, appena udita l'esplosione si sono precipitati in strada, convinti che la terra fosse squassata da un terremoto o da un'eruzione del Vesuvio. Qualcuno poi ha raggiunto il luogo dell'incidente, e la notizia della fabbrica di fuochi artificiali saltati in aria si è diffusa in un baleno. Il laboratorio per la lavorazione dei petardi e i depositi erano allestiti in cinque barac¬ che. La fabbrica,, munita di regolare autorizzazione, era di proprietà di un artigiano giuglianese, Girolamo Schiattarella, 51 anni. «Siamo salvi per miracolo - dice la moglie del titolare -. Abbiamo lavorato fino all'una, perché questa è un'attività a conduzione famigliare: non si riposa neanche la domenica». Ora che la fabbrica è stata rasa al suolo dalle fiamme, gli inquirenti si chiedono come sia potuto accadere. «Lo stabilimento era deserto, l'attività ferma - sottolinea un tecnico dei vigili del fuoco -. Soltanto i risultati dei sopralluoghi potranno aiutarci a risalire alle cause dell'esplosione». Per il momento la polizia non esclude alcune ipotesi, neanche quella dolosa, il proprietario, tuttavia, ha assicurato di non aver mai ricevuto minacce di alcun genere, né richieste di tangenti. ^ [m. e]
Persone citate: Girolamo Schiattarella, Giugliano, Giuseppe Pizzo
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