Da Sacchi una mano ad Orrico di Marco Ansaldo

Da Sacchi una mano ad Orrico ^^^^^^^^^ «Sméssesi Da Sacchi una mano ad Orrico FIRENZE ARA' anche vero, come disse Ottavio Bianchi, che gli uomini della zona non sanno com'è l'odore dell'olio canforato negli spogliatoi, però conoscono una virtù abbastanza rara nel calcio: quella di promuoversi sempre gli uni con gli altri. Ieri c'era Orrico a Coverciano. Non lo si vedeva da un'eternità, dopo le dimissioni dall'Inter a metà gennaio. Che ha fatto lo stratega di Volpara in tutto questo tempo? Ha visto poca gente, ha fatto poche cose. «Soprattutto non sono mai andato a vedere una partita di calcio. Ho ancora troppe cose da metabolizzare», ha spiegato di malavoglia. Ci si aspettava che ritornasse in scena per regalare le prime picconate all'Inter e rifarsi il look per un posto nella prossima stagione. Invece nulla. Orrico era lì soltanto per vedere Sacchi. Del quale ha parlato ovviamente benissimo: «Perché da lui c'è sempre da imparare qualcosa, mentre non mi interessano quelli che in campo insegnano a fare le flessioni». Perciò ha sorvolato sul Biscione nerazzurro «anche perché o faccio il diplomatico oppure racconto per filo e per segno com'è andata e disturbo questi ragazzi che tentano di arrivare in zona Uefa». L'incontro con gli interisti è stato cortese. Dunque freddino. Zenga si è limitato a ripetere che con Orrico l'Inter ha perso la grande occasione; Berti è tornato su una sua vecchia frase: «Dissi che se licenziavano Orrico me ne sarei andato anch'io, però ha voluto andarsene lui. E allora non c'era motivo che lo facessi. E poi son cose che si dicono in momenti particolari. Come fa un giocatore ad andarsene per solidarietà?». Pietà è morta. O forse no. Perché ecco entrare in azione la società di mutuo soccorso. Se il Corrado esalta Sacchi, l'Arrigo non è meno signore. «Ci sono allenatori che credono nella zona e non hanno la fortuna di far bene - ha spiegato il citi, stoppando l'ipotesi che il Nuovo Verbo sia già al tramonto -. Però bisogna chiedersi se hanno avuto alle spalle una società capace di difenderli e giocatori entusiasti di ascoltarli. Tuttavia restano persone che cercano di fare qualcosa e di non fermarsi ai luoghi comuni del calcio, pensando sempre come i benpensanti». A parlare di corda a casa dell'impiccato non ci si poteva attendere altro. Se l'esperienza di Orrico, come di Maifredi o dell'ultimo Zeman poteva allungare l'ombra sulla Nazional-Sacchi, eccoci serviti. Ed ecco servito anche l'ingrato Maldini, che dal timone dell'Under 21 ha lanciato gli strali contro gli zonisti. «Questo dimostra quanta democrazia alberghi nella Federazione - ha replicato l'Arrigo -. Del resto io non impongo che tutte le Nazionali giochino alla mia maniera, perché quando lo feci, su consiglio di Allodi, nelle giovanili della Fiorentina mi trovai con gli altri allenatori della società che mettevano insieme una brutta copia della mia squadra». Ci era parso che le premesse di Matarrese fossero diverse, il giorno in cui annunciò il lancio della linea Sacchi in maglia azzurra. Si doveva star tutti coperti e allineati. Perciò Maldini farà bene a cercarsi un lavoro post-olimpico. La società del mutuo soccorso vale per chi ci crede. Marco Ansaldo

Luoghi citati: Coverciano, Firenze, Volpara