Tra una risata e l'altra io ti guarderò morire di Osvaldo Guerrieri

Tra una risata e l'altra io ti guarderò morire In scena a Torino «Giorno d'estate» di Mrozek Tra una risata e l'altra io ti guarderò morire TORINO. E' stato una bella sorpresa il «Giorno d'estate» di Slawomir Mrozek che Giovanni Boni ha messo in scena all'Alfa Teatro, interpretandolo con Paola Roman e Michele Di Mauro. Salvo errore, è la prima volta che questa commedia divertente, acida e alla fine amara viene rappresentata nel nostro Paese. Paradossale come tutta l'opera di Mrozek, «Giorno d'estate» ci propone due personaggi maschili che, per ragioni opposte, intendono uccidersi. Uno, chiamato Sfor, è perseguitato da una sfortuna cronica; l'altro, For, ha sempre ottenuto tutto senza sforzo. Ci si può suicidare per troppa fortuna? Evidentemente sì. Dice Mrozek: il successo ininterrotto cancella il senso di sfida insito in ogni vivere, se ne perde i) gusto. Ma i propositi di Sfor e For non devono essere incrollabili. Non solo perché Sfor, sotto lo sguardo impassibile dell'altro, prende tempo e, pur di rinviare l'autoimpiccagione, è disposto a raccontare tutta la propria iellatissima vita; ma perché, accanto ai due, passa una donna inebriante come un profumo. Direte: siamo alle solite, ecco l'antica storia dell'amore più forte della morte. Ma la faccenda è qui molto più complessa, poiché entrambi s'innamorano della donna e la donna sembra innamorarsi di loro. O di nessuno dei due, pur essendo dispostissima a concedersi. Ma a chi? For sostiene che deve amare l'altro, perché l'altro non ha mai avuto nulla dalla vi- Paola Roman ta e un innamoramento può infondergli ottimismo. Quanto è generoso, For. Ci viene da ammirarlo mentre dice queste cose in riva al mare, sotto un cielo di cobalto e nello stridio dei gabbiani. La donna annuisce, sembra comprendere il valore sociale dell'amore. Ma poi dichiara di non chiamarsi Carlo Marx, all'amore sociale preferisce quello privato. In altre parole, lei sceglie For. E il povero Sfor? L'ex pessimista è ormai certo di avere conquistato l'amore, vuol celebrare il suo trionfo con una nuotata. Si tuffa per mettere alla prova la sua abilità natatoria, ma annega sotto lo sguardo nuovamente impassibile di For. Mascherata da un dialogo scintillante e di strepitosa forza comica, la materia è in realtà il malinconico disegno di un'umanità senza passato e senza futuro. I suoi noduli amari si svelano nella seconda parte della commedia, quando il ritmo e i colpi di scena si placano, le gag si smorzano e il silenzio si sostituisce al nimore. E' stato bravo Giovanni Boni a coglierne i toni e a trasferirli in uno spettacolo brillante, interpretato con finezza. Ottimo il Di Mauro nel trasformare in stile le sporcature che altre volte hanno appesantito il suo lavoro d'attore e eccellente la prova di Paola Roman, quasi irriconoscibile con quei capelli biondi e i toni volubili della donna persa nel cielo dell'evanescenza. Osvaldo Guerrieri Paola Roman

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