«Odissea nello spazio II» è pronto il piano per colonizzare Marte
«Odissea nello spazio II» è pronto il piano per colonizzare Marte Arthur Clarke ha un progetto «Odissea nello spazio II» è pronto il piano per colonizzare Marte L E vie della fantascienza sono infinite. Arthur C. Clarke, il «papà» di 2001 Odissea nello spazio (ha scritto la sceneggiatura del film di Kubrick, tratto da un suo romanzo), sta progettando campi di grano, foreste di conifere, laghi e oceani su Marte. «Negli ultimi tempi ho fatto un po' di giardinaggio», ha detto serafico a un giornalista del Washington Post che lo ha raggiunto a Colombo, capitale dello Sri Lanka (ex Ceylon), dove vive dagli Anni 50. In realtà, il santone della science fiction ha lavorato a tavolino: con l'aiuto di un team di segretarie, esperti di fantascienza, e di un computer Amiga 3000, ha elaborato fotografie tridimensionali di Marte, basate sulle mappe trasmesse dalle ultime sonde spaziali. Il software gli è stato fornito dai laboratori di San Luis Obispo, in California, che lavorano sulla «realtà virtuale». Clarke ha esplorato palmo a palmo la superficie del pianeta più inquietante del sistema solare, e alla fine l'ha «colonizzato»: «Molti dei nostri problemi - dice - possono essere risolti solo con la tecnologia spaziale. Marte è la frontiera del futuro, come lo fu il West e, 500 anni fa, l'America. Tutto quello che ci serve è su Marte». Ecco allora il pianeta «come sarà quando avremo finito di lavorarci». Clarke mostra le sue immagini come se fossero fotografie del nipotino: «Ecco il cratere del monte Olimpo: ci abbiamo piantato molte colture. Ecco una veduta dall'alto, con le foreste di pini. Qui è tra mille anni, quando avremo messo un oceano attorno alla montagna. Nel computer posso cambiare tutti i parametri che voglio: atmosfera, colori, tutto». Un lavoro da scienziato. Ma Clarke, oltre che romanziere, è anche scienziato: con un saggio, pubblicato nel '45, in pratica inventò i moderni satelliti per le telecomunicazioni. Con il famoso giornalista americano Walter Cronkite, commentò per la Cbs le missioni Apollo sulla Luna. Ma, anziché sfruttare in campo accademico la laurea in Fisica e Matematica, preferì scrivere romanzi: «Non avendo una reputazione scientifica da perdere, posso dire quello che mi pare e infischiarmene degli specialisti». E la «prima legge di Clarke» suona appunto così: «Se uno scienziato anziano ma di chiara fama dice che qualche cosa è possibile, quasi certamente ha ragione. Se invece dice che è impossibile, molto probabilmente ha torto». Nacquero così avventure romantiche e visionarie, ma ricche di erudizione scientifica. Ricordate Hai, l'elaboratore paranoico e assassino di 2001, simbolo dell'angosciante rapporto uomo-computer? Il lavoro degli ultimi mesi, naturalmente, sarà alla base del suo prossimo libro: il titolo dovrebbe essere Le nevi dell'Olimpo. Un giardino su Marte. «E' una delle opere più ambiziose che abbia mai intrapreso - dice -. Vi sbalordirà». A 74 anni, con l'antenna parabolica sul tetto per captare gli amati satelliti, Clarke non ha smesso di sognare. Perché dovrebbe farlo? Nell'84 mandò al Congresso degli Stati Uniti un videotape, con un intervento intitolato Un'odissea marziana. Un messaggio profetico, che venne incluso negli atti ufficiali: «Fra otto anni - diceva - sarà trascorso esattamente mezzo millennio da quando tre piccole caravelle destinate a cambiare la storia dell'umanità partirono dalla Spagna. La più modesta spedizione su Marte richiede appunto tre piccole astronavi... E' dunque un eccesso di ottimismo quello che mi porta a sperare che, quando nel 1992 si celebrerà la scoperta dell'America, l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti avranno superato il lungo sterile inverno della reciproca ostilità? Sarebbe una buona occasione per cominciare finalmente a parlare della prossima, grandiosa avventura che attende l'umanità». Cario Grande
Persone citate: Arthur C. Clarke, Arthur Clarke, Clarke, Kubrick, Luis Obispo, Walter Cronkite
Luoghi citati: America, California, Spagna, Stati Uniti, Unione Sovietica
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