«Chi non è d'accordo vada via» di Fulvia CapraraAlberto La Volpe
«Chi non è d'accordo vada via» e Curzi, responsabile del Tg3: si possono cambiare anche i direttori generali «Chi non è d'accordo vada via» Samarcanda, Pasquarelli insiste CONEGLIANO VENETO DAL NOSTRO INVIATO Invitati a discutere d'informazione davanti all'affollata platea del teatro Accademia, i direttori dei Tg (esclusi Vespa causa malattia e Fede per motivi imprecisati) si sono scontrati sui due temi Samarcanda e lottizzazione. Alessandro Curzi, direttore del Tg3, ha aperto il fuoco rispondendo per le rime a Pasquarelli, che a Roma aveva fatto sapere che chi non è d'accordo con le regole della Rai può anche andarsene a lavorare altrove. «Nella vita - replica Curzi - si può cambiare tutto. Possono cambiare i direttori, ma anche il direttore generale». Gli ha dato subito manforte il direttore di Raitre Angelo Guglielmi: «Abbiamo seguito le regole. Affermiamo che c'è da parte del Cda un'applicazione delle regole miope e autoritaria». Alberto La Volpe non è d'accordo e, senza mezzi termini, spara a zero contro il partito samarcandista: «Il 3 ottobre il consiglio d'amministrazione Rai, con l'astensione del pds, approvava una delibera in cinque punti. Uno di questi diceva che in ogni caso si dovevano vietare trasmissioni giornalistiche che assumono caratteristiche di informazione militante e giudicante. Santoro ha dichiarato ieri sera che crede nel giornalismo militante; il direttore di Raitre dice da parte sua che la tv deve rappresentare un punto di vista. Allora delle due l'una: o cade l'ipocrisia oppure no». Fuori del teatro, dove i direttori si danno battaglia sotto la sorveglianza di Maurizio Costanzo, una selva di cartelli inneggia al programma di Santoro: «Raitre per fortuna ci sei te». «Raitre resisti». «Dov'è finita Samarcanda? Ridatecela». Dentro, sia in platea che in palcoscenico, i toni si fanno via via più accesi: «Io direttive non ne prendo: da nessun partito. Per gusto, per scelta e anche per età» grida Curzi. «Qualche telefonatina con Veltroni ogni tanto te la fai» ribatte Luca Giurato, vicedirettore del Tgl, intervenuto al posto di Vespa. E Curzi gli risponde: «E' più simpatico telefonare a Veltroni che a Carra come fate voi!». Giurato risponde chiaro: «Io imposizioni lottizzatone non ne ho mai ricevute». A questo punto irrompe Costanzo, guadagnandosi l'applauso fragoroso della platea: «A chi cavolo telefonano, allora, questi politici se voi vi dichiarate sempre tutti indisponibili? Va a finire che telefoneranno solo alle mogli per dire di buttare la pasta!». Enrico Mentana, che all'inizio del dibattito ha sottolineato con soddisfazione la prevalenza dei giovani fra il pubblico del Tg5, sospira sconfortato: «Dopo aver sentito i discorsi di Curzi e di La Volpe non sento più nessuna nostalgia per la Rai. Nell'azienda c'è una situazione incancrenita per quello che riguarda l'irruenza partitica. Non solo nei tg, ma anche nelle reti: si sa che ormai la Rai è diventata un grande ufficio di collocamento provvisorio». Curzi dissente, e torna alla carica rifiutando qualsiasi responsabilità nel settore lottizzazione. La Volpe perde di nuovo la pazienza e ribatte: «Bisogna eliminare l'ipocrisia. La Rai è governata da un Consiglio d'amministrazione in cui tutti i partiti sono rappresentati. Lo scandalo sta nella doppiezza: il pds dice "siamo contro la lottizzazione" e poi alla Rai quelli del partito di Occhetto lottizzano anche gli uscieri!». Fulvia Caprara Nella foto grande il convegno di Conegliano Sopra Alberto La Volpe (a sinistra) e Angelo Guglielmi
Luoghi citati: Conegliano, Roma
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