All'asta il sogno spaziale sovietico di Enrico Benedetto

All'asta il sogno spaziale sovietico All'asta il sogno spaziale sovietico Parigi, novanta milioni per una navicella Sputnik PARIGI liaotiric:." dal Nostro corrispondente - Uno Sputnik all'asta fra la bella società parigina. Usato, ma funzionante. Venghino signori: 23 quintali di tecnologia sovietica, 14 giorni trascorsi nello spazio sette anni fa come pedigree, carrozzeria ok salvo qualche ossidazione da impatto con l'atmosfera. All'origine valeva miliardi, decine, ora chiedono 400 mila miserabili franchi: 90 milioni. «Ma confidiamo l'offerta possa salire molto, è che non avevamo esperienza di aste cosmonautiche». In verità, quella proposta dall'autorevole Drouot risulta una prima mondiale. La celebre casa parigina, forse stufa di cedere al miglior offerente capolavori artistici, spartiti famosi (il Bolero) e autografi proustiani, esordisce nel bric-à-brac planetario, complici le miti pretese russe. Leonid Breznev, fors'anche Yuri Gagarin allibirebbero vedendo naufragare la già segretissima (e vittoriosa) corsa spaziale del Socialismo in un bel salone liberty, fra miliardari eccentrici e vecchie dame che scrutano il misterioso ufo comunista: «Carinissimo! Non trovi, Hubert? Ma'per il soggiogò0 V-Wffif gr&sso. Fon& in campagna...». Venditore figura un certo monsieur Paul Aouizerate. Dirige la «Flava Cosmos», società import-export. Chez Drouot non vorrebbero aggiungere altro. «Siamo alla fase preparatoria. L'asta è per il 23 aprile. Magari organizzeremo conferenze-stampa». Ma poi emerge qualche dettaglio. La capsula hi-tech era il gadget tecnologico proposto ai compratori europei in un baratto extraspaziale. Nessuno dice quali fossero gli altri articoli catturavaluta: materie prime, Beluga. Chissà. Ma gli uomini Drouot tengono a far sapere: «Ogni cosa si è svolta in regola. Abbiamo visti e dossier accompagnatori». Nondimeno, trasferire sulla Senna il migliore know-how sovietico lasciando il primo emiro pollarselo a casa desta qualche perplessità. Malgrado Io Sputnik servisse fini pacifici, nessuno può escluderne un impiego militare. Tanto più che non di cimelio si tratta. Uscì dalle officine Progress a Samara (ex Kuibitcev) solo qualche anno fa (la serie cui appartiene, «Photon», nutriva ambiziosi programmi tecnobiologici). Il battesimo stratosferico lo visse l'I 1 aprile '85, ospitando a bordo materiale scientifico per 700 chilogrammi. Incarico: realizzare esperienze sulla micro-gravità. Tornato indenne, basterebbe un buon check-up e qualche riparazione per spedirlo nuovamente fra le stelle. Il look è spartano. Diametro 230 cm, questo neo-Sputnik allinea tre grandi oblò nella pbdèrosà"ittassa sferica; In più, una sorta di basamento metallico. Modelli simili rappresentano ancora la produzione exsovietica, commercializzata attraverso l'agenzia Licensingtorg. Li si può vedere nei market internazionali tipo Montreux: forse richiederebbero un buon restyling, ma la solida efficacia rimane indiscutibile. I due battitori cui Drouot affida la rivoluzionaria merce, Maitre Poulain e Le Fur, dovranno compulsare volumi di astrofisica per decantarne le qualità al pubblico. Che acquirenti bisogna aspettarsi? «Potrebbero essere musei, istituzioni, ma anche semplici privati» risponde la maison. - Vedremo presto gare al rialzo sulle astronavi CCCP? «Il caso è unico, per ora». Con un po' di buona volontà, si potrebbe offrire in omaggio il cosmonauta. Krikalev i russi lo tenevano da mesi nello spazio, non sapendo bene che cosa farsene. L'asta potrebbe regalargli nuovi padroni. Enrico Benedetto Il primo Sputnik (1957)

Persone citate: Krikalev, Leonid Breznev, Paul Aouizerate, Yuri Gagarin

Luoghi citati: Parigi, Samara