Robinie e fichi d'India hanno cambiato il paesaggio dell'Italia

Robinie e fichi d'India hanno cambiato il paesaggio dell'Italia SPECIE INFESTANTI Robinie e fichi d'India hanno cambiato il paesaggio dell'Italia SONO più di un migliaio le specie vegetali americane che vivono in Europa: il dato è impressionante, se si pensa che l'intera flora europea è costituita da poco più di 11.500 specie e che, nel conteggio, non sono state considerate le innumerevoli piante «da appartamento» (Filodendro, BilIbergia, Stella di Natale, Calatea, ecc.) che ornano le nostre case o i nostri balconi. L'introduzione di piante americane di interesse ornamentale inizia precocemente: già nel '500 sono presenti in Europa la tagete, la bella di notte, la passiflora, la yucca, il fico d'India. Ma soltanto a partire dal XVIII secolo il fenomeno assumerà proporzioni ragguardevoli: ad ogni viaggio di esplorazione del Nuovo Mondo partecipano naturalisti che portano in patria una grande quantità di piante, da studiare comodamente negli orti botanici. Molte di esse-verramìo deliberatamente messe a dimora in parchi e giardini per motivi estetici: si pensi alì'araucaria, alla magnolia, alla bougainville, alla dalia, alla fucsia o alla petunia. Altre sfuggiranno di mano ed andranno a colonizzare spontaneamente gli ambienti più disparati, sino a divenire vere e proprie infestanti: è il caso dell'erigerò (noto anche come «malerba»), dell'amaranto (che infesta sovente i campi di mais), dell'enotera e della galinsoga, che invàdono i terreni incolti (e spesso anche quelli coltivati) di quasi tutta l'Europa. Particolarmente infestante si è dimostrata anche la robinia [Robinia pseudoacacia]: originaria del settore orientale del Nord America, ove era usata dai pellirosse per costruire gli archi, fu introdotta in Francia nei 1601 da Robin, direttore dell'Orto Botanico di Parigi. La robinia palesò subito un sacco di buone qualità: cresceva rapidamente, forniva un legname di 'grande dùràl^ilitàVéfl u^'ó^tima pianta melliférà {ifcMèfire'«miele d'acacia»). La sua coltura si diffuse rapidamente in tutta Europa, ma ben presto sfuggì al controllo, e si andarono via via creando boschi spontanei di dimensioni sempre più vaste che soppiantarono parecchie latifoglie indigene. Attualmente la robinia è diffusa in tutto il mondo, ove ha determinato radicali trasformazioni del paesaggio. Soltanto nel nostro Paese occupa almeno 170.000 ettari. Consistenti trasformazioni del paesaggio sono imputabili anche all'agave ed al fico d'India, entrambi d'origine centroamericana, divenuti parte integrante degli ambienti mediterranei. In Australia, poi, è divenuto un vero flagello: occupa una superficie di 24 milioni di ettari, ed è necessario provvedere a sistematiche eradicazioni per arrestarne la diffusione. Anche gli ambienti acquatici hanno conosciuto l'invasione americana: la felce galleggiante (Azolla caroliniana), introdotta in Europa alla fine del secolo scorso, forma ormai estesi tappeti verdi sulla superficie di numerosi stagni europei. La sua presenza non è tuttavia negativa, dal momento che sembra inibire lo sviluppo delle larve di zanzara. L'Àzolla possiede inoltre un'interessante caratteristica: ospita come simbionte un'alga unicellulare {Anabaena azollae) in grado di fissare l'azoto atmosferico. Questa proprietà viene spesso sfruttata nelle risaie dell'Estremo Oriente: coltivata a parte, VAzolla viene introdotta nei campi inondati in modo che, alla sua morte, metta a disposizione delle piantine di riso l'azoto che aveva accumulato in precedenza. Piuttosto curiosa è la vicenda di un'altra pianta acquatica, l'elodea canadese. Nel Paese d'origine è organismo assai discreto, che non compare mai in grande quantità: introdotta in Europa verso la metà del secolo scorso, ha invece colonizzato fiumi, laghi e canali in quantità tale da rendere spesso impossibile la navigazione e da meritarsi il nome popolare di «peste d'acqua». Da notare che non esistono in Europa esemplari di sesso maschile (si tratta di pianta dioica, cioè a sessi separati): la sua enorme diffusione è dovuta dunque a semplice moltiplicazione vegetativa, attraverso stoloni o rametti. «In tutte le specie - scriveva Kipling - la femmina è più temibile del maschio» e, almeno nel caso dell'elodea, non si può dire che avesse torto.

Persone citate: Kipling