Una proposta dall'Italia tribunale internazionale per crimini contro l'ambiente

Una proposta dall'Italia: tribunale internazionale per crimini contro l'ambiente EMANAZIONE DELL'ONU Una proposta dall'Italia: tribunale internazionale per crimini contro l'ambiente DAL 1989 si è sviluppato, a partire dall'Italia, in oltre 40 Paesi nel mondo, un movimento internazionale per la costituzione di un Tribunale internazionale dell'ambiente come diretta emanazione dell'Onu. L'idea è partita dal professor Postiglione, consigliere presso la Corte di Cassazione che, in un incontro mondiale a Firenze nel maggio scorso, ha trovato il sostegno di molti colleghi stranieri. Dopo l'Emilia Romagna e la Toscana anche la Provincia di Asti ha recentemente aderito all'iniziativa di una assise internazionale che possa incaricarsi di consulenze, inchieste, mediazioni, conciliazioni, arbitrati e celebrare anche veri e propri processi con sanzioni nei confronti degli Stati che abbiano commesso o tollerato nei loro territori crimini ecologici. E' sufficiente elencare i via via crescenti disastri a carattere internazionale, che sfuggono al controllo e al giudizio di singoli Stati, per comprendere l'interesse di un siffatto organismo che non potrà far a meno di collegarsi alla massima istituzione mondiale, l'Onu, per condividerne l'autorevolezza. Le costituzioni e convenzioni sia nazionali che internazionali hanno spesso un potere di tipo legislativo ma non esecutivo. Il progetto di convenzione di salvaguardia del diritto dell'uomo all'ambiente e di costituzione di un'agenzia internazionale dell'ambiente e di un tribunale internazionale raccoglie in dieci articoli i principi ispiratori e gli organi di garanzia internazionale che potrebbero essere alla base dell'organismo proposto. Tale progetto verrà presentato il prossimo anno al Segre¬ tario generale dell'Onu e al presidente del Congresso internazionale sull'ambiente che si terrà a Rio de Janeiro. In esso si stabiliscono alcuni principi come il diritto fondamentale all'ambiente e il dovere di solidarietà per la conservazione della vita terrestre a beneficio delle generazioni presenti e future, il diritto di accesso alle informazioni ambientali e il dovere di fornirle insieme con quello di usare le risorse naturali con equità e parsimonia. In particolare, si stabilisce il dovere degli Stati di adottare politiche di sviluppo rispettose dell'ambiente, e i cui effetti siano compatibili con l'equilibrio dell'ecosistema; il ripristino e il risanamento degli ambienti degradati, l'adozione di standard ambientali internazionali. Compito del Tribunale sarebbe la risoluzione di controversie internazionali sulla responsabilità degli Stati verso Tinte- ra comunità in materia di ambiente e l'adozione di provvedimenti cautelari e urgenti in caso di disastri ecologici. Il tribunale si comporrebbe di 15 giudici indipendenti eletti dall'assemblea dell'Onu, fra una rosa di 100 personalità di chiara fama. I giudici godrebbero di prerogative di assoluta indipendenza rispetto agli Stati di provenienza. Anche associazioni e singole persone potrebbero denunciare violazioni con implicazioni di carattere sovrannazionale. Il Tribunale internazionale dell'ambiente può ordinare ai colpevoli, siano essi Stati, privati cittadini o multinazionali, l'adozione di tutte quelle misure ritenute opportune per ripristinare la situazione precedente la violazione del diritto. Enzo Gino Molti crimini contro l'ambiente restano impuniti perché compiuti in ambito internazionale: dall'Italia parte la proposta di un Tribunale capace di perseguirli indipendentemente dall'azione dei singoli Stati

Persone citate: Enzo Gino, Postiglione, Segre

Luoghi citati: Asti, Emilia Romagna, Firenze, Italia, Rio De Janeiro, Toscana