CEDRO E MIRTO, GLICINE E CAMELIA: ANCHE I PROFUMI FANNO STORIA di Carlo Grande

CEDRO E MIRTO, GLICINE E CAMELIA: ANCHE I PROFUMI FANNO STORIA CEDRO E MIRTO, GLICINE E CAMELIA: ANCHE I PROFUMI FANNO STORIA VI sono profumi freschi come carni di bimbo, dolci come òboi, verdi come prati - altri, corrotti, ricchi e trionfanti, che posseggono il respiro delle cose infinite: come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso; e cantano i moti dell'anima e dei sensi». Il Viaggio nel mondo delle essenze di Marina Ferrara Pignatelli (Franco Muzzio editore, pp. 414, L. 38.000) sarebbe piaciuto a Baudelaire, così abituato ad immergersi in foreste di simboli e di fragranze. I primi capitoli sono dedicati ai profumi nella storia: per sedurre dei e amanti, per curare i corpi o strapparli alla decomposizione, il mondo antico sparge un mare di odorosi effluvi. L'estasi, non importa se sacra o profana, arriva su un alito di vento. Tutto cominciò 5 mila anni fa, quando l'uomo imparò, con il fuoco, a sprigionare le virtù nascoste nelle piante aromatiche: «profumo» deriva proprio, letteralmente, da «per fumum». Gli aromi, gelosamente custoditi nelle formule dei sacerdoti, cominciarono così a bruciare sugli altari delle più antiche civiltà. Gilgamesh, il mitico eroe della Mesopotamia, per scongiurare il diluvio fa offerte sacrificali con acoro dolce, cedro e mirto: gli dei ne fiutano i dolci effluvi e accorrono «come mosche». Gli assiri bruciano incenso dopo ogni rapporto sessuale (in segno di purificazione), gli ebrei offrono incenso e mirra al Figlio di Dio, e ungono con cinnamomo, canna odorifera e olio d'oliva i re di Giudea e i sacerdoti. Di mirra e incenso, nell'Antico Testamento, profumano anche i soffici letti delle prostitute, dove si gustano, fino al mattino, «amorosi piaceri». Piante miracolose fioriscono a Oriente: dalle terre riarse degli Arabi, dalla Persia, nasce il culto per i fiori e i giardini. Le tuniche di Alessandro il Grande erano così impregnate di essenze da annunciare il suo arrivo prima degli ambasciatori. Poesia, passione e magia si intrecciano nell'antica Grecia, con le rose e le viole di Saffo, con i vini di melograno, assenzio e issopo, fatali agli amanti di Circe e di Medea. Le streghe della Tessaglia, possenti matriarche, raccolgono erbe magiche nelle notti di plenilunio e con le loro essenze provocano le metamorfosi. Il Celeste Impero profuma di artemisia, camelia, gelsomino, glicine e cassia: con il legno di questa pianta, dall'aroma speziato, un imperatore fece costruire un intero palazzo, perché le stanze olezzassero a ogni soffio di vento. Preziose come l'oro, resine e spezie viaggiano con le carovane sulla «Via della seta», solcano l'Indo e il Mar Rosso, attraversano i deserti e le montagne d'Africa verso i mercati di Samarcanda, Antiochia, Aleppo, Bukhara, Babilonia. Unguenti e balsami arrivano in Italia per la toeletta delle dame etnische, per i voluttuosi «dopo-bagno» dei patrizi romani. Le matrone più raffinate profumano con essenze diverse la nuca, le spalle, le braccia, specie prima di un incontro amoroso. Dopo la ricca parte storica, il libro .propone 60 schede di piante: belle illustrazioni, corredate da caratteri botanici, usi nell'antica medicina e applicazioni nell'«aromaterapia», danno un volto a terebindo e cardamomo, ladano e patchouli. Nel fluido vitale di queste piante, a volte, si riscopre addirittura l'«essenza» delle cose: «Quando di un antico passato non sussiste niente scrisse Proust - dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore restano ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi, sulla loro gocciolina quasi impalpabile, l'immenso edificio del ricordo». Carlo Grande

Persone citate: Aleppo, Antiochia, Baudelaire, Franco Muzzio, Marina Ferrara, Proust

Luoghi citati: Africa, Grecia, Italia, Medea, Mesopotamia, Mirto, Persia