SOFFRI, RIDI, BALLA IL ROCK CON ALMODÓVAR E LE SUE DONNE

SOFFRI, RIDI, BALLA IL ROCK CON ALMODÓVAR E LE SUE DONNE SOFFRI, RIDI, BALLA IL ROCK CON ALMODÓVAR E LE SUE DONNE FI regista della Movida: ifilm e i racconti SONO una mescolanza di vampiro e di spugna. Più spugna che vampiro, forse: sono un osservatore...»: Pedro Almodóvar di Tacchi a spillo, quarantatre anni, spagnolo, regista-fenomeno del momento, si definisce così nel libro più completo sinora dedicatogli in Italia, Folle, Folle, Folle Pedro!, pubblicato da Tredicilune (a cura di Sergio Naitza e Valeria Patané, pp. 346, L. 37.000). Il saggio introduttivo di Vincente Molina Foix lo definisce invece «il cineasta della vita moderna», il cineasta dei «fasti della vita». Nel «quadro vitale della Movida madrilena», scrive, i primi film di Almodóvar, dove spagnolescamente «abbondano i fanatici, le donne oppresse, gli uomini repressi», erano come «quaderni d'appunti disordinati di un viaggio nella quotidianità urbana della "sponda selvaggia", in cui la naturalezza delle relazioni omosessuali si accompagna alla visione sarcastica delle eterne e religiose frustrazioni ispaniche, in cui la droga sdrammatizzata a strumento di piaceri immediati si sovrappone al dramma dirompente delle donne forti ma sofferenti». Il cinema di Almodóvar, scrive ancora Foix, corrisponde alla definizione della modernità data da Baudelaire «nell'aspirazione verso il transitorio, il fuggitivo, il contingente». Il libro è molto ricco, molto informativo: e molto divertente. Se l'italiano delle traduzioni dallo spagnolo non è sempre buono, la grafica è stilizzata alla maniera drammatica e kitsch di Almodóvar, l'apparato illustrativo offre immagini nuovissime e impreviste: fotografie del 1981 nelle quali il regista appare orrendo con i grossi baffi neri, la nera testa molto cotonata, una giacca di pelliccia da donna; fotografie biografiche e dei film; manifesti geniali; collages e disegni inediti realizzati da Almodóvar quando ancora lavorava alla società dei telefoni; un intero fotoromanzo sessuale, «Toda Tuya» (Tutta tua), con la star bionda sottoposta a estremi oltraggi che alla fine si spoglia rivelandosi uomo. Filmografia completa: con parti di dialoghi, fotografie, antologia critica spagnola e italiana. Testimonianze degli attori e collaboratori, uno scritto del fratello-produttore Agustin Almodóvar, un saggio bello di Gianni Ollia, uno scritto di Pier Vittorio Tondelli. Memorie dei compagni di Movida, legati dal motto: «Sempre uniti, finché la Fama non ci separi». Testi delle canzoni del gruppo rock «Almodóvar y McNamara», 1983: a esempio «Satana S.p.a.», oppure «Voy a ser marna» (Sto per di¬ ventare mamma) coi suoi allegri versi «Sto per avere un bimbo, lo vestirò da donna, lo chiamerò Lucifero, gli insegnerò a esser critico». Antologia di citazioni ricavate dalle infinite interviste dell'icona pop madrilena, divenuto nel tempo un regista di successo: nei primi dieci giorni di programmazione, Tacchi a spillo ha incassato tfìul mercato italiano oltre un miliardo. In Folle, Folle, Folle Pedro! sono raccolti alcuni testi molto divertenti che si ritrovano pure in Patty Diphusa e altre storie di Pedro Almodóvar, pubblicato da Frassinelli (traduzionze di Hado Lyria, pp. 133, L. 22.500) in una confezione del volume esasperante (aprirlo per leggerlo è un'impresa), con la copertina illuminata da una stupenda fotografia artificiale del regista vestito da torero, ringiovanito, smagrito, imbellito dal ritocco, e con una raccomandazione d'autore: «Leggete questo libro con la stessa assenza di pretese con cui è stato scritto». Nel libro ci sono articoli degli Ottanta per Diario 16 e altre pubblicazioni: un'autointervista con risposte sardoniche a domande stimolanti («dimmi qualche luogo comune sul successo»), consigli «per diventare un cineasta di fama internazionale», un testo sull'esperienza di paesano arrivato nella ca¬ pitale, un'identificazione con Rossella O'Hara di Via col vento («carattere capace di cavar sangue da una rapa»). Ma soprattutto domina Patty Diphusa, gran personaggio sfacciato, trasgressivo e comico inventato da Almodóvar nel 1983-'84 come protagonista d'una serie d'avventure ribalde o francamente oscene scritte per la rivista madrilena La Luna: sex-symbol, pornostar internazionale, interprete di fotoromanzi intitolati Scrofe gemelle o Cosce di fuoco. Molto spiritosa, Patty Diphusa attraversa di corsa Madrid notturna e la Spagna liberata da Franco: intreccia dialoghi surreali («Non sa l'inglese?», «Stasera ancora no»), incontra donne interessanti come una centralinista di radio-taxi somigliante a Spencer Tracy, ha qualche dubbio su se stessa («Chi sono io per imporre il cattivo gusto e la volgarità?»), corre brutti rischi («Venir violentata da due psicopatici è normale, ma che dopo mi abbiano abbandonata per terra, all'alba, e con un aspetto da film messicano di vampiri, non lo sopporto»). E alla fine si stufa, la pianta, cambia vita come ha fatto Almodóvar: «Ormai nulla mi diverte e tanto meno quando il divertimento è di moda; i giochi smettono di essere giochi quando diventano una manifestazione culturale...». Lietta Tornabuoni spagnolo, meno del definisce mpleto silia, Folle, ubblicato di Sergio tané, pp. vo na ce ta la na gani msarcastica e frustrai la droga umento di sovrappoente delle nti». 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Luoghi citati: Italia, Madrid, Spagna