Touring, sprint in salita per il turismo del 2000

Touring, sprint in salita per il turismo del 2000 Parla il neopresidente Lunati: un calvinista rilancia il club Touring, sprint in salita per il turismo del 2000 i MILANO L Touring sta per compiere cent'anni e il suo stemma sembra cosparso della vernice di Lambicchi: si anima all'improvviso, l'antica ruota di bicicletta su cui sventola il tricolore gira sempre più in fretta. «Sarà un centenario di battaglie», promette Giancarlo Lunati, nuovo presidente da novembre. E' un manager che ha scritto saggi, perfino romanzi. Ha 63 anni ed è socio del Touring da quando ne aveva 11. Nato ad Alessandria, dice che ha incontrato parecchi maestri: filosofi come Paci, storici come Chabod e Cantimori, economisti come Samuelson. Insiste su due numi, Croce e Olivetti: «Un giorno Olivetti mi disse che in Croce mancava una parola-chiave: l'amore, cioè la voglia di fare, l'attaccamento alla vita». Ha lavorato alla Olivetti dal '55 all'80, poi è stato all'editrice II Sole-24 Ore come amministratore delegato portando il fatturato da 20 a 100 miliardi («La cultura si fa anche con le buone cifre»). Di quali battaglie parla, Lunati? «Sta terremotando il vecchio Touring», dicono attorno a lui. «Organizza il lavoro in un modo tutto diverso». Ha appena chiamato accanto a sé l'economista Romano Prodi e il sociologo Giuseppe De Rita. Il Touring è un'istituzione discreta, rigorosa, persino severa. Un'immagine di signori perbene e di associazione solida, che però negli ultimi tempi si è appannata: girano voci di problemi finanziari e di altre difficoltà. Il Touring ha il fiatone? «Storie - taglia corto il neopresidente -. Il bilancio è in pareggio e non chiederemo nessun aiuto. Non diventeremo neanche ente morale per avere facilitazioni, perché non vogliamo farci condizionare. E' la prima sfida: per conservarci autonomi da ogni potere politico ed economico, dobbiamo diventare più aggressivi, più efficienti». I libri, per esempio. Costituiscono un terzo delle entrate: il Touring è al primo posto nella produzione nazionale di guide, al quinto come attività editoriale complessiva. Fin dall'inizio ha pubblicato bestseller: il primo volume della Guida d'Italia, dedicato a Piemonte, Lombardia e Cantori Ticino, uscì nel 1914 e toccò subito le 150 mila copie. Un record. Sono le famose Guide Rosse: ne sono state vendute finora più di 7 milioni e mezzo di copie. «Abbiamo ancora possibilità enormi di penetrare nel mercato», assicura Lunati. Sono in cantiere guide più agili e spigliate, entro l'anno sarà pronto un nuovo mensile che sostituisce sia Qui Touring sia Vie del mondo: lo sta preparando Egidio Gavazzi, ex direttore di Airone. Anche quasi 500 mila soci, che fanno del Touring il sodalizio più numeroso d'Italia, non sono certo un tetto. Figurarsi: erano 476 mila già nel '37. «I soci - dice Lunati - possono arrivare a un milione, ne sono convinto». Il turismo nostrano, però, si va deteriorando. Alberghi e ristoranti sono troppo cari per quel che offrono. Così sempre più italiani fanno vacanze all'estero. E gli stranieri tendono a venire meno, e a fare soggiorni più brevi. «Ci impegneremo non poco su questo fronte», assicura Lunati. Il Touring ha le carte in regola per intervenire. Pubblicò nel 1904 il primo manuale di tecnica alberghiera, dieci anni dopo varò la prima scuola professionale, nel '26 costruì nel centro di Milano l'albergo Touring: era il prototipo dell'albergo confortevole ma senza lussi, dai prezzi accessibili. E nel '31 il Touring distribuì la prima guida gastronomica d'Italia. E' il suo destino: fare il pioniere e lasciare poi ad altri la cura diretta. Ha piantato segnali stradali fino al '33. Dalla sua azione sono nati anche l'Automobil Club (Aci) e l'Ente italiano per il turismo (Enit). E il patrimonio artistico e ambientale? «Un'altra battaglia», dice Lunati. Il Touring ha i fatti dalla sua. Nel '13 costituì addirittura il «Comitato Nazionale per la difesa del Paesaggio e dei Monumenti italici». Suoi uomini erano in prima linea nel fondare i due primi parchi nazionali, del Gran Paradiso e d'Abruzzo. La sua Guida d'Italia è il più ricco inventario delle nostre opere d'arte. E la stessa Italia Nostra non sarebbe sorta senza la sua azione culturale. Da una costola del Touring può nascere un'istituzione sul tipo dell'inglese National Trust? Lunati non si sbilancia: «Ci sto pensando». I rapporti con il Fondo per l'ambiente (Fai) sono già ottimi. «Abbiamo una tradizione di valori da rilanciare», dice Lunati. «E' il senso del centenario che stiamo organizzando». Aleggia lo spirito dei soci fondatori, quei 57 gentiluomini che l'8 novembre 1894, nell'Albergo degli Angioli accanto alla Scala, costituirono il Touring. Allora si chiamava «Touring Club Ciclistico Italiano» (Tcci); solo nel '900, all'avvento dell'auto, diviene l'attuale Tei. «Sono ambizioso, come presidente del Touring», ammette Lunati. «Sono legato alla tradizione calvinista. Se un manager, come ogni uomo, non ha successo, allora non è bravo. Non si tratta di vanità, ma di dovere morale, di impegno, di coraggio». E chiede auguri non per sé ma per il Touring, centenario con una gran voglia di correre. Claudio Atta rocca «Sono ambizioso: dobbiamo restare indipendenti da ogni potere» Giancarlo Lunati: un manager alla guida del Touring. L'associazione, che nel 1994 festeggerà i cento anni di vita, vuole rinnovarsi. Sopra, il marchio del Tei.