«Ecco i lottizzati di La Malfa» di Pierluigi Battista

«Ecco i lottizzati di La Malfa» La lista di Giannini attacca il pri: nello Stato ha più posti degli altri partiti «Ecco i lottizzati di La Malfa» Poltrone all'Iti, Ehi e Rai ROMA. Uno sgambetto in piena campagna elettorale. La «Lista Referendum» di Massimo Severo Giannini non si fida delle credenziali antipartitocratiche dei repubblicani e redige con perfidia un imbarazzante elenco dei manager pubblici vicini al partito di Giorgio La Malfa. «Il pri si presenta come un partito dalle mani pulite, d'opposizione, antipartitocratico e contro la lottizzazione partitica: e invece è quello che ha, in proporzione, la maggior presenza negli enti pubblici», dice Massimo Teodori, il candidato della lista referendaria che assieme al filosofo Giacomo Marramao e a Paolo Stella Richter ha disegnato la «mappa della lottizzazione repubblicana». Una mappa fitta di nomi e cognomi, «una sessantina di posti di potere mai abbandonati nemmeno dopo il passaggio del pri all'opposizione» più 1'«occupazione» delle Usi da,parte di 160 persone designate dai repubblicani: «il 4,1% dei posti disponibili», un pacchetto «percentualmente superiore a quello di altri partiti». Per il gruppo Iri, spiccherebbero secondo i referendari numerosi manager di area repubblicana: da Riccardo Gallo vicepresidente dell'Iri a Piergiusto Jaeger vicepresidente della Stet, da Giobatta Clavarino presidente dell'Ansaldo a Mario Consiglio e Salvatore Randi, rispettivamente vicepresidente e amministratore delegato dell'Italtel, da Guido De Vita presidente della Tirrenia a Davide Giacalone, già collaboratore di Oscar Mammì al ministero delle Poste e Telecomunicazioni e attualmente dirigente di Telespazio. I referendari fanno il nome di Mario Lupo come-presidente dell'Uva, ma Lupo, che tra l'altro è attualmente presidente dell'Iritecna, viene considerato uomo vicino al pli. Nell'elenco dei referendari non manca l'Eni, in cui i repubblicani sarebbero rappresentati da Roberto De Santis all'Enichem, da Ugo Tamburrini come vicepresidente e amministratore delegato dell'Agip miniere, da Guido Albertelli presidente dell'IP e Giuseppe Sfigiotti amministratore delegato dell'Agip spa. E nemmeno l'Efim con, tra gli altri, Saverio Collura, responsabile della Pianificazione e amministratore delegato dell'Alumix e Antonio Gambino, vicepresidente della Nuova Safim. All'Ina, Massimo Teodori fa il nome del presidente Lorenzo Pallesi, che figura anche nei consigli di amministrazione dell'Imi e della Bnl. Senza dimenticare, a proposito di enti pubblici, Pierfranco Faletti, consigliere d'amministrazione dell'Enel; Lorenzo Necci, commissario delle Ferrovie dello Stato, Antonio Gasparro all'I- nail, Carlo Terraciano all'Enasarco, Enrico Ponti all'Ice e Mario Del Vecchio all'Agensud. E poi l'elenco continua con 160 «garanti» nelle Unità sanitarie locali, la presidenza di una Cassa di Risparmio (quella di Forlì presieduta da Renato Ascari Raccagni) e la vicepresidenza di altre otto Casse di Risparmio assieme a una posizione nel Credito Italiano. Poi si apre il capitolo Rai. Secondo la ricostruzione degli esponenti della Lista Referendum, di area repubblicana (il pri ha avuto sino al 1991 un membro nel Consiglio d'amministrazione) sono il vicedirettore del Tg3 Giulio Picciotti, il vicedirettore del Tgl Giuseppe Mazzei, il vicedirettore del «pool sportivo» Rino leardi, il consigliere della Rai Corporation Filippo Canu, il consigliere delegato della Sipra Giandomenico Amendola, i consiglieri Diego Corapi della Sacis, Maria Gioconda Gaspari della Fonit Cetra, Giancarlo Tartaglia dell'Eri, la casa editrice della Rai. I referendari dicono che non è in discussione la qualità dei manager prescelti dal pri. E allora? «Non possono fare gli antipartitocratici dell'ultima ora», risponde Teodori, «e adesso che il pri è all'opposizione perché nessuno si è dimesso?». Pierluigi Battista Teodori: facile recitare la parte dei moralisti dell'ultima ora Da destra: Massimo Teodori che accusa il leader del pri Giorgio La Malfa: «il suo partito è come gli altri»

Luoghi citati: Forlì, Piergiusto, Roma