Meno 4 mesi, altro sangue sulle Olimpiadi di Gian Antonio Orighi

Meno 4 mesi, altro sangue sulle Olimpiadi Continua la campagna dei terroristi baschi, inutile finora l'assedio di 33 mila poliziotti e soldati Meno 4 mesi, altro sangue sulle Olimpiadi Dm morti in attentati dell'Età contro i Giochi di Barcellona MADRID NOSTRO SERVIZIO A quattro mesi dall'inizio delle Olimpiadi di Barcellona, mentre tutti i media spagnoli, con grande enfasi, sottolineano quotidianamente le impressionanti misure di sicurezza per «blindare» le sedi dei Giochi (la capitale catalana e altre 18 località limitrofe) e dell'Expo Universale di Siviglia (che apre i battenti tra un mese), la banda terrorista Età è tornata ieri, prepotentemente, all'offensiva. Due autobomba in solo otto ore, in due località distanti tra loro 20 chilometri (e attigue a quattro sedi olimpiche) hanno assassinato due persone in Catalogna, un artificiere della Guardia Civil e un passante. Una dimostrazione di «geometrica potenza» per costringere il governo Gonzàlez ad accettare un'impossibile trattativa sull'ormai trentennale richiesta dell'Età: «l'autodeterminazione» dei Paesi Baschi spagnoli. E brandendo la spada di Damocle di «Barcellona e la Expo obiettivi militari prioritari». La prima autobomba. Una telefonata a nome di Età avverte alle 21,45 di mercoledì la Guardia Civil di Montgat (nell'hinterland barcellonese) che era stata abbandonata una Fiat Uno su una vicina strada provinciale, con il proprietario dell'auto legato nel bagagliaio. La Guardia Civil circonda immediatamente la zona e a mezzanotte, dopo aver individuato la macchina, un artificiere, Enrique Martinez Hernàndez, 34 anni, sposato e padre di una bambina di 2 anni, si avvicina prudentemente alla Uno. Un commando appostato nei pressi, pare composto da due terroristi, aziona il telecomando. L'onda d'urto uccide sul colpo Martinez. La seconda autobomba scoppia alle 7,45 di ieri in un tunnel dell'autostrada A/18 che collega Barcellona con Terrasa, nei pressi di Sant Quirze del Valles. La tecnica è la stessa. Una voce maschile, che dice di parlare a nome di Età, telefona alle 6,30 all'Aci catalano comunicando che nel tunnel è stata piazzata un'autobomba che esploderà alle 9,15. Mentre le Forze dell'ordine circondano la zona, l'auto, una Ford Fiesta rubata, esplode 80 minuti prima, dilaniando un uomo che si trovava nei pressi. E' un giovane di 27 anni, Antonio José Martos Martinez, della limitrofa Sabadeli. Immediata e unanime la condanna di tutte le forze politiche catalane che hanno invitato la popolazione a collaborare con le Forze dell'ordine nell'investigazione sugli at¬ tentati, che la prefettura di Barcellona attribuisce al «Comando Itinerante», la colonna mobile dell'Età. Martos è la diciassettesima vittima del terrorismo basco in Spagna di questo '92; la settima in 79 giorni, in Catalogna. Intanto continua la «blindatura». Diecimila soldati controllano le linee ferroviarie MadridSiviglia e Madrid-Barcellona (entrambe «obiettivi militari»), 23 mila poliziotti e teste di cuoio stanno affluendo ai Giochi e alla Expo. Costo: 720 miliardi di lire. Le Olimpiadi sono assicurate per 300 miliardi, altri 130 copriranno eventuali incidenti. Ma l'Età continua a colpire come e quando vuole. E nell area geografica, teoricamente, più vigilata di Spagna. Gian Antonio Orighi

Persone citate: Antonio José Martos Martinez, Barcellona, Enrique Martinez Hernàndez, La Guardia, Martinez, Valles