Nazarbaev: le Bombe sono mie

Nazarbaev: le Bombe sono mie ALMA ATA SI ISCRIVE AL CLUB ATOMICO Il leader del Kazakhstan alla vigilia del vertice di Kiev sui problemi militari Nazarbaev: le Bombe sono mie «Saremo una potenza nucleare e tratteremo con Bush» «Ne abbiamo diritto, dopo 467 test sulla nostra terra» Oggi a Kiev i Presidenti della Comunità di Stati ex sovietici cercheranno un compromesso sui numerosi problemi economici e militari che rendono fragile la Csi. Sul tavolo ci saranno i dossier sulla Flotta del Mar Nero, il trasferimento in Russia delle atomiche dell'Ucraina, il mantenimento dei legami economici, i conflitti nel Karabakh e in Moldavia e, forse, la creazione di una forza di pace per i «punti caldi». Alla vigilia dell'incontro, il Presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbaev, ha concesso un'intervista a «La Stampa». l'Asia centrale non solo è possibile: esiste già. Un accordo in questo senso fu raggiunto dalle cinque repubbliche asiatiche dell'ex Unione Sovietica nel 1990, ed è diretto a coordinare le loro politiche economiche, scientifiche e culturali. Queste repubbliche sono vicine sul piano geografico ed etnico, ma hanno anche molti problemi comuni, che è più facile risolvere assieme. Allo stesso tempo, il Kazakhstan ha firmato con la Russia un accordo che ha già avuto effetti positivi. La nostra posizione è chiara: la partecipazione del Kazakhstan a qualsiasi accordo non è diretta contro nessuno. La Turchia ha «attivizzato» la sua politica nel Caucaso e nell'Asia centrale. Pakistan e Iran pure tentano di rafforzare la propria influenza nella regione, sfruttando l'elemento religioso. E' possibile che le repubbliche musulmane cadano sotto l'influenza dell'integralismo isla¬ mico o del «panturchismo»? Nessuno oggi può negare l'influenza dell'integralismo islamico o del panturchismo su alcune repubbliche. E' uno dei risultati del crollo dell'impero, un effetto della rinascita nazionale, come una molla a lungo compressa che venga a un tratto liberata. Ma il Kazakhstan non subirà l'influenza del fondamentalismo musulmano, se non altro perché la nostra è la repubblica etnicamente più eterogenea della Csi. Nel nostro Paese vivono i rappresentanti di oltre "cento razze, e per questo motivo tèn^J tare di raggiungere una «supremazia religiosa» sarebbe molto, molto difficile per chiunque, anzi, ritengo sia impossibile anche nel lontano futuro. L'instabilità dei rapporti tra gli Stati della Csi, però, accresce il rischio di esplosioni nazionalistiche. Se la crisi economica dovesse aggravarsi, è possibile che la Russia indirizzi la tensione sociale verso l'esterno, avanzando pretese territoriali verso Ucraina e Kazakhstan? Queste pretese sono state già avanzate. La questione della Crimea è stata persino discussa dal Parlamento russo. L'anno scorso un portavoce del dia. Io però non vedo un lega Presidente Eltsin avanzò pretese sui territori settentrionali del Kazakhstan. Noi rispondemmo, e il vicepresidente russo Aleksandr Rutskoj partì di corsa per Almà-Atà per riparare all'incidente. Fortunatamente il conflitto fu spento sul nascere, ma da parte russa simili pretese sono state avanzate più volte, e da persone diverse, come Aleksandr Solzhenitsyn e Mikhail Gorbaciov. Tali appelli non hanno mai portato altro che disgrazie e difficoltà tra i due Stati e i loro popoli, che per secoli hanno vissuto in amicizia e concor- Tne tra le pretese territoriali e la crisi economica in Russia. Piuttosto interpreto queste dichiarazioni come una sorta di assaggio dei sentimenti della popolazione da parte di un certo gruppo di dirìgenti russi. Non credo comunque che questi appelli si ripeteranno in futuro. Il Presidente russo Boris Eltsin ha deciso di creare un proprio esercito. Lei si prepara a fare lo stesso? Mi scusi, ma per ora Eltsin ha creato un ministero della Difesa, non un esercito. La Russia, come il Kazakhstan, vuole conservare unificate le Forze armate della Csi. Ma voglio dire un'altra cosa. Visto che la crisi nel Karabakh è arrivata al limite, ho invitato tutti i Presi- denti della Comunità a dimostrare la buona volontà e le intenzioni pacifiche dei loro popoli, «congelando» temporaneamente la costruzione dei propri eserciti. Un'ultima domanda: cosa si aspetta dal vertice di Kiev? Previsioni: che occupazione ingrata! Scherzi a parte, spero sinceramente che la Csi costruisca degli organi di coordinamento sovranazionali, simili a quelli della Comunità europea. Se non altro, io cercherò di battermi per questo obbiettivo. Fabio Squillante MOSCA URSULTAN Abishevich, la Russia vorrebbe essere l'unica potenza nucleare dell'ex Urss. Lei invece si rifiuta di cedere le armi strategiche dislocate in Kazakhstan. Perché? Ha paura di una destabilizzazione politica in Russia? O vuole che il Kazakhstan sieda al tavolo dei negoziati sul disarmo assieme a Russia e Stati Uniti? Ha fatto centro: noi vogliamo partecipare a tutti i processi negoziali sulla riduzione delle armi strategiche offensive. So che la nostra posizione preoccupa molti, e che queste paure hanno sollevato la favola secondo cui avremmo venduto alcune atomiche all'Iran. Voglio sottolineare che il Kazakhstan è diventato una potenza nucleare non per sua volontà. Sul nostro territorio, nel poligono di Semipalatinsk, a partire dal 1949 sono stati effettuati 467 test nucleari. Noi vogliamo diventare uno Stato denuclearizzato, ed abbiamo chiuso Semipalatinsk. Ma quanto ai missili strategici, vogliamo conservare lo status quo. Il trasferimento in Russia dei missili costerebbe alcuni miliardi di rubli,' che il Kazakhstan non ha. Dal punto di vista tecnico, inoltre, non esiste un meccanismo di controllo dell'eliminazione delle armi atomiche. Il disarmo non può procedere in modo impulsivo, ma solo partendo da calcoli ed accordi precisi. Il buon senso impone che la riduzione delle forze nucleari strategiche risponda alle necessità difensive di tutta la Comunità, concezione che per ora, purtroppo, non c'è. | Questo significa che il Kazakhstan vuole restare una potenza nucleare? Il Kazakhstan ha diritto di far parte del «club nucleare» perché sul suo territorio i test atomici sono iniziati 18 anni prima della firma del Trattato sulla non-proliferazione. Voglio sottolineare però che parteciperemo al processo di disarmo fino alla completa eliminazione delle armi atomiche, e che il Kazakhstan non ha mai rappresentato, né mai rappresenterà, una minaccia per nessuno. Le dispute tra le repubbliche mettono in dubbio l'esistenza stessa della Csi. Se questa dovesse crollare, è possibile la nascita di una Comunità delle repubbliche asiatiche, oppure il Kazakhstan resterà in ogni caso legato alla Russia? Una Comunità degli Stati del¬ I presidente kazakho Nazarbaev con il segretario di Stato Baker (FOTOAP)