Due minuti di silenzio in tv di M. G.

Due minuti di silenzio in tv Due minuti di silenzio in tv Così Santoro ieri sera su Rai3 Una misteriosa «rivelazione» ROMA. Due minuti di silenzio rotti dallo squillo insistente di un telefono, mentre le telecamere inquadrano le sedie vuote e Michele Santoro, muto e immobile in mezzo allo studio. Così, alle 20,30, Samarcanda ha deciso di informare il pubblico della sospensione, annunciata da una didascalia che scorreva sullo schermo. Subito dopo è andato in onda il film di Totò «Miseria e nobiltà», mentre fuori dagli studi cominciava il sit-in di protesta organizzato dalla Sinistra Giovanile. Ma cos'avremmo visto nella Samarcanda che non c'è stata? L'argomento erano i giovani, ma con un ospite «a rischio»: il giudice di «Gladio», Casson. Santoro avrebbe raccontato un colloquio avvenuto mercoledì nella redazione di Samarcanda. Si è presentato un signore sulla quarantina, dichiaratosi un rivoluzionario del Fronte popolare indipendentista sardo. Questi ha accusato alcuni suoi ex compagni della strage bolognese del gennaio '91 (4 carabinieri uccisi), facendo il nome di un agente dei servizi segreti, Spinella, da lui sorpreso al ristorante con gli attentatori. Ha rivelato, inoltre, che stava preparando in Sardegna il «sequestro pacifico» di un noto politico che va a pescare senza scorta. Mario Segni? [m. g.]

Persone citate: Casson, Mario Segni, Michele Santoro, Santoro, Spinella

Luoghi citati: Roma, Sardegna