Sfregio della mafia alla tomba di Aversa

Sfregio della mafia alla tomba di Aversa Il cimitero è senza recinzione. Cossiga indignato oggi si recherà in visita ai parenti Sfregio della mafia alla tomba di Aversa Blitz notturno, incendiata la bara COSENZA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Vuole essere luì, come massima autorità della Repubblica, a chiedere perdono alla gente di Calabria per quanto è accaduto. Francesco Cossiga lo ha promesso ieri, a Caltanissetta, davanti ai giornalisti che lo seguivano nel suo «tour» in Sicilia. A chi gli stava davanti Cossiga, nel dare notizia della profanazione della tomba e del cadavere del sovrintendente di polizia Salvatore Aversa - ucciso con la moglie l'antivigilia dell'Epifania a Lamezia Terme e sepolto a Castrolibero, alle porte di Cosenza - ha detto solo di vergognarsi come uomo per informare la gente di «atti che non mi sento nemmeno di commentare». E stamani si recherà in visita nel piccolo cimitero. «Come si può definire l'accaduto'se non la volontà di infliggere uno "sfregio" alla polizia?», sbotta il capo di gabinetto della Questura di Cosenza, Luigi Vozzari, l'unico ad essere rimasto in ufficio mentre tutti i suoi colleghi, dal questore agli investigatori della Squadra mobile, si sono spostati a Castrolibero per le prime indagini. La cittadina, dove Aversa era nato e dove è stato sepolto, ieri era sbigottita e incredula. La gente non riesce a dare una spiegazione a quanto è accaduto, «perché - dice un giovane - oltre ad uccidere un uomo non capisco cosa possa esserci di più». «Non c'è rispetto nemmeno più per i morti - gli fa eco un altro ragazzo - anche un cadavere può essere quindi bersaglio di una vendetta». Che sia proprio la vendetta la spiegazione di quanto accaduto non sembra esser messo in dubbio dagli inquirenti. Quello che sconcerta è la ferocia che anima coloro che hanno ucciso Aversa e che, anche dopo la sua morte, oltraggiandone il cadavere, vogliono proseguire nella lotta allo Stato. A scoprire la profanazione della tomba di Salvatore Aversa (in attesa che sia completata la cappella di famiglia, la tomba della moglie, Lucia Precenzano, è in un altro settore del piccolo cimitero) è stato un nipote del sovrintendente, Gaetano Aversa. Ieri mattina il giovane si era recato al cimitero per portare un mazzo di fiori sulla tomba degli zìi. E' stato lui a trovare la bara a terra incendiata, è stato lui a dare l'allarme. Chi ha agito l'ha fatto nella più completa tranquillità. La parte nuova del cimitero di Castrolibero infatti è praticamente senza recinzione. Cosicché i profanatori non hanno avuto alcuna difficoltà a raggiungere il loculo di Aversa, a spaccare a colpi di martello la lastra di marmo che lo proteggeva, a tirar giù la bara e quindi ad incendiarla. Le fiamme alimentate dalla benzina hanno dapprima bruciato il legno della bara per poi penetrare nella cassa di zinco e carbo- nizzare il cadavere. I resti dell'investigatore dopo il sopralluogo del magistrato sono stati ricomposti in una nuova bara e ritumulati. Le indagini sono state già av¬ viate e gli investigatori sembrano propensi a ritenere che quanto accaduto sia un ennesimo segnale di aggressività delle cosche lametine che (dopo l'arresto dei due presunti responsabili dell'agguato, Giuseppe Rizzardi e Marcello Molinaio) forse hanno voluto lanciare una nuova sfida. Ma c'è chi come l'onorevole Giacomo Mancini mette in guardia sulla degenerazione della campagna elettorale parlando di «presenze preoccupanti» accanto a candidati alla prossima consultazione politica. Diego Minuti La bara con le spoglie di Aversa. Sopra, il luogo in cui è stata bruciata la salma e il sovrintendente con la moglie