Il teste inattendibile
Il teste inattendibile Il teste inattendibile Protagonista di depistaggi perla strage, di Bologna- BOLOGNA.-La sua'lunga latitanza è finita alla vigilia dello scorso Natale, quando è stato arrestato a Firenze e rinchiuso nel carcere di Sollicciano, dove sta scontando la pena definitiva a nove anni per calunnia, falsa testimonianza e truffa allo Stato. E' lì che il giudice bolognese Leonardo Grassi, che si occupa dell'inchiesta bis sulla strage alla stazione di Bologna, ha raccolto tra gennaio e febbraio quelle dichiarazioni che hanno allertato il ministero dell'Interno. Il nome di Elio Ciolini, fiorentino di 46 anni, è legato a doppio filo al cosiddetto teorema della «loggia Montecarlo», il primo grande tentativo di depistaggio delle indagini sulla strage de) 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, che fece perdere due anni di lavoro ai giudici che indagavano sull'attentato. Per le sue rivelazioni, per le quali venne considerato il «superteste di accusa», Ciolini ottenne anche un premio dallo Stato: 87 mila franchi. Secondo il racconto fatto al giudice Aldo Gentile, la strage di Bologna sarebbe stata organizzata da una fantomatica «loggia di Montecarlo» emanazione della P2, per coprire «una operazione finanziaria relativa alla società a partecipazione pubblica Eni». Tra gli appartenenti alla «superloggia», Ciolini indicò il petroliere editore Attilio Monti, i finanzieri Umberto Ortolani e Guido Calvi e il capo della P2 Licio Gelli. Ma le sue rivelazioni coinvolsero calunniosamente anche l'attuale vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli, il ministro degli Esteri Gianni De Michelis e l'imprenditore, ora pure senatore a vita, Gianni Agnelli. L'iniziativa della strage - rivelò Ciolini - fu presa da Gelli, mentre gli «altri presero atto e aderirono». Ad eseguire materialmente l'attentato - disse ancora l'ex superteste - furono gli uomini del neofascista e allora latitante Stefano Delle Chiaie, che a Bologna potevano contare sul supporto logistico di un fuoriuscito cileno e di un piccolo imprenditore. Un teorema che non resse alla prova d'urto delle indagini. Manoscritti e ricevute portate come prove si rivelarono «maldestramente» falsificati. A questo punto, il «superteste» cercò di ritrattare tutto, indicando i giudici che raccolsero la sua testimonianza come «consapevoli strumenti» dell'inquinamento delle indagini. Ancora calunnie. Durante la latitanza, Ciolini rilasciò un'intervista al quotidiano «la Repubblica», in cui parlò di una sua appartenenza a un «servizio per la lotta al comunismo che fa capo alla Nato». Durante i recenti interrogatori - secondo alcune indiscrezioni - Ciolini avrebbe ammesso di avere fatto parte negli Anni 70 di una struttura segreta che aveva tra gli altri compiti quello di fare uscire i dissidenti dai Paesi dell'Est. Nessuna conferma e nessuna smentita invece circa il collegamento alla Nato di questa struttura. Marisa Ostolani ita Elio Ciolini condannato per calunnia dopo le accuse sulla strage a Bologna
Luoghi citati: Bologna, Firenze, Montecarlo
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